L’amore per la cultura e non solo. Anche per l’arte
tout court. La passione per il collezionismo, la natura e le armi. Tessera dopo
tessera prende forma la figura poliedrica e dai molteplici interessi (in parte
trasmessi in eredità dalla famiglia, in parte dall’ambiente fiorentino che ha
frequentato per lunghi periodi) di Mario Foresi, il fondatore della biblioteca comunale
che porta il suo nome. Ma anche l’artefice di un vero tesoro conservato nei
magazzini. Qualche volta esposto, sia pure a tratti. Il più delle volte invece
lasciato sulle scansie. Una collezione accumulata e arricchita via via di vere
e proprie eccellenze. Poi donata alla comunità elbana, a dimostrazione del suo
smisurato amore per l’Isola, perché le nuove generazioni ne traessero
vantaggio. In primis per la loro formazione culturale. Convinto qual era che i
saperi rendono gli uomini sempre più liberi. Lo spinse la passione per le
lettere a raccogliere opere del ‘500, ‘600 e ‘700. Alcune di queste in edizioni
così rare e preziose al punto che neppure la biblioteca Nazionale di Firenze ne
conserva una copia. Sono state fatte oggetto di studi universitari. E una
mostra fu allestita nel 1983. Poi le cinquecentine furono depositate sugli
scaffali. L’esposizione fu curata da Marina Grazia Barboni, in collaborazione
con il Comune di Portoferraio, la Regione toscana e il Dipartimento Istruzione,
Servizio beni librari e archivistici. In quella occasione fu anche pubblicato
il catalogo dell’intera raccolta; alcuni esemplari furono esposti in bacheche
di vetro alla visione del pubblico che ebbe così l’opportunità di ammirare i
frontespizi (e anche il resto conservato fino a quel momento sugli scaffali)
dei volumi. Stessa sorte che hanno seguito le tavole anatomiche edite a Venezia
agli inizi del 1800, a cura di Leopoldo e Floriano Caldani, fisiologi,
anatomisti e scienziati italiani. Infatti, nella primavera del 2008
nell’archivio storico presso il centro De Laugier, fu organizzata
un’esposizione nel corso della quale furono mostrati quattro tomi di disegni e
un’altra opera appena restaurata con il contributo della Fondazione Cassa di
Risparmi di Livorno, formata da 400 fogli. L’idea fu lanciata da Giuseppe Battaglini,
direttore all’epoca della Foresiana. Il quale, non potendo disporre dello
spazio necessario per sistemare adeguatamente l’intera collezione, pensò bene a
praticare il sistema della rotazione delle tavole. Ogni giorno, qualcosa di
diverso e non meno interessate della giornata precedente, mettendo però a
disposizione del visitatore il volume contenente la completa raccolta. Fu così
tanto il clamore di queste tavole che furono diversi atenei italiani a
interessarsi alla collana di Foresi. Sempre nella primavera del 2008 una
seconda mostra, non meno interessante della precedente. Si trattava questa
volta di armi. In tutto una ventina, alle quali si aggiunsero successivamente altre
acquisizioni di varia provenienza, compresi i lasciti di altri elbani, come
quello del generale Ulisse Aronni. E' lo stesso Foresi, nel suo inventario
dattiloscritto, a parlarcene dettagliatamente. Sono pezzi unici. Eccezionali.
Con un pedigree di tutto rispetto, come le spade del duello del patriota
Gabriele Pepe e Alphonse de Lamartine esposte in vetrina nella pinacoteca, come
le due pistole di proprietà di re Giorgio d'Inghilterra o quelle appartenute al
principe Luigi Napoleone. Tutti esemplari attorno ai quali si è dipanata la
storia del continente europeo. E si arriva così, infine, al maggio 2013.
Nell’archivio storico del Comune fu presentato l’erbario di Joseph Antoir,
medico chirurgo militare francese con la passione per la botanica. Il dottore realizzò
la raccolta intorno agli anni 1810-1830. Essa comprende piante dell'Isola
d'Elba, della Toscana, dell'Egitto, della Siberia, della Cina. Nei depositi
della Foresiana ci sono 20 grosse scatole numerate progressivamente. Sulla
costola sono applicate a mano e in stampatello le etichette dove spicca, a
grossi caratteri, la scritta "Herbier". Scrisse su "Lo
Scoglio" Aulo Gasparri: "Raccolte in fascicoli si trovano ben
conservate alghe, licheni, funghi, felci e piante di ogni genere. Ogni
esemplare è ben disseccato come se fosse stato raccolto di recente". Una
cura quasi maniacale per i particolari, un valido aiuto per conoscere meglio il
mondo esterno. Per apprezzarlo, amarlo e modificarlo senza però distruggerlo.
Peccato che tutto questo sia chiuso in scatole di cartone accatastate nel
deposito del De Laugier.