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domenica 18 febbraio 2018

Capolavori d'arte nascosti



L’amore per la cultura e non solo. Anche per l’arte tout court. La passione per il collezionismo, la natura e le armi. Tessera dopo tessera prende forma la figura poliedrica e dai molteplici interessi (in parte trasmessi in eredità dalla famiglia, in parte dall’ambiente fiorentino che ha frequentato per lunghi periodi) di Mario Foresi, il fondatore della biblioteca comunale che porta il suo nome. Ma anche l’artefice di un vero tesoro conservato nei magazzini. Qualche volta esposto, sia pure a tratti. Il più delle volte invece lasciato sulle scansie. Una collezione accumulata e arricchita via via di vere e proprie eccellenze. Poi donata alla comunità elbana, a dimostrazione del suo smisurato amore per l’Isola, perché le nuove generazioni ne traessero vantaggio. In primis per la loro formazione culturale. Convinto qual era che i saperi rendono gli uomini sempre più liberi. Lo spinse la passione per le lettere a raccogliere opere del ‘500, ‘600 e ‘700. Alcune di queste in edizioni così rare e preziose al punto che neppure la biblioteca Nazionale di Firenze ne conserva una copia. Sono state fatte oggetto di studi universitari. E una mostra fu allestita nel 1983. Poi le cinquecentine furono depositate sugli scaffali. L’esposizione fu curata da Marina Grazia Barboni, in collaborazione con il Comune di Portoferraio, la Regione toscana e il Dipartimento Istruzione, Servizio beni librari e archivistici. In quella occasione fu anche pubblicato il catalogo dell’intera raccolta; alcuni esemplari furono esposti in bacheche di vetro alla visione del pubblico che ebbe così l’opportunità di ammirare i frontespizi (e anche il resto conservato fino a quel momento sugli scaffali) dei volumi. Stessa sorte che hanno seguito le tavole anatomiche edite a Venezia agli inizi del 1800, a cura di Leopoldo e Floriano Caldani, fisiologi, anatomisti e scienziati italiani. Infatti, nella primavera del 2008 nell’archivio storico presso il centro De Laugier, fu organizzata un’esposizione nel corso della quale furono mostrati quattro tomi di disegni e un’altra opera appena restaurata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, formata da 400 fogli. L’idea fu lanciata da Giuseppe Battaglini, direttore all’epoca della Foresiana. Il quale, non potendo disporre dello spazio necessario per sistemare adeguatamente l’intera collezione, pensò bene a praticare il sistema della rotazione delle tavole. Ogni giorno, qualcosa di diverso e non meno interessate della giornata precedente, mettendo però a disposizione del visitatore il volume contenente la completa raccolta. Fu così tanto il clamore di queste tavole che furono diversi atenei italiani a interessarsi alla collana di Foresi. Sempre nella primavera del 2008 una seconda mostra, non meno interessante della precedente. Si trattava questa volta di armi. In tutto una ventina, alle quali si aggiunsero successivamente altre acquisizioni di varia provenienza, compresi i lasciti di altri elbani, come quello del generale Ulisse Aronni. E' lo stesso Foresi, nel suo inventario dattiloscritto, a parlarcene dettagliatamente. Sono pezzi unici. Eccezionali. Con un pedigree di tutto rispetto, come le spade del duello del patriota Gabriele Pepe e Alphonse de Lamartine esposte in vetrina nella pinacoteca, come le due pistole di proprietà di re Giorgio d'Inghilterra o quelle appartenute al principe Luigi Napoleone. Tutti esemplari attorno ai quali si è dipanata la storia del continente europeo. E si arriva così, infine, al maggio 2013. Nell’archivio storico del Comune fu presentato l’erbario di Joseph Antoir, medico chirurgo militare francese con la passione per la botanica. Il dottore realizzò la raccolta intorno agli anni 1810-1830. Essa comprende piante dell'Isola d'Elba, della Toscana, dell'Egitto, della Siberia, della Cina. Nei depositi della Foresiana ci sono 20 grosse scatole numerate progressivamente. Sulla costola sono applicate a mano e in stampatello le etichette dove spicca, a grossi caratteri, la scritta "Herbier". Scrisse su "Lo Scoglio" Aulo Gasparri: "Raccolte in fascicoli si trovano ben conservate alghe, licheni, funghi, felci e piante di ogni genere. Ogni esemplare è ben disseccato come se fosse stato raccolto di recente". Una cura quasi maniacale per i particolari, un valido aiuto per conoscere meglio il mondo esterno. Per apprezzarlo, amarlo e modificarlo senza però distruggerlo. Peccato che tutto questo sia chiuso in scatole di cartone accatastate nel deposito del De Laugier.