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lunedì 31 dicembre 2012

A mio padre


Non ricordo
padre
la tua mano
nella mia
su per le scale
che portavano
alla nostra casa.

'Gli uomini
non si tengono
per mano',
mi dicevi;
non seppi neppure
consolarti nella tua disperazione
quando tua madre
ci lasciò:
'Ora sono solo', dicesti.
'Ma ci sono io', risposi.

Non mi ascoltavi:
la mente persa
dietro ai ricordi d'infanzia.
Ti offrirò io il braccio
nel tuo faticoso andare,
come facesti una volta tu
rialzzandomi da terra.


da "Minimilia", 2004


sabato 29 dicembre 2012

La vigna del poeta


Mio padre, muratore,
usa la mestola come una penna:
fa e disfà le facciate del paese;
scrive versi
sui sassi imperlati di minerali,
a futura memoria.
Anch'io scrivo parole
sulle pietre
che neppure la pioggia
riesce a cancellare.
Mia madre insegna ai bambini
il catechismo:
persona da bene cui le mamme
affidano volentieri le proprie creature.
Mia nonna, con la marra,
sradica le erbacce dalla vigna.
Seduto sull'argine 
su una sedie fatta da 
foglie larghe di pampana
guardo il lavoro paziente
e già pregusto 
il giorno della raccolta.
                                                                                      da "Minimilia", 2007

Il vecchio castagno


Il vecchio castagno
di campagna
non fa più frutti:
i rami protesi nel cielo azzurro
sembrano unghie

Come quelle
del povero vecchio
minatore
passata la vita
a grattare la terra
a recuperare
il vello d’oro.
Pare che dall’alto
mi dica che è stato
inutile sfidare
le procelle:
oramai si abbandona
al suo irreversibile
destino.

da “Il mare in un bicchiere di plastica”, Pferraio, 2009

mercoledì 19 dicembre 2012

La nave




La nave andava sul mare

liscio, come olio

Aveva il suo punto

da raggiungere

la meta

a lungo sognata

e bramata.



Anch'io correvo

verso di te,

come isola

per molto tempo

bramata

e sempre ricordata

per la dolcezza

delle tue labbra

Il più bel presepe



Pensi
che ancora
mi potrei meravigliare
della tua assenza?
Quando ti ho aperto
la porta sapevo
cosa sarei andato
incontro

Come ora so
che ci sei
anche se non ti sento
non ti parlo:
semplicemente vivi in me
Anche se faccio
di tutto per non
pensarti
tu mi esplodi dentro

E ti cerco,
come il rabdomante
indovina la fonte
come il naufrago
spera  nella spiaggia:
nessun altro presepe
al mondo potrà
sostituire questa
mia lunga attesa di te.

domenica 2 settembre 2012

L'uomo che vendeva macchine fotografiche


Fermatevi se potete
in via del Giardino numero 36
al negozio del vecchio fotografo
Espone macchine di ogni tipo
e di ogni tasca
su pellicola in bianco e nero
o a colori

Dedicategli un attimo del vostro tempo
ne avrà di cose da raccontarvi
di immagini da farvi vedere
rubate alla realtà
fermate nella storia dell'umanità
Di tipi che ha immortalato
di amori consacrati
di infanti portati
al fonte battesimale
di cartoline precetto
di militari scomparsi e mai più
ritornati
alle loro case
di madre abbrunate e vedove inconsolabili

Vi giuro che tipi così
non ne incontrerete più
è una razza in estinzione
A lui ho ordinato una foto
voglio anch'io sfidare il tempo
fermare le stagioni
che si accaniscono sul mio corpo
incapsulare questo mio grande
amore
perché mi ricordi sempre
dei momenti felici che solo tu
hai saputo donarmi

da "Minimilia", Pferraio 2012

sabato 1 settembre 2012

Temporale estivo


Ho aspettato
la pioggia
nei lunghi pomeriggi
d’estate
quando il sole
non dava tregua
e anche le cicale
sospendevano
il loro canto
perpetuo

