Cerca nel blog

domenica 23 febbraio 2014

Settima decisiva per il premier Renzi

Neppure uno sguardo. Gli occhi dei due premier (il primo uscente e il secondo entrante) del Pd non si sono neanche scambiati uno sguardo. Il primo si sentiva tradito da partito, dal suo stesso sostenitore (almeno fino all'altro ieri), il secondo invece ce l'aveva su per via della delusione provata dal "compagno" che aveva disatteso le aspettative. Aveva operato male. Non si era dato da fare con la determinazione che invece il Paese si attendeva. E poi erano rimasti irrisolti alcuni casi che avvero avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque, come il ministro Cancellieri in evidente imbarazzo in Parlamento e lui che la difendeva a spada tratta dando la consapevolezza che alle sue sorti (quella della Cancellieri) erano legati anche le fortuna del suo esecutivo. Poi la vicenda che si trascina da troppo tempo e che riguarda la situazione dei marò che devono essere processate in India e il tribunale ritarda all'infinito il momento della celebrazione del processo. Ma non sono niente nei confronti invece delle scelte di carattere economico che il Paese si attendeva e che invece non sono state avviate, come la politica del lavoro e degli incentivi alle aziende per far partire l'economia familiare (quella affidata alle piccole aziende dove, nella maggiorana dei casi vi lavorano i padri, le madre i figli e altri gradi di parentela, insomma quel fenomeno tipicamente italiano che ci aveva contraddistinto in tutto il mondo e che era servito da volano a far ripartire l'economia dell'intero Paese). Infine la legge elettorale che ancora stagna nella palude con tutti i rischi di farla restare per vita natural durante. Certo che condivido il parere espresso da altri in merito a questa crisi: che è e resta extraparlamentare, che è arrivata in un momento particolare (ma Letta non era rientrato a Roma dopo la sua visita in Kuwait dove aveva convinto gli sceicchi a tornare a investire in Italia con i loro petroldollari?). Una impressione che questo conato, tutto interno al Pd, sia nato per dare uno scossone all'apparato; dare e offrire cose certe. Ma è chiaro che, a questo punto, se le cose no andranno per il verso che è stato detto a rimetterci la faccia sarà per primo lui, il nostro sindaco di Firenze. ma che strano! Ciò che non è stato possibile conseguire con la Pira, uomo e spessore politico (a mio parere) superiore a Renzi, è riuscito invece a quest'ultimo. Con una accelerazione degli eventi che ha del fantastico. Ben venga allora il governo del fare, dopo essersi liberati dagli orpelli declinati sopra. E' chiaro che le prossime settimane saranno decisive per il più giovane premier della storia repubblicana. Non vorrei che si rivelassero estremamente veritiere quelle frasi che sono state strappate da alcuni concittadini fiorentini che bollano il nostro con un'espressione popolare colorita.. "è un parolaio che a volte le spara grosse!". Sia la Storia (quella importante) a correggere e a smentire il tutto, rimanendo attaccate alla realtà e non alle sovrastrutture che ci vengono in prestito dalla nostra formazione e dalle nostre aspettative. Il mondo è così e non ci aggiungiamo altri significati, perché correremo il rischio di non essere più intesi. Come ha fatto la signora delle pulizie di Bari, anna Macchi, che ha buttato in discarica quattro opere d'arte scambiandole per rifiuti. "Ma erano semplicemente dei biscotti gettati per terra - ha detto - Pensavo fossero caduti a qualcuno ed io li ho raccolti per metterli nel cestino dei rifiuti". Come non darle ragione? Dei biscotti per terra sono caduti a qualcuno: vai a pensare che erano opere d'arte! 

Roberto Di Marino,Die pappel vom Karlsplatz (Il pioppo della Karlsplatz ...