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mercoledì 12 luglio 2017

I mufloni e l'Elba

«La decisione di eradicare il muflone all'isola d'Elba non è stata presa 'per gli ingenti danni procurati all'agricoltura', ma semplicemente perché l'animale è una specie alloctona o aliena». Lo scrive il presidente del Parco nazionale Giampiero Sammuri, rispondendo a una lettera che gli era stata fatta recapitare da Delia Volpi, aderente a Wwf. E allo stesso tempo il presidente risponde anche alle altre numerose lettere pervenute nella sede del Parco, sempre inerenti il problema d'estirpare l'animale non autoctono. «Secondo la convenzione per la diversità biologica - aggiunge - si definisce aliena "una specie introdotta dall'uomo intenzionalmente o accidentalmente al di fuori del suo naturale areale distributivo, presente o passato". Il grande pubblico non sa che le specie aliene sono la seconda causa di perdita di biodiversità nel mondo, dopo la distruzione del l'habitat, come certifica la più grande organizzazione mondiale di conservazione della natura, la Iucn. Una prestigiosa e seria associazione ambientalista, Birdlife International, ha scritto in un paper di pochi anni fa, che le specie aliene hanno concorso all'estinzione del 50% delle specie di uccelli che si sono estinte negli ultimi 500 anni (68 su 135) e che delle 179 specie minacciate in modo critico secondo la red list dell'Iucn».Come se non bastasse, un documento a firma congiunta Cbd-Iucn del 2010 consigliava che l'eradicazione delle specie aliene è consigliata sopratutto nelle isole, dove le specie invasive fanno i danni più grandi alla fauna e flora autoctone, costituite in gran parte da endemismi, in tempi brevissimi. Quanto ai danni procurati dai mufloni il presidente del Parco evidenzia come nelle zone in cui è presente il muflone, il numero delle plantule (ciò le piccole piante che garantiscono il rinnovamento del bosco) è di solo il 14% rispetto alle piante adulte. È il contrario della situazione normale, quando dovrebbero essere più abbondanti, come infatti avviene nel settore orientale dell'isola, dove il muflone è assente, e dove sono il 172% delle adulte. «Il muflone non può essere - si legge nella nota - un'attrazione turistica. Se lo fosse, rappresenterebbe un modello sbagliato di rapporto dell'uomo con la natura, fatto di manipolazioni ed azioni che alterano i normali equilibri naturali. Il parco non è un giardino zoologico dove si va ad ammirare animali esotici, ma un territorio dove si salvaguardano i valori naturali che, quando sono alterati si cerca di ripristinare". E aggiunge: "Chi ha immessi gli animali e chi eventualmente lo ha permesso, ha sbagliato. Noi stiamo lavorando per riparare quest'errore. È sempre uno sbaglio immettere volontariamente o involontariamente da parte dell'uomo il muflone. Sinceramente ci dispiace che non voglia venire più nell'isola d'Elba. Mi permetto solo di farle notare - conclude la nota di Sammuri - che l'eradicazione del muflone la renderà proprio più "naturale e selvaggia" in quanto la sua presenza è assolutamente 'artificiale', che se non mi sbaglio è il contrario di naturale».