Ho desiderato
la pioggia
dopo interminabili
giorni di calure africane
quando neppure un bagno
ristoratore
in mare
pareva non regalarmi
un po’ di refrigerio

 Adesso che all’improvviso
è arrivata
ne ho quasi paura
lo stesso che in amore!
Il cielo si è fatto
grigio e nero
una cappa di piombo
il giorno è divenuto notte..
il vento ha sferzato la pioggia
che ha spento la polvere
sulle strade di campagna
ha ingrossato i torrenti
allagato i campi

e quando pareva che fosse
quello il giorno dell'Apocalisse
è ritornato il sole
e l'azzurro si è aperto
a oriente

Accade come in amore:
per tutta la vita
ti ho aspettato,
dolce compagna
dei miei sogni,
desiderato!
Adesso che sei entrata
nella mia vita
mi sento impaurito
come il bimbo
del buio
Ma la tua presenza
mi corrobora e stimola
nel mio peregrinare terreno:

in fondo
è ancora estate

 da "Il mare in un bicchiere di plastica", 2012

E' già Settembre



Settembre 
l’ho riconosciuto
dall’aria pungente del mattino
dal vento fresco
che sale dal mare
dal sole 
che quando è coperto
non ti fa sudare
ma quando è libero
nel cielo
fa sentire ancora
la sua forza

E’ come se scattasse
anche dentro me
come avviene
per gli uccelli migratori
un richiamo
che mi ricordi
le cose che restano da fare
l’uva matura
da cogliere nei filari
l’odore del mosto
da cialcicare nei palmenti
e il sapore dei tuoi baci
rubati fra le foglie rossastre
dei pampini
perché nessuno ci vedesse
e sapesse del nostro 
infinito e pazzo amore.

da L'Ultima Stella ad Ovest di Cassiopea, settembre 2012


giovedì 5 luglio 2012


Come le rondini



Quando dal mare
salirà la notte
piano piano
e l'oscurità
abbraccerà tutto,
è il ricordo di te
che diventa più struggente:
sono sicuro
che come le rondini
tornano al loro nido,
così tu ti affaccerai
nel mio firmamento


Come perla custodita
dall'ostrica,
piccola lacrima
sfuggita alle Najadi,
così tu mi offrirai
il tuo amore
che è celato
agli altri
dalle valve dell'ostrica
che sanno di salmastro


Sulla mia bocca
il tuo nome
fiorisce
come pegno d'amore
che sfida il tempo.

da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", Portoferraio 2012


domenica 10 giugno 2012

Il giorno del Corpus Domini
E' la festa dei fiori,
le vie del borgo
quelle principali,
quelle dritte
che portano
sulla soglia
del tempio
tappezzate
da una miriade di petali
e fiori:
fiori di campo,
papaveri, malva,
giacinto,
ma anche rose,
gigli e ortensie;
ma su tutti
le finestre
fiorite.

Una processione
di ragazzi
della prima comunione
e il canto intonato
da mia madre:
era l'estasi della natura,
l'apoteosi della fede
che salutava
l'ingresso di noi ragazzi
giunti sul limite
della gioventù,
ecco cosa mi è rimasto
di questa festa
E tu, dolce e fedele mia compagna,
dov'eri
con il tuo abitino
bianco da sposa celeste?

Già esistevi
nei miei pensieri
e un giorno
ti avrei trovato.

da "Minimilia", Portoferraio, 2012
La locomotiva

Sono salito con te
sulla locomotiva
Ho sentito
il rumore delle rotaie
il calore del fuoco
della caldaia
il vento sul mio viso.

