Cerca nel blog

lunedì 15 dicembre 2014

Quanto ho amato la Sapienza

Ho conosciuto
un uomo seduto
sulla soglia di casa
vecchio dei suoi
ottantre anni

Mi sembrava
assai strano
che in quest'angolo
estremo del mondo
su un'Isola
lontano anni luce
dalle tecnologie
più avanzate e
sofisticate

l'Uomo dalle mani
grandi rese rugose
dagli anni e dal tempo
avesse le chiavi della
Sapienza

La stessa alla quale
io desideravo
tanto attingerci

Lui
lui ce l'aveva
Perché vi meravigliate
se rimasi fino a sera
sulla soglia di quella casa?

da "Minimilia",Pferraio 2014

domenica 16 novembre 2014

La lotta titanica della Natura offesa dall'Uomo

Uno Stato, il nostro, a rischio calamità. Prima i terremoti, ora le alluvioni. Particolarmente colpite le regioni tirreniche del Nord e Centro della Penisola, Liguria e Toscana in particolare. Territori il cui dissesto ambientale è sotto gli occhi di tutti e le riprese televisive che ci rimandano dell’ennesima calamità annunciata quasi ci appaiono fuori tempo, visto e considerato che sono identiche a quelle di recenti calamità, se non proprio simili a quelle di una settimana fa, se non pure di un mese fa e così via. A niente è valso l’allarme della Protezione civile che, sia pure qualche volta non abbia preso nel segno, ma comunque è encomiabile la circostanza che abbia allertato la collettività di una probabile perturbazione importante in arrivo. Insomma viviamo in questo perenne e continuo stato di allerta che non ci fa stare tranquilli e che oggi ci costringe a fare i conti con una classe di dirigenti e di apparati dello Stato che non hanno funzionato a dovere. Che per una serie di motivi non hanno portato a termine i loro lavori e sono stati troppo superficiali. Mirando al facile guadagno più che pensare all’incolumità delle persone. Qual è stato il risultato finale? Che la gente si è indignata. Che i cittadini hanno posto sotto assedio il Palazzo della Ragione come veniva chiamato nell’Ottocento il municipio. Che la fiducia riposta in certe persone è andata a farsi benedire.
Hanno ragione allora gli ambientalisti che si scagliano contro gli avventurieri delle Sale Consiliari dove vanno per strappare un appalto e poi eseguono i lavori come li hanno eseguiti, lasciando che gli argini non reggano a sufficienza, che i ponti anziché favorire il deflusso delle acque funzionano da tappo alla mole dell’acqua che scende dai monti portandosi dietro un’infinità di detriti e così via. Hanno ragione che alla fine la Natura si ribella alle facili costruzioni nelle valli, o in prossimità dei fossi, tanto acquazzoni non ne vengono più. Ma se poi accadono con questo clima così impazzito che ha trascinato le nostre zone temperate contraddistinte nel corso dei secoli alle stregua delle zone tropicali con piogge torrenziali e abbastanza continue, quale potrà essere il risultato finale? Non penso di sbagliare se dico che è sufficiente accendere la televisione, oppure collegarsi a internet per avere la risposta alle nostre domande.
E qui faccio un ragionamento di carattere etico. E se tutte queste sciagure altro non fossero che dei moniti, degli avvisi che la Natura intende inviare agli uomini, perché intendano che come si è proceduto finora non va più bene, che bisogna scoprire e battere altre strade che non quelle dell’arricchimento e della malavitosità fatta di compromessi, corruzioni, connivenze tra Stato e organizzazioni poco raccomandabili. Perché queste non porteranno lontano. Finché addirittura non si arriva pure alla morte. Non sarebbe questio un ragionamento azzeccato? Una logica conclusione di eventi di questa portata?
In termini poetici si direbbe che è ripresa la guerra titanica: i Titani, finora dormienti, tornano in superficie per riprendere la lotta contro Zeus e tentare di spodestarlo.
C’è tempo per riparare. La Natura è anche Madre e si sa che le mamme non sopprimono i propri figli. Semmai li redarguiscono, se è necessario gli danno uno schiaffo, ma alla fine il valore di Madre esce sempre fuori e governa la situazione.
In chiave profetica, invece, potrei dire che gli avvenimenti di oggi, sono gli stessi, fatte le opportune variazioni e adeguamenti, di quello che è successo con Sodoma e Gomorra. Che storia avrebbe potuto avere l’Uomo, se non si fosse messo in salvo e avesse imparato a distinguere che cos’è il Bene, dal Male? Penso che sia arrivato il momento di cogliere queste messaggio e si aggiusti il nostro comportamento, il nostro agire, nelle scelte di programma e di vita civile.

