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domenica 19 settembre 2021

Concerto di musica classica in Duomo


Concerto di musica classica, con artisti di primissimo piano. L’evento è promosso dalla parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria del capoluogo elbano. Sarà anche l’occasione per un gesto di solidarietà rivolto al recupero di una delle più sacre chiese portoferraiesi ed elbane. Stiamo parlando della Cappella votiva della Chiesa del SS. Sacramento, dedicata ai caduti della Grande Guerra, opera (1934) di Severino Crotti e decorata con affreschi di Giuseppe Mazzei, i cui lavori di recupero architettonico sono iniziati alcuni anni fa, ma mai portati definitivamente a termine per mancanza di fondi. Intanto ci si prova stasera a effettuare una colletta, che confluirà nelle casse dell’arciconfraternita destinata a costituire il prezioso tesoretto che servirà a finanziare questo impegnativo intervento restaurativo. “Sarà effettuata durante il concerto – si affrettano a sottolineare gli stessi organizzatori - una raccolta del tutto volontaria di fondi a favore della Cappella così cara alla comunità insulare”. Dal profilo storico delle vicende della chiesa attraverso i secoli è evidente l’importanza che la Cappella votiva ha rivestito e tutt’ora riveste per la storia di tutta l’Elba. Si è reso improrogabile, allo stato attuale delle cose, il suo restauro strutturale. Da anni essa è stata transennata perché inagibile. D’altro canto, l’arciconfraternita del Ss. Sacramento non dispone di risorse finanziarie per sobbarcarsi un onere così oneroso per autorizzare un impianto recupero architettonico di questa levatura. Il quale, una volta portato a termine, permetterebbe di restituire alla chiesa-museo le meritate finalità di custodire e di far fruire a fedeli e visitatori oltre 500 anni di storia di Portoferraio e di tutta l’Elba. Nel corso degli anni sono molte le iniziative promosse per favorire il pacchetto restaurativo. Nel 2018, per esempio, si mossero Italia Nostra Arcipelago Toscano, con il patrocinio del Comune, della Proloco, della Cosimo de’ Medici, con la collaborazione della “Fonte Napoleone” per una mostra di tavolette votive conservate nella chiesa e restaurate dalla scuola d’arte Saci. Addirittura gli ‘Amici dell’Enfola’ organizzarono manifestazioni estive con lo scopo di raccogliere denaro. Ma torniamo all’esibizione musicale di questa sera. L’anima principale della manifestazione sarà la bravissima soprano Natalia Sayko, maestra del coro parrocchiale, accompagnata da altrettanto bravi strumentisti quale Matilde Galli all’organo, Vincenzo Vullo all’oboe e Oleksandr Sayko al violino.  Tutti artisti di notevole levatura musicale, c’è anche Oleksandr (Sascha), che è il figlio di Natalia ed è un ragazzo di 14 anni dotato di grandi potenzialità: sta infatti studiando e partecipando a concorsi - per ora a livello nazionale - e a maggio scorso ha vinto il primo Premio Assoluto del decimo concorso internazionale musicale “Città di Scandicci”, organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana e dalla Regione Toscana e ad altri sta partecipando con eccellenti risultati. L'accesso al Duomo sarà consentito solo alle persone munite di Green pass.

 

domenica 12 settembre 2021

Comune: stop al dissalatore di Mola


“Molti scambiano i lavori che sono iniziati per realizzare una villa privata in pratica più o meno nella medesima zona in cui si sarebbe dovuto costruire il dissalatore di Mola, come l’inizio di questa mega struttura pubblica. Ci chiamano per avere chiarimenti. Delucidazioni. Non è niente di tutto questo. Si tratta semplicemente di un edificio privato che va proprio a insistere nelle vicinanze di dove sarebbe previsto l'impianto industriale”. Italo Sapere, presidente del comitato per la difesa di Lido e del golfo Stella, chiarisce i termini della questione; soprattutto adesso che il Comune di Capoliveri, ha espresso parere negativo sulla realizzazione dell’impianto per dissalare l’acqua del mare, ripetendo la sua posizione durante l’ultima conferenza dei servizi che era stata indetta dall’Autorità Idrica Toscana. Hanno partecipalo ai lavori della seduta i rappresentanti di Asa, dell’Ait, della Regione Toscana, della Capitaneria di Porto di Portoferraio e del Comune di Capoliveri. Gli amministratori di questo comune, nel cui territorio andrebbe a insistere l’impianto di dissalazione, hanno depositato il parere negativo espresso dalla Commissione comunale nell’agosto scorso. A cui hanno aggiunto il parere negativo di carattere paesaggistico del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Capoliveri e quello relativo alla variante delle opere marittime per la realizzazione del primo lotto dell’impianto di dissalazione. “Allo stato attuale delle cose non c’è niente di concreto – afferma sempre Sapere – Siamo sempre sul piano delle ipotesi progettuali e burocratiche. Solo idee e basta. Se si esclude l’unica realizzazione a Mola che ha visto interramento di una tubazione la cui finalità sfugge a tutti. Alcuni dicono che si tratta di un probabile collegamento con la dorsale idrica; altri invece azzardano che si tratti del collettore che scaricherebbe in mare la salamoia prodotta dal dissalatore. Staremo a vedere”. Il sindaco di Capoliveri, Walter Montagna puntualizza: “Per la prima volta il Comune ha depositato atti inconfutabili circa la sua posizione, ovvero la sua netta opposizione a che possa realizzarsi questo intervento sul proprio territorio e ciò per ragioni tecniche, procedurali e di evidente impatto ambientale. La nostra è una decisione ferma sulla fattibilità delle opere”. “Il verbale riassuntivo della conferenza – continua Montagna - mette in evidenza tutte le criticità da noi sollevate circa la non fattibilità del dissalatore nel luogo e con le modalità che Ait, Asa spa e Regione Toscana intendono, invece, realizzare. Siamo convinti della bontà delle nostre posizioni e non intendiamo discostarci dalle medesime, che difenderemo in ogni sede per tutelare il nostro territorio e la nostra gente”. “Noi del comitato – prosegue Sapere – le osservazioni che oggi ha fatto proprie l’amministrazione comunale di Capoliveri le abbiamo formulate da anni. È chiaro, a questo punto, che la cosa non può che farci piacere. Ora ci sentiamo più fiduciosi nel buon esito finale della questione dissalatore a Mola. Speriamo – conclude il presidente del comitato cittadino – che tutto vada nella direzione che noi desideriamo”.

sabato 11 settembre 2021

Il trionfo di Giuseppe Catozzella al premio Brignetti

La 49esima edizione del premio internazionale “Isola d’Elba, Raffaello Brignetti” ha consacrato come vincitore Giuseppe Catozzella con il romanzo storico “Italiana” (Mondadori). A proclamarlo ci ha pensato il presidente della giuria letteraria del premio, Alberto Brandani, prima nel corso della conferenza-stampa organizzata alle 12,45 di ieri dal comitato promotore presso l’hotel Airone di San Giovanni, e poi presentato ufficialmente al pubblico elbano nell’arena della Villa romana della Linguella, sempre ieri sera a partire dalle 21,30 durante la cerimonia ufficiale di premiazione. A fare gli onori di casa il conduttore di Rai1, Marco Frittella, affiancato dalla showgirl Valeria Altobelli, finalista della trasmissione ‘Tale e quale show’, senza contare al parterre de rois davvero eccezionale. Erano presenti infatti personaggi di spicco quali il prefetto Francesco Paolo Tronca e il direttore de ‘Il Giornale’ Augusto Minzolini. “Italiana di Giuseppe Catozzella – ha detto Alberto Brandani - è un romanzo storico di notevole impianto e spessore. La nascita (cruenta) di una nazione, una guerra civile. Forte compatto e costruito su salde partizioni è un romanzo di intensa presa sul lettore, per l'autenticità dei personaggi e la durezza della vita che vi è rappresentata, sempre al centro della narrazione". Catozella è stato l’autore che ha racimolato il maggior numero di consensi fra i giudici letterari e i quasi cinquanta giudici popolari a cui erano stati proposti le tre opere finaliste. Oltre a “Italiana” erano stati selezionati “Il gioco delle ultime volte”, (Einaudi) di Margherita Oggero e “Quel maledetto Vronskij”, (Rizzoli) di Claudio Piersanti. Tre opere, come si può notare, pubblicate da altrettanto importanti case editrici. L’ultimo libro iscritto nell’albo d’oro del premio edito da Mondadori risale al 2014, con “Ci rivediamo lassù” di Pierre Lemaitre, in cui si leggono gli affanni del primo dopoguerra, le illusioni dell'armistizio, l'ipocrisia dello Stato che glorifica i suoi morti ma si dimentica dei vivi, l'abominio innalzato a virtù. Anche “Italiana” è un romanzo storico che racconta la nascita di una nazione, senza essere edulcorata da immagini e tradizioni romantiche, ma descritte e presentate in modo realistico. Per Marino Biondi, giurato letterario, si è trattato di una vera guerra civile. “La prima consumata nell’atto di costituzione di uno Stato unitario, l’Italia appunto – ha detto il docente universitario alla facoltà di Lettere di Firenze – La seconda invece gli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Il libro vincitore del premio Brignetti è costruito in base a documenti storici, secondo la ricetta manzoniana che stabilisce le regole per costruire un romanzo storico. Dopo la lettura del libro siamo nelle condizioni di respingere o rivedere i racconti da bella favola del nostri risorgimento. Le pagine si rivelano sconvolgenti che racconto di un esercito di oltre 140mila soldati al comando di generali corrotti e senza scrupoli. La stessa figura di Garibaldi ne viene ridimensionata per non essersi reso conto delle varie ingiustizie sociali che si stavano perpetrando e per non aver mantenute le promesse fatte”. Ernesto Ferrere, anch’egli giudice letterario, ha sottolineato il coraggio dimostrato da Catozzella nel misurarsi su un tema davvero scomodo che dovrà comunque essere ridimensionato e corretto nell’immaginario collettivo degli Italiani. “Nei primi anni del risorgimento e poi negli anni successivi – ha detto il critico – è successo la stessa cosa quando caduto il fascismo la stragrande maggioranza che prima lo era o quanto meno era iscritto al partito, improvvisamente non si riconosce più e passa dall’altra parte.” Giuseppe Catozzella, vincitore del Premio Strega Giovani nel 2014, ha detto: “Sono molto felice del premio che mi è stato assegnato dalla giuria letteraria e da quella popolare. È un onore per me iscrivere il mio nome nell’albo d’oro del Brignetti, fra quelli storici nazionali più importanti che annovera autori di primissimo ordine”. Un ennesimo riconoscimento che si aggiunge alla lunga lista di riconoscimenti (oltre 23) che gli sono stati assegnati dal 2014 in poi.


martedì 3 agosto 2021

POnticello, nel 1921 iniziarono i lavori di copertura

 


Cent’anni fa si mise mano all’impresa d’interrare il canale del Ponticello che, tra alti e bassi, si concluse non prima di un quinquennio, senza varie difficoltà di reperire mano d'opera e mezzi finanziari. Cadeva un mito, quello di un’isola, la Città fortificata di Portoferraio, nell’Isola. Dal 1925 in poi una lingua di terra di più di quattrocento metri unirà la Città di Cosimo de’ Medici al resto insulare. Veniva meno anche un emblema costituito dalla porta a terra e dallo stesso ponticello. Resta solo il nome, giunto fino a noi. Non c’è traccia di altro retaggio di com’era il rione. Ma non è tutto oro ciò che luccica: il canale spesso s’interrava, trasformandosi in acqua stagnante, divenendo un collettore malsano e maleodorante, comunque ricettacolo d’insetti e di altri animali parassiti. «Era appena finita la guerra – scrisse il direttore del Corriere Elbano Alfonso Preziosi, appassionato e profondo conoscitore di storia elbana - quando si mise mano al cantiere che avrebbe modificato la morfologia della vecchia città. Venne così riempito il canale che congiungeva le acque del golfo con quelle della spiaggia delle Ghiaie. E insieme a questo venne anche abbattuto il ponticello la cui esistenza viene ricordata soltanto nella toponomastica. Allora c'era bisogno di creare occasioni di lavoro per tutti coloro che venivano dal fronte e che avevano necessità di sentirsi occupati in qual cosa che potesse offrir loro occasioni di guadagno». Ci restituisce meglio il clima d’allora in cui maturò il progetto d’interramento del canale, lo storico Andrea Galassi. Tutto va ricondotto a quando il fossato fu comprato per 700 lire. Dobbiamo rifarci al ‘biennio rosso’ contraddistinto da agitazioni del mondo proletario. “Da mesi – scrive Galassi - si susseguirono voci di chiusura degli altiforni. In realtà non c'era niente di serio, ma era solo un ricatto dei padroni delle ferriere per strappare concessioni dal governo e migliori trattamenti dagli istituti di credito. Che tuttavia stava esacerbando gli animi della società elbana”. Il 27 giugno 1920 fu proclamato lo sciopero generale. Gli animi erano molto accesi. “Circa cinquecento operai entrarono compatti in piazza Cavour cantando inni proletari – lasciò scritto ancora Preziosi - In rinforzo ai carabinieri e alle guardie di P.S. intervennero i bersaglieri di stanza a Portoferraio e i marinai della corazzata Andrea Doria ancorata nel golfo”. Sempre nel 1920 furono occupati gli altiforni per un mese, tra settembre e l'ottobre. La città era amministrata dal commissariamento prefettