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domenica 12 gennaio 2020

Bilancio di un anno che si chiude


   L’anno che sta volgendo al termine è stato caratterizzato dalle più molteplici e variegate iniziative; manifestazioni di portata regionale, se non nazionale. Le più rilevanti meritano una menzione nel bilancio (non certo esaustivo) di quanto accaduto in questo lasso di tempo sul nostro “scoglio”. Esse, da qualsiasi punto si guardi, hanno contraddistinto il 2019. Dallo sport, al tempo libero, dalle iniziative culturali dal più ampio spettro, a quelle di puro svago, alle sagre paesane, alle passeggiate all'interno del parco promosse dall’ente, per finire con le eccellenze eno-gastronomiche. Passiamole in rassegna, allora, quelle più rilevanti, che sono state spalmate nel corso della primavera, dell’estate e dell’autunno 2019. Su tutte però si distingue lei, l’Elba, che le ha ospitate, caratterizzate e che è riuscita a dare a esse una connotazione del tutto particolare, appunto elbana, come marchio di fabbrica. L’Isola si è presentata come un eccellente laboratorio a cielo aperto, perfetto contenitore in grado di attirare e attrarre sportivi, studiosi o semplici turisti per ogni singola proposta. E questo è già di per sé importante, considerando quanto sia determinante il terziario per l’economia elbana e valutando l’andamento del turismo nella stagione appena conclusa in tutto il nostro Paese (in talune famose località della Penisola che si sono avvalse più dell’Elba del contributo dei mezzi di comunicazione di massa nazionali e no, si è parlato di un calo di presenze anche oltre il 5 per cento). Nonostante la diminuzione di vacanzieri anche da noi (2% in meno, secondo i dati pubblicati dall’associazione degli albergatori), l’Elba ha tenuto rispetto alle altre stazioni turistiche. Segno che il richiamo ha funzionato. Che l’isola è sempre appetibile per gli Italiani e per il resto dei residenti d’Europa.
   Dell’aspetto politico, caratterizzato con il primo gennaio 2019 dalla riunificazione di due comuni storici (Rio nell’Elba e Rio Marina) in un’unica municipalità soprannominata il Comune di Rio, abbiamo parlato nel precedente numero dello “Scoglio”. Così come del rinnovo delle amministrazioni comunali, anch’esso analizzato nell’ultima pubblicazione della rivista. Resta da rimarcare la peculiarità stessa della maggiore isola della Toscana, che ancora una volta ha dato la possibilità di offrire la ‘location’ ideale e accogliere così diversi e disparati avvenimenti. Che sono, ripetiamolo, nell’ambito dello sport, dell’ambiente e della cultura. Come, per esempio, non citare l’Iron Tour Cross, unico triathlon off road a tappe d’Italia, che quest’anno è giunto alla quinta edizione e ha visto convergere su Capoliveri migliaia di sportivi? Senza dubbio ha rappresentato una ghiotta occasione vacanziera da trascorrere sull’Isola d’Elba per atleti, tecnici, accompagnatori e familiari alla fine del mese di aprile. Per non parlare del Rallye storico Trofeo Locman che ha spento quest’anno la trentunesima candelina e che ha salutato più di cento equipaggi impegnati nelle varie categorie a dare il meglio di sé per mettere le mani sull’ambito premio finale. Ma ci sono, comunque, tre eventi che hanno contrassegnato l’anno che si chiude: le celebrazioni per il cinquecentenario della nascita del granduca di Toscana, Cosimo I de’ Medici, il fondatore della città di Portoferraio avviate con la precedente amministrazione e conclusasi con l’attuale, la Bit per la prima volta all’Elba e la ripresa degli scavi archeologici alla Villa romana delle Grotte, di cui parliamo in altra parte della rivista.
   La Borsa internazionale del turismo sportivo e benessere termale ha lasciato Montecatini per approdare a Portoferraio. Per la Bit ecco pronta una nuova formula e nuova sede, proprio all’Isola d’Elba, considerata il paradiso dell’outdoor. Infatti l’Elba è la prima tra le mete di vacanza in Italia. A dirlo non siamo noi (che potremo essere parti interessate), ma il Summer Vacation Destinations Report 2019, che indica le migliori destinazioni estive sulla base del maggior interesse dimostrato per l’estate dai viaggiatori italiani con ricerche e prenotazioni sul portale internazionale TripAdvisor. Dunque, un ottimo risultato. A cornice di questo quadro si piazzano senza dubbio la cura e il rispetto dell’ambiente. L’Elba ha imboccato la strada di voler essere sempre più ‘plastic free’, considerando che dal mare e dal turismo l’Isola trae da sempre cultura, tradizioni e perché no? Ricchezza. L’aspetto più rilevante è la risposta che i giovani studenti elbani hanno dato a questo problema, fondando un Forum e impegnandosi nel dare risposte positive a quest’invasione della plastica nel nostro mare e in natura, nei punti più panoramici dell’isola e lungo i percorsi di trekking organizzati dal parco nazionale. I giovani studenti non potevano rimanere indifferenti di fronte a un pericolo così incombente dovuto al degrado ambientale. Ed è proprio dalla regina dell’arcipelago toscano che trae vigore la battaglia. Il tutto avviene nel periodo in cui sono cominciate ad affiorare in superficie le prime ecoballe di plastica (si dice che siano finiti sul fondale nei pressi di Cerboli ben 56 pacchi di rifiuti caduti da una nave da carico). Così anche l’Elba risulta essere tra i territori italiani a intraprendere la battaglia contro la plastica, con gli studenti in prima fila.
   Infine la cultura. L’abbiamo lasciata per ultimo, perché è un po’ come il dessert al termine di un lauto pasto. Molteplici gli ‘happening’ che sono stati realizzati fra presentazioni di libri, incontri con gli autori (anche di fama) nelle biblioteche pubbliche o nelle librerie dislocate nei vari paesi isolani o semplicemente nelle piazze, conferenze nei siti storici e nei luoghi d’arte. Il motore immobile del meccanismo il premio letterario internazionale Raffaello Brignetti che da due anni a questa parte ha una nuova location, l’hotel Airone. Una citazione speciale, in questo contesto, la meritano Marciana Marina che ha regalato serate dedicate alla poesia, cominciando con il poeta giramondo Manrico Murzi e Marciana che ha ideato “Borgo d’arte, Festival d’arte contemporanea”. Che altro non è che un progetto d’arte contemporanea “nato per valorizzare – dicono gli organizzatori - comunicare e promuovere il patrimonio culturale e naturalistico dell’antico borgo medievale di Marciana”. Per raggiungere questo obiettivo sono stati recuperati di vecchi fondi e magazzini in disuso al fine di trasformali in spazi espositivi. E’ un programma finalizzato a incentivare lo scambio culturale e la tutela del territorio, a supportare la crescita professionale di artisti elbani e no. E fatto nuovo, il festival ha promosso e supportato ogni forma di arte contemporanea.
Da questo quadro, sia pure incompleto e sommario di ciò che è successo all’Elba quest’anno, si evince un dato che viene riconosciuto a ogni stagione turistica, ma che ancora una volta non ha trovato un’adeguata soluzione: la mancanza di una regia sovra comunale che coordini fra loro i vari eventi. Potrebbe farla la Gat, se non fosse impegnata nel discutere il contributo di sbarco. Un argomento che sarà lasciato in eredità al 2020 che già bussa alle porte, insieme al futuro dell’aeroporto elbano.