domenica 9 novembre 2014

Cos'è il Sublime

Il sublime ama
nascondersi
Non lo riconosci
al primo colpo

Indossa abiti convenzionali
sta insieme alle altre
foglie morte del bosco

Ma quando inizia
a esprimersi
ti accorgi subito
che di umano ha poco
Una scintilla divina
sepolta dalla convenzionalità
del nostro essere mortale:


quando scocca
ti trasmette l'idea
di che cos'è l'Empireo

Fatti portare
allora 
sulle ali della Musa
per respirare l'ebbrezza
di Mondi nuovi
cui nonostante tutto
siamo destinati
ad abitare

da "Il mare in un bicchiere di plastica", Pferraio, 2014

giovedì 23 ottobre 2014

Squarci del Sublime

Ho visto
persone fra le più semplici
della Città
svolgere i lavori
più umili 
che ci possono essere
sulla faccia della Terra

Eppure
sono rimasto 
estasiato
quando all'improvviso
è scattato in loro qualcosa
di sublime
un misto di voci
di musica e di verbo
che mi ha elevato in alto

Ho assaporato
con i miei sensi
l'Empireo
e ho riconosciuto
nell'Uomo
la scintilla divina.

lunedì 6 ottobre 2014

Ho lasciato il porto

Ho lasciato il porto,
posto sicuro e al riparo
dalle tempeste
per una destinazione
che neppure conosco.

Ho solo confidato
sulla parola
che il Navigante
mi aveva affidato:
lasciare il certo,
il conosciuto
per l'incerto e
lo sconosciuto.

Ho alzato l'ancora
e sono partito
con la paura nel cuore
di non farcela,
ma con la certezza
di non essere solo.

Ora sono in mare
aperto e mi chiedo
se la realtà e la verità
del mio essere Uomo
in questa Terra
è quella che vedo
con i sensi 
o è qualcosa di più
che percepisco
con la mia mente,
che esploro
con la mia anima.

da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", Pferraio 2014

sabato 13 settembre 2014

Le lingue di fuoco

Quanto tempo
sono stato
fermo a copiare
nella mente
le capriole della fiamma
che si consumava
nel focolare 
della casa dei nonni?

Quante ore
non lo so…
Forse dieci minuti
o un anno intero
o una vita completa
spesa
a interpretare
il crepitio di fiamma
sulla corteccia secca del fusto
proveniente
dalla foresta del Giove.

Sempre uguale
il fuoco
identico a se stesso:
così era
In questo modo
lo memorizzo
Così si ripeterà
nell'eternità.

Ed io
particella mortale
dell'universo
pronto a gustarlo
nel suo più profondo
significato.

Così 
mi sono avvicinato
a Dio!

da "Il mare in un bicchiere di plastica", Pferraio 2014

domenica 10 agosto 2014

Le more dei roveti elbani

Crescono sugli orli
dei fossi di campagna
della mia Isola
le more dei roveti

Tante, infinite,
nascoste e protette
da un lenzuolo
di spine

Me lo insegnò
mia sorella:
lascia perder le rosse,
le verdi sono acerbe
prendi invece le nere
sono buone da mangiare

Così facevo 
e per non perderle
le infilavo su un filo di fianello
con le dita nere
come macchiate d'inchiostroper farci una collana
di frutti della natura
da mangiare
per combattere i morsi
della fame
nel periodo della guerra.

Può sembrare strano
ma le more dei buscioni
dell'Elbami hanno insegnato
a conoscere gli uomini
e a distinguerli.

da "Minimilia", Portoferraio 2014

Cosa c'è dietro l'affondamento della corazzata Roma?

Perché i Tedeschi dopo l'8 settembre si accanirono in questa maniera contro la corazzata Roma?
Leggete il libro e lo capirete.., comprenderete il prezzo di sangue che ha pagato il nostro Paese... nell'ultimo conflitto mondiale

venerdì 1 agosto 2014

Dismissioni

Mi salutò
con un bacio
in fronte
mia zia
al paese
prima che uscissi
di casa
con cartella
grembiule nero
e fiocco azzurro
il primo giorno di scuola

'Vai e conquista
il mondo'
mi disse sulla soglia
di casa
'Che il cammino
ti sia propizio'

Il viaggio è durato
più di 50anni
e ora che sono giunto
alla meta
e ho dismesso
il grembiule
mi chiedo
se il mio girovagare
ha prodotto
frutto
se sono riuscito
o meno
a trasmettere
l'amore per la poesia
se non ho tradito
la fiducia dei grandi
riposta in me

Quel bacio vive ancora
e quella fiammella
sacra oggi
come allora
arde sempre in me.

da "Minimilia", Pferraio 2014


martedì 29 luglio 2014

A immagine di Dio... lo creò..,

Riuscirò mai 
con le parole
a riprodurre
il miracolo
che compie 
ogni volta
la musica,
quando libera
nell'aria le note
e unisce fra loro
nell'armonia dei suoni
le genti del mondo?
Potrò mai farle
sentire membra di uno
medesimo corpo
usando solo
il suono
della mia parola?
Scende nel cuore
l'armonia
e fa accendere
la scintilla
del sublime
che conduce
l'uomo sulla soglia
del divino.
da "Minimilia", Elba 2014

L'inno alla gioia in piazza

sabato 26 luglio 2014

Temporale estivo sull'isola

Sotto un temporale estivo
mentre il cielo
non sa come comportarsi
se chiudersi
o aprirsi a occidente,
qualcuno da una soffitta
non molto lontana
strimpella sulla tastiera
una melodia
di una vecchia canzone francese
Cadono 
da un cielo chiaro
color latte
goccioloni
di cristallo
sulle piastre di granito
del selciato 
che porta in cantina
Battono sul tetto
come tanti minuscoli tamburi
Suonano come
minuscoli xilofoni
ora piano
ora più forte,
a volte lento
per poi all'improvviso
accelerare
la canzone 
di quest'estate
vissuta nel ricordo di te.
da "Il mare in un bicchiere di plastica", Pferraio 2014

lunedì 21 luglio 2014

Gli eroi della corazzata Roma

Volete sapere il motivo dell'affondamento della corazzata Roma (9 settembre 1943)?
Leggete il libro


e buona lettura

Gli eroi della corazzata Roma

Perché i Tedeschi si accanirono nell'affondare la Roma e perché proprio lei e non un'altra corazzata della flotta italiana che si dirigeva a sud della Penisola? Leggete il libro...



buona lettura..

domenica 8 giugno 2014

Notturno

Ho lasciato la porta
mezza aperta
perché entrasse 
la brezza che cresce
dal mare

mi portasse il canto
delle Sirene
che fa rimpiangere
il Sole
e fa tanto desiderare
la Luna
con le sue facce
nascoste
che rivela però 
solo agli amanti
che vivono
nell'ombra.