Sono salito con te
sul treno
dei miei sogni
per incontrare
l'Amore
per sentire
il tuo fiato
sulle mie labbra

Ho sussurrato
parole di fuoco:
per te
sono diventato
poeta.


da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", P.ferraio, 2012

mercoledì 2 maggio 2012

Le lacrime di Allah


Narra un'antica leggenda mesopotamica che una volta Allah, gettato lo sguardo nel giardino dell'Eden, si accorse che l'uomo aveva dissipato le sue ricchezze. Dove aveva lasciato la libertà, scorgeva la schiavitù; dove aveva regalato l'amore, regnava l'odio: il fratello contro il fratello, i figli contro i genitori, i mariti conto le spose; dove aveva sparso la pace, si diffondevano invece le guerre e la morte. Capì allora che il suo avversario, il Dio delle Tenebre, aveva approfittato della sua assenza per annullare i doni che aveva concesso all'umanità, sostituendoli invece con i segni del Male. Il risultato fu che, mentre il Dio rifletteva sul daffarsi, due lacrime gli rigassero le guance e cadessero sulla Terra, divenendo due grossissimi diamanti, così preziosi che non esisteva Regno in tutta l'Asia che potesse contrastare una simile ricchezza. Il Magnifico vide quanto era successo e aggiunse: "Desidero offrire agli uomini quest'ultima opportunità: colui che troverà le gemme, sarà l'uomo più felice del mondo". Fortuna volle che le lacrime cadessero in mare e che fosse una sirena a notarle, mentre si adagiavano sul fondo. Viveva ora in uno sperduto paese della costa un povero pescatore che guadagnava solo quanto gli bastava per vivere. Fu la sirena un giorno a parlargli delle gemme d'Allah che il grande mare Oceano nascondeva nel suo grembo. Del loro incredibile valore. Del loro possesso che significava divenire Signore della Terra. Rispose il pescatore: "Che ne farei di un simile tesoro, se il tempo, il tempo stesso venisse a mancare alla mia vita? Tu poi vivi in un elemento diverso dal mio: il tuo mondo non è il mio. A me basta venire qui, sullo scoglio, tutte le sere a guardati e ad ascoltare il profondo respiro del mare, con la Luna che m'insegna a sognare, per sentirmi l'uomo più felice del mondo. Finché i miei occhi avranno luce...".

Come papaveri rossi nel prato


In una notte d'inverno un ricco mercante di tappeti di Baghdad si fermò alla taverna di Yusuf, nel Tagikistan per riposarsi fino all'alba. Mentre consumava la cena, elencava agli altri commensali le ricchezze di cui era in possesso; elogiava la fedeltà della moglie e l’attaccamento dei figli al padre, felicitandosi di aver dato loro una sana educazione islamica. Prese allora la parola un vecchio che iniziò a raccontare. Tre donne andarono al pozzo del villaggio ad attingere acqua. Una disse: "Mio figlio è così forte che nessuno ha coraggio di contraddirlo". "Il mio - rincalzò la seconda - canta così bene che sembra un usignolo". La terza donna taceva. Quando le brocche furono piene, le tre donne fecero ritorno alle loro case e tre giovani si mossero loro incontro. Uno faceva salti e piroette prendendo a calci i sassi della strada; il secondo cantava e fischiava come un passero. Il terzo infine andò dalla madre, le prese il secchio e lo portò a casa. "Dimmi, ricco mercante - interrogò il vecchio - quale dei tre è il figlio migliore"? "Naturalmente quello che aiutò la madre a portare a casa l'acqua". "Hai risposto bene al quesito. Nonostante che tu sia preso dietro ai guadagni e ai beni terreni, sai ancora distinguere dove sta la vera saggezza. Seguila e non ti far abbagliare dalla ricchezza dei tuoi commerci che poi seccano come le rose del deserto, come i papaveri quando inizia l'estate".[da "Il Capitano di Napoleone", di prossima pubblicazione]

martedì 10 aprile 2012

Giochi atroci da bambino


Paperamessa
dimmi la messa
altrimenti ti stacco
un'ala

Era la filastrocca
che i più grandi
avevano insegnato ai piccoli
E l'insetto
che nulla sapeva
del rischio cui sarebbe andato
incontro
si passava le due zampette davanti
sulle testa
per poi unirle
come se dicesse
parole
e chinando la testa
diverse volte
come fa il prete sull'altare

Mi fece impressione
la crudeltà del mio caro
amico
quando le strappò le ali
e la lasciò sullo stelo d'erba.