A tu per tu con 30 mufloni sul Capanne

MARCIANA. Di primo acchito, osservando questo incredibile scatto fotografico di Alessio Gambini, si ha la sensazione di trovarsi davanti a un documentario di "National Geographic". Invece no. Siamo sui contrafforti del monte Capanne, sul versante occidentale dell'Elba, appena spuntato ieri mattina il sole. E l'istantanea sui social in un attimo è diventata virale. «Mi sono trovato all'improvviso - ricostruisce Alessio Gambini risponendo al Tirreno dalle pendici del monte Capanne - di fronte a un branco di una trentina di mufloni. Quasi a tu per tu ed è stato magnifico. Ero a poca distanza dal gruppo e gli animali per nulla impauriti dalla mia presenza hanno continuato a brucare l'erba. La sensazione che ho provato? Un senso di pienezza. Di perfetta simbiosi con la natura e con gli animali che vivono la montagna. Certo - continua Alessio, il "camminatore montanaro" mezzo elbano di Pomonte e mezzo galiego, con la Corsica nel cuore - sono perfettamente conscio che questi animali dovrebbero essere controllati. Soprattutto la loro proliferazione, perché siamo su un'isola e il territorio a loro disposizione non è infinito. Tutt'altro. Sono consapevole dei danni e dei guasti che producono alle colture e ai giardini che razziano per procurarsi da mangiare. Per questo ritengo che sia utile monitorare regolarmente la popolazione di questi ovini selvatici. Ma quando all'improvviso di trovi davanti a loro, allora dimentichi tutto, i loro raid mattinieri fino alle case dei paesi collinari o alle ville nelle valli marcianesi o pomontinchi. Con questi animali superbi davanti capisci il senso della montagna e il suo valore». Già, la montagna. Esiste un 'fil rouge' che unisce Alessio a monte Capanne. Non può stare a lungo senza inerpicarsi lungo i sentieri che portano alla vetta e quando si trova lassù scattare scatta foto a mezzo fiato che puntualmente pubblica sul suo profilo. Non c'è periodo dell'anno che non lo si trovi lassù, fra le nuvole a camminare fra i sentieri granitici. E le sue emozioni le consegna ai video con l'intento che altri, dopo di lui, lo seguano in questo straordinario rapporto con la montagna. Quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente perché ci raccontasse com'era arrivato a immortalare questo eccezionale incontro mattutino, si trovava alle Calanche (900 mt), un sito che testimonia insediamenti protostorici. Infatti è caratterizzato da una piazzaforte e una bassa cinta muraria che si adatta alle condizioni orografiche del luogo. Poco distante la grotta alle Pecore, un riparo rupestre frequentato dal paleolitico sino al II millennio a.C., insieme alle formazioni rocciose della Cote Ritta o Sasso Alto, del Sasso Basso e del Gobbetto. Come se non bastasse nella zona è presente anche una necropoli rupestre riferibile all'Età del Bronzo. Qui sono stati rinvenuti frammenti di vasellame, orci frammentari, vasetti miniaturistici e rocchetti in argilla. «L'Elba è questa - dice sempre Alessio - voglio far conoscere questo perfetto insieme fra archeologia, storia e natura. Ma ho un sogno - conclude - riuscire a portare in montagna anche i diversamente abili per far vivere loro questa esperienza».