venerdì 2 maggio 2014

Come è triste il Primo Maggio

E’ stato uno dei Primi Maggio fra i più tristi della storia recente del movimento dei lavoratori. Cosa c’era da festeggiare? Mai, come in questo periodo, si era registrato un così alto il tasso di disoccupazione. Mai come oggi si è riscontrata una così pronunciata difficoltà dei giovani d’inserirsi nel tessuto produttivo della Nazione. E non parliamo dei laureati che le nostre Università stanno sfornando di volta in volta, con il risultato finale di trovarsi i neodottori a sbattere contro il muro della ‘non ammissione’, del “Le faremo sapere”, dei colloqui a lungo tenuti su banali quiz che alla fine non risolvono nulla.
Non c’era nulla da festeggiare in questo Primo Maggio. Se non la morte del sistema. Se non la conferma che la nostra Democrazia e la sovranità lasciata al popolo erano divenute lettere morte, solo sulla carta. E’ chiaro che in questo stato di cose la colpa principale se la assume il governo; il quale potrebbe dare tutte le spiegazioni di questo mondo, che gli è mancato il tempo, che è stata una questione di priorità, che ha pensato a risolvere altre più improrogabili e più gravi questioni d’interesse nazionale. Insomma giustifichiamo tutto, noi Italiani, perché siamo fatti così, ma non toglieteci neppure questo: il dover constatare la morte del Primo Maggio.
Che il malato sia grave lo si era capito già lo scorso anno; che le nostre industria non avevano più l’accessibilità alle liquidità e ai prestiti bancarie è da quando è iniziata la crisi che lo si sapeva. Non si aggiunge niente di nuovo. Ma quelle facce, ieri, nelle Piazze d’Italia di giovani che partecipavano ai concertini non li dimenticheremo facilmente: delusione, mancanza di fiducia, assenza di prospettive future. E quant’altro ancora?
E’ anche la fine di un sistema di governo che ha prodotto questo stato di cose. I grandi accordi e ammucchiate fra Destra e Sinistra che votano insieme per sostenersi a vicenda e durare nel tempo, hanno il tempo scaduto. La Democrazia è tutt’altra cosa e deve soprattutto dare le opportunità a quelle persone che sono di valore e che si reputano in grado di far compiere un passo in avanti al nostro Paese. Il Parlamento non è riuscito neppure a eleggere il nuovo presidente; si è dovuto richiamare nonno Napolitano del quale mi piace ricordare questo episodio che riguarda l’Isola sulla quale sono nato e cresciuto e con queste due reminiscenze chiudere questa pagina di commento così amaro sul Primo Maggio. Quando fu chiaro che il destino delle miniere elbane era quello di andare alla chiusura e alla cessazione, una delegazione formata da sindaci dell’allora Pci di Rio Elba e Rio Marina si fece ricevere da ministro competente senza ricevere assicurazioni; trovandosi in uno stato d’animo facilmente comprensibile a voi, i sindaci chiesero d’incontrare anche rappresentanti del Pci fra cui l’onorevole Napolitano ai quali esposero le loro preoccupazioni. Napolitano commentò: “Ma tanto voi avete il mare!”, come voler dire che soluzioni alternative gli Isolani le potevano trovare, divenendo da operai a camerieri. E le miniere furono chiuse. Il lavoro come diritto che spetta alla persona; rispetto della sua dignità. Non era così negli anni Trenta quando, il Primo Maggio, i minatori solevano andare su monte Giove insieme con i loro caporali, controllori e padroni delle miniera e fare una scampagnata all’aria aperta. E dopo aver mangiato e bevuto ben bene, per passare il tempo i padroni si divertivano nel far mettere ai minatori sulle rocce del monte i piatti per poi divertirsi al tiro al bersaglio. Tiravano le pietre sui piatti dei lavoratori… non è forse questa l’immagine del Primo Maggio 2014?

martedì 29 aprile 2014

Sogno d'amore

E se in un attimo
mi imaginassi
di esserti vicino
di sentire il tuo respiro

se questa fosse
l'unica possibilità
che gli Dèi ci danno
per vivere 
il nostro amore
così segreto
ma così forte
così intimo
ma così profondo
e azzurro
come il mare

che male faccio
se apro la finestra
ai miei sogni
e dò ali
alla mia fantasia?

da "Il mare in un bicchiere di plastica", Pferraio 2014

sabato 26 aprile 2014

INVASIONIDIGITALI 2014 A FORTE FALCONE

INVASIONIDIGITALI 2014 A FORTE FALCONE

sabato 19 aprile 2014

La rivista "Lo Scoglio" dedicata tutta a Napoleone Bonaparte

Il numero 100 della rivista “Lo Scoglio” (nella foto la copertina del numero oggi in edicola, n.d.r.), fondata da Aulo Gasparri,  va a coincidere con il Bicentenario del breve regno di Napoleone sull’Elba, una ricorrenza che si celebra in tutta l’isola con eventi di rilevanza internazionale. “Lo Scoglio” non poteva mancare a questo appuntamento. Lo fa dedicando ampio spazio all’epopea napoleonica, senza trascurare alcuni episodi minori che coinvolsero gli Elbani in un evento tanto straordinario quanto inaspettato.

mercoledì 16 aprile 2014

Dedicato a mio padre

Se solo per un attimo
tu potessi ritornare in vita,
padre mio,
potrei sentirmi appagato
delle mie speranze
di fanciullo
finalmente realizzato,
come quando
mi facesti trovare
in cantina la bicicletta nuova
rossa
come premio 
per la mia promozione

Ecco la morte
io non l'ho capita:
non ho compreso
perché separarsi 
dalle persone che amo

Con te era 
dolce e serena
la notte
Adesso sono io 
che attraverso
questa foresta
Sono io protagonista 
del mio tempo

Forse mi volevi 
insegnare proprio questo, 
quando mi hai salutato
l'ultima volta?

da "Minimilia", Portoferraio, 2014

domenica 13 aprile 2014

Tante volte caduto.. e poi

Quanto volte sono inciampato
e caduto rovinosamente
per terra
lungo la strada 
che porta
all'Aia di Cacio

Strada lunga
difficoltosa
con tante buche
e un'infinità di trabocchetti

E quando il calpestio
diventa praticabile
ci si mettono allora
i rovi e i pruni 
che s'impigliano
alle tue vesti,
ti trattengono
impedendoti di camminare

Eppure 
mi sono sempre rialzato
forte nella determinazione
di raggiungere
la vetta del monte
e già pregustando
in cuor mio
la vista che avrei
goduto da lassù

Solo il grande amore
di libertà
di spazi immensi
all'orizzonte
di fragranza di odori
primaverili
guida i miei passi
sempre più lenti e cadenzati
per condurmi a te
Calliope
la più bella 
fra tutte le Muse

Colei che regge
il mio canto
di uomo mortale.

Da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", Portoferraio, 2014

sabato 5 aprile 2014

Estasi

Il tuo pensiero
nel mio.
Quanto mi piacerebbe
il mio
fosse presente
nel tuo!

Sopra di me
i gabbiani
volteggiano
e cantano fino a sera,
aspettando il rientro 
delle motobarche
dei pescatori.

Perché le nostre vite
si allontanano?
In questo perenne
e immortale mutare
delle cose?

Chi mi fa restare
ancorato a questo
scoglio in mezzo
al mare
è l'amore
che mi viene
portato dal vento
e cade su di me
come pioggia
e come un bacio
a lungo desiderato
e a lungo avuto.

da "Minimilia", Portoferraio, 2014

sabato 8 marzo 2014

Non profanate i miei ricordi

Entrate pure
ma non fate rumore
Agite e muovetevi
con discrezione
qui è tutto fragile:
basta poco
per rompere
la magia dell'incantesimo

Mi porto dietro
il dolce fardello
dei ricordi
Sto bene 
in questo caldo abbraccio
perché ritrovo
chi ho amato
e tutto
è magicamente
al posto come ho lasciato
Il tempo non ha avuto
nessun potere
su di lui.

Per favore:
se entrate
guardate in silenzio
ma non toccate niente:
si potrebbe rompere
qualcosa.