Cosa mai può fare
un insetto
abituato a volare
a restare sempre
nello stesso luogo
anche quando tutto
ciò che c'era da mangiare
era finito?

lunedì 2 aprile 2012

I muri della case del mio paese


Sono screpolati

i muri delle case

del mio paese.

Imbrattati di calce

spenta mischiata

a perle di minerale

che al sole d'agosto

brillano

come tanti diamanti

sul collo di una sposa.

Eppure

mi sembrava

un mondo incantato,

quello,

meglio della reggia

di Traiano

nel suo romitaggio

sull'Isola del Tirreno.

Effetto, forse,

della mia età dell'oro

oppure

ricordi piacevoli

della mia gioventù?

da "La Terza Stella a Ovest di Cassiopea", Pferraio 2012

sabato 17 marzo 2012


Due assi
recuperate dalla cantina
Due funi usate
per trascinare gli animali
al pascolo
che terminavano
con catene
provenienti
dalle miniere:
era l’altalena
che aveva costruito
per me
mio padre
in campagna
fissata
alla lungherina
della veranda.

Con quella volavo
in alto
lanciato sopra
il crepaccio
che avevo sotto gli occhi
e poi riapprodavo
sano e salvo
in piazzetta.

Era il mio passatempo
preferito
nei giorni d'estate.
Mi piaceva sentire
il vuoto allo stomaco
Provare scosse
elettriche
lungo la schiena
e poi la calma assoluta
di quando rimettevo
piede in terra.

Non c’era ippogrifo
migliore che facesse
librare in cielo
la mia fantasia.

da "Minimilia", Pferraio, 2012

Il bambino che non ha accettato la morte del padre

Tornerà da me
mio padre
un giorno o l'altro
lo sento

Lo aspetto
tutte le sere
al tramonto
quando rientrano
le barche
dalla pesca:

il suo bichiere
il suo cucchiaio
la sua scodella
sulla tavola
apparecchiata,
tutto come
allora

La cena però
si raffredda
ed anche oggi
mangerò
da solo

Non entrare
nella mia stanza
Non parlarmi
di Dio
Non farmi conoscere
il cielo,
così azzurro
così profondo
e così vero.
_________
da "Il diario di bordo", 2002

lunedì 12 marzo 2012

In ricordo di mia nonna


Il vento ricordi
quel giorno di marzo
gelido
persistente
tagliente?
Entrava da sotto gli usci
chiusi
attraverso le fessure
delle finestre
frugava nelle stanze
aperte

Morì quella mattina
mia nonna
Il vento
- dissero i miei -
se l'è portata via
il vento

Mi piace
oggi
immaginarla in cielo
tra le nuvole azzurre
di quest'incipiente primavera.

sabato 10 marzo 2012

Vento di marzo


Il vento ricordi
quel giorno di marzo
gelido
persistente
tagliente?
Entrava da sotto gli usci
chiusi
attraverso le fessure
delle finestre
frugava nelle stanze
aperte

Morì quella mattina
mia nonna
Il vento
- dissero i miei -
se l'è portata via
il vento

Mi piace
oggi
immaginarla in cielo
tra le nuvole azzurre
di quest'incipiente primavera.

Il vecchio pescatore

E sull'ora

del tramonto

ritornò il pescatore

a riva

Che pesci

sono finiti

nella la tua rete?

Ho visto un delfino

che mi ha accompagnato

fino a terra,

rispose

il vecchio

Sì, ma che cena

ti prepari

stasera?

Ho ascoltato

il respiro

del mare

che s'infrangeva

sulla chiglia

della barca,

continuò

senza rispondere

alla mia domanda

Ho cantato

ritmando con i remi

antiche filastrocche

di pirati

Che bisogno

ho di mangiare

se sono già

sazio?

E tirava in secco

la barca soddisfatto

della sua giornata

pensando già in cuor suo

alla prossima

e ultima sortita

in mare.

da "Minimilia", Pferraio, febbraio 2012