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domenica 16 giugno 2013

Ma il popolo è sempre sovrano?

La notizia più confortante è che finalmente è arrivata l’estate: l’anticiclone delle Azzorre che regala sul Mediterraneo il bel tempo pare abbia cominciato a fare sul serio. E non ci lascia più.
 Ma il quadro generale sul quale ci muoviamo in questo faticoso inizio di Terzo Millennio non dà alcune speranza di ripresa, alcun segnale positivo. Ci sembra che le notizie si ripetano in continuazione e siano identiche a qualche giorno (se non settimana) prima: continua la striscia (purtroppo) di sangue che funesta le nostre cronache; continua il femminicidio e pare che non lanci segnali di controtendenza; continuano i suicidi per ragioni di lavoro con alcune punte autolesionistiche, nella vana speranza di sbloccare una situazione che pare lunghissima. E, di fronte a questo atteggiamento, da evidenziare l’incremento delle trasmissioni cosiddette di attualità e le passerelle dei vari uomini politici che danno, ognuno però, la brava formula per uscire dalla crisi. Peccato che quanto viene proposto non abbia ad essere condiviso dagli altri, sicché il risultato finale è quello di far accrescere la confusione e aumentare il rumore. 
Così, aumentando il caos e il disordine, non si capisce più niente e torniamo a vivere alla giornata. Ma a cosa servono queste trasmissioni in cui si smaschera (o si cerca di farlo) il malcostume, si mettono alla gogna nomi importanti, se poi, finita la musica, restiamo punto a capo con gli stessi problemi? A Cosa servono? Una passerella davanti alle televisioni e farsi belli con discorsi populisti… e poi? 
E arrivo al punto centrale del mio intervento: le ultime elezioni amministrative hanno enunciato l’estremo dato che vede il popolo sempre più nauseato della classe politica. Il fenomeno dell’assenteismo è finito per essere fenomeno, per diventare un dato di fatto che si ripete ogni anno e sempre più con maggiore e più grave incidenza: la gente diserta le urne. 
E’ su questo argomento che gli uomini politici e le varie formazioni (oggi che non esistono più i partiti) devono riflettere, su questa forbice che si è aperta tra il parlamento o tra coloro che governano le nostre città o i nostri comuni e invece il popolo che continua a non esprimersi se non in stretta minoranza. E se succede questo significa che il popolo non ha più fiducia nel sistema, si allontana dalla classe e non riconosce più chi sta al potere. Non si tratta più di un mandato elettorale di popolo, ma di settore e i sindaci dovrebbero prima di tutto pensare a questo e chiedersi perché la gente non è andata a votare. 
E ritengo che per avvicinare le persone ai Palazzi non ci sia bisogno di atti eclatanti, straordinari. Basta risolvere i problemi quotidiani, quelli che si devono affrontare ogni giorno. E’ cominciando dalle piccole azioni, ma agendo, facendo che si riconquista il popolo e lo si avvicina alla politica. La quale è stata troppo intesa come affaristica, occasione per arricchirsi, anziché essere ritenuta un servizio per la gente che è i  difficoltà. Troppi soldi sono circolati, e troppi smacchi sono stati compiuti. Molte ferite sono aperte, è necessario dare segnali che vanno in controtendenza!