Da "Il mare in un bicchiere di plastica", Pferraio 2014

domenica 23 febbraio 2014

Settima decisiva per il premier Renzi

Neppure uno sguardo. Gli occhi dei due premier (il primo uscente e il secondo entrante) del Pd non si sono neanche scambiati uno sguardo. Il primo si sentiva tradito da partito, dal suo stesso sostenitore (almeno fino all'altro ieri), il secondo invece ce l'aveva su per via della delusione provata dal "compagno" che aveva disatteso le aspettative. Aveva operato male. Non si era dato da fare con la determinazione che invece il Paese si attendeva. E poi erano rimasti irrisolti alcuni casi che avvero avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque, come il ministro Cancellieri in evidente imbarazzo in Parlamento e lui che la difendeva a spada tratta dando la consapevolezza che alle sue sorti (quella della Cancellieri) erano legati anche le fortuna del suo esecutivo. Poi la vicenda che si trascina da troppo tempo e che riguarda la situazione dei marò che devono essere processate in India e il tribunale ritarda all'infinito il momento della celebrazione del processo. Ma non sono niente nei confronti invece delle scelte di carattere economico che il Paese si attendeva e che invece non sono state avviate, come la politica del lavoro e degli incentivi alle aziende per far partire l'economia familiare (quella affidata alle piccole aziende dove, nella maggiorana dei casi vi lavorano i padri, le madre i figli e altri gradi di parentela, insomma quel fenomeno tipicamente italiano che ci aveva contraddistinto in tutto il mondo e che era servito da volano a far ripartire l'economia dell'intero Paese). Infine la legge elettorale che ancora stagna nella palude con tutti i rischi di farla restare per vita natural durante. Certo che condivido il parere espresso da altri in merito a questa crisi: che è e resta extraparlamentare, che è arrivata in un momento particolare (ma Letta non era rientrato a Roma dopo la sua visita in Kuwait dove aveva convinto gli sceicchi a tornare a investire in Italia con i loro petroldollari?). Una impressione che questo conato, tutto interno al Pd, sia nato per dare uno scossone all'apparato; dare e offrire cose certe. Ma è chiaro che, a questo punto, se le cose no andranno per il verso che è stato detto a rimetterci la faccia sarà per primo lui, il nostro sindaco di Firenze. ma che strano! Ciò che non è stato possibile conseguire con la Pira, uomo e spessore politico (a mio parere) superiore a Renzi, è riuscito invece a quest'ultimo. Con una accelerazione degli eventi che ha del fantastico. Ben venga allora il governo del fare, dopo essersi liberati dagli orpelli declinati sopra. E' chiaro che le prossime settimane saranno decisive per il più giovane premier della storia repubblicana. Non vorrei che si rivelassero estremamente veritiere quelle frasi che sono state strappate da alcuni concittadini fiorentini che bollano il nostro con un'espressione popolare colorita.. "è un parolaio che a volte le spara grosse!". Sia la Storia (quella importante) a correggere e a smentire il tutto, rimanendo attaccate alla realtà e non alle sovrastrutture che ci vengono in prestito dalla nostra formazione e dalle nostre aspettative. Il mondo è così e non ci aggiungiamo altri significati, perché correremo il rischio di non essere più intesi. Come ha fatto la signora delle pulizie di Bari, anna Macchi, che ha buttato in discarica quattro opere d'arte scambiandole per rifiuti. "Ma erano semplicemente dei biscotti gettati per terra - ha detto - Pensavo fossero caduti a qualcuno ed io li ho raccolti per metterli nel cestino dei rifiuti". Come non darle ragione? Dei biscotti per terra sono caduti a qualcuno: vai a pensare che erano opere d'arte! 

Roberto Di Marino,Die pappel vom Karlsplatz (Il pioppo della Karlsplatz ...

domenica 9 febbraio 2014

Bomba d'acqua annunciata...

In attesa di Godòt. Parafrasando il titolo dell’opera teatrale che ha decretato il successo planetario al drammaturgo irlandese Samuel Beckett e non stravolgendola nel suo contenuto, si potrebbe dire che le ore che ci separano dalle otto e mezzo di domani, lunedì 10 febbraio 2014, (data diffusa nei bollettini della Protezione civile ad alto rischio) rappresentano la stessa attesa per una disgrazia annunciata; che si dovrà compiere e per il cui concretizzarsi  Vladimiro e Estragone (i due protagonisti della rappresentazione teatrale irlandese) restano in attesa su una strada di campagna. Mi è venuto in mente Godot mentre mi metto in attesa dell’annunciata pioggia torrenziale che si abbatterà nel Centro Italia. Domani tutte le scuole di ogni ordine e grado della costa tirrenica ed etrusca (comprese quelle dell’arcipelago) resteranno chiuse, perché è in arrivo la bomba d’acqua: mare agitato e alta marea metteranno a dura prova le coste della Toscana già di per sé vessate dalle passate piogge e alluvioni. Ma sarà così dura la mattinata, domani? Bisognerà tambussarsi ben ben in casa e non muoversi per aspettare che la buriana passi. Sarà così dannoso questo passaggio così fortemente annunciato di maltempo? Vedremo. Certo che in queste ore c’è in noi l’ansia nell’attesa dell’evento che ha ispirato e ha dettato questa prudenza?
O sarà invece il solito tam tam di avvisi e di ordini, per evitare poi le polemiche che si alzeranno, in caso di calamità e di distruzioni alle cose (speriamo che non capiti invece niente alle persone). Si dichiara l’allerta, per evitare che poi i giornali scrivano che la Protezione Civile non è in grado di prevedere eccezionali eventi piovosi. Staremo a vedere, tenendoci a portata di mano l’ombrello e l’impermeabile, pronti a qualsiasi evenienza.  Ma è certo (e questa volta lo diciamo appellandoci alla teoria degli eventi storici) che quando le disgrazie sono preannunciate non sono mai così disastrose come potrebbero apparire in un primo momento. I fatti più calamitosi si verificano solo quando non c’è nessun preavviso. Aspettiamoci, dunque, il maltempo e le piogge torrenziali che caratterizzeranno l’intera mattinata, confidando nelle capacità dei nostri sistemi di smaltimento di far defluire verso il basso l’acqua. E qui desidero cogliere il secondo aspetto: che è quello che appartiene al nostro essere umano. Non conosciamo il nostro destino. Non sappiamo cosa ci può riservare il domani (né il bello né il brutto).
Viviamo, confidando nella Buona Sorte. Il conoscere che tra poche ore si abbatterà sopra i nostri cieli un cataclisma, non ci fa certo stare sereni. A questo punto allora è meglio non conoscere il futuro e andarci incontro con fiducia, con quella fatalità che quello che deve capitarci ci capiti pure. Ma non è per questo che non dobbiamo essere preparati all’evento. E’ la nostra stessa natura umana che è impastata di precarietà, di instabilità, del nostro essere e della nostra vita che è davvero appesa a un filo. Siamo tutti consapevoli che dovremo consegnare il biglietto di fine corsa, anche se in cuor nostro speriamo che il giorno o il momento sia il più lontano possibile, ma non per questo non viviamo con apprensione il nostro tempo. Non conosciamo l’ora, come invece conosciamo la “bomba d’acqua” che si scaglierà domani mattina sopra le nostre teste. E’ bene allora non farsi trovare impreparati e pronti a saper reagire. Per un puro sentimento di sopravvivenza che ci è naturale.

domenica 2 febbraio 2014

Più attenzione per convivere con un territorio così a rischio


 Sembra l’apocalisse. A scorrere le notizie che ci arrivano da ogni parte della Penisola, nelle località colpite da alluvioni o investite dalle continue piogge, pare che non ci sia scampo. Diventa palpabile la constatazione che si abbia a che fare con forze scatenate da Titani, irati nei confronti degli uomini e per questo degni di essere flagellati e colpiti così duramente. Quando piove così in abbondanza, c’è pericolo che torrenti e i maggiori fiumi del Paese tracimino, che l’acqua invada le case, lasciando devastazioni e anche morti. Non c’è scampo per nessuno. Sembra che non sia mai successo che piova così durante le stagioni invernali. Ma non sarà mai avvenuto prima una situazione del genere? Perché solo adesso, nel Terzo Millennio, la pioggia deve significare morte e distruzione? Che sia la prova dell’Apocalisse finale annunciata dai Profeti?
   Ora, senza scomodare citazioni bibliche e maghi di ogni ordine e grado, ritengo che questa sia la dimostrazione dello scarso interesse o pessima attenzione che l’uomo ha posto nei confronti dell’ambiente. Se si va a vedere dove si trovano geograficamente le zone colpite dalle calamità naturale, ci accorgiamo che, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di non curanza, faciloneria, oppure di un gioco troppo azzardato che è sempre riconducibile però all’uomo. 
In parole povere abbiamo perso o più semplicemente abbiamo dimenticato quel filo invisibile che gli anziani ci avevano consegnato e che ci legava al territorio: sapere leggere la natura nella stessa misura come fanno gli animali che l’abitano, per stabilire una relazione duratura con esso. 
Ma quando non ci poniamo su questa lunghezza d’onda e costruiamo senza attendere che ci diano il permesso, tanto poi alla fine pagando una sopratassa, si chiede il condono dell’abitazione, quando non rispettiamo le regole idrogeologiche del nostro habitat e facciamo sì che le nostre città si espandano nelle zone cosiddette alluvionate, allora perché prendersela con il tempo che ci regala così tanta pioggia? Alla stessa maniera delle strade. Oggi ci si riferisce agli ingegneri, ma non erano forse i Romani che quando si trattava di segnare una via di comunicazione facevano andare avanti gli animali, sicuri che da dove passavano loro ci si poteva avventurare? 
Non dico adesso che dobbiamo rifarci a questi esempi, ma avere una maggiore attenzione attorno alle caratteristiche del suolo che dovrà sostenere un traffico automobilistico, la si dovrà esigere, per evitare che ci siano smottamento o improvvisi cedimenti di carreggiate.
   Alla fine di tutto questo concludo dicendo che è necessario che si abbia una cura del nostro ambiente. Abitiamo un Paese dalla geografia inusuale, con caratteristiche proprie: diventa prioritario allora l’insegnamento nelle scuole dell’educazione all’ambiente, alla sua conoscenza e alla sua valorizzazione, nel senso della vita e non perché debba regalare la morte e la distruzione a così tante persone.

domenica 19 gennaio 2014

Fermare la catena dei suicidi è un obbligo morale per i nostri politici

A questo punto non sono più casi isolati. I suicidi sono una realtà che va affrontata con le giuste misure e con l’impegno di arrivare a tamponare tale increscioso fenomeno che, almeno in Toscana, è incredibilmente in ascesa. Fermare simili gesti così violenti verso la propria persona è diventato nelle ultime ore un imperativo categorico  che dovrà mettere in fibrillazione prima di tutto la classe dirigente, quindi lo Stato  e i vari apparati governativi che presiedono la vita della Repubblica, senza dimenticare le associazioni volontarie e religiose. Diventa emergenza. Oltre che a denotare un diffuso malessere della nostra società. 
   A preoccuparci ulteriormente è il fatto che chi si suicida non sono emarginati, profughi o gli ultimi della scala sociale. 
Tutt’altro. Le persone che ne sono coinvolte sono rappresentanti della media – alta borghesia imprenditoriale. E su tutto questo malessere serpeggia sempre la stessa e unica soluzione: problemi di natura economica. Una banca che non riesce più a sopravvivere per problemi strutturali suoi interni ed esterni. Un’impresa che non onora i suoi debiti perché le commesse sono incredibilmente abbassate e al di sotto della soglia minima che le garantisce la sopravvivenza, guadagnare poco rispetto a quanto si spende. Insomma sono questi i conti spicci cui si deve far fronte. E quando non ci si fa più a quadrare i bilanci, la soluzione migliore è quella di staccare la spina e passare nel mondo dei più. Sempre le stesse motivazioni di fondo. Un tempo il suicidio era ispirato da passioni amorose che non potevano essere soddisfatte per complessità intrinseca dei rapporti individuali. Oggi non è più così. 
   La piovra che attacca le persone è sempre e unicamente lei, il denaro; per essere più espliciti, l’euro che sta mietendo vittime a non finire.

E’ chiaro a questo punto che il governo è chiamato a risolvere in prima persona queste contingenze. Con atti concreti, senza oberare ulteriormente i cittadini di altre imprescindibili tasse. Che pagate, non danno l’impressione del mutare delle cose:segno che la voragine che si è prodotta nell’organismo dello Stato è ampia e complessa. Ma occorre agire, per arginare il fenomeno. Sugli organi di stampa sempre le stesse notizie a commento, sempre la stessa tiritera e nomenclatura di morti suicidi e i commenti delle persone che conoscevano gli infelici uguali in tutte le latitudini: brava gente, non li abbiamo mai sentiti gridare, gente lavoratrice. Eppure si sono suicidati. Ecco l’effetto di questa crisi che sembra non finire mai che porta come conseguenze una miriade crescente di disoccupati, che fa gridare i giovani nelle piazze o sui giornali, come è successo proprio questa mattina sul quotidiano di Napoli “Il Mattino”, dove un ragazzo si dichiarava pronto a “vendere” un suo rene per pagare le tasse. Incredibile. 
   Lo schiaffo alle istituzioni è forte. Bisogna che il parlamento escogiti qualcosa e finalmente che faccia qualcosa per fermare questa pericolosa emorragia. 

mercoledì 1 gennaio 2014

Quale è il ruolo di un guardiano del faro?

Quante volte mi sono chiesto
quale è il mio scopo
in questa torre
fra quattro muri
screpolati
screziati
spaccati 
dal libeccio e tramontana
usati così
dal tempo
in mezzo al mare
nero come può esserlo
il catrame delle nostre strade

se non avessi la certezza
di servire a qualcuno
di dare l'ultima
speranza a chi lotta
contro gli elementi scatenati

Io, nonostante loro,
vivo ancora

da "Minimilia", P.ferraio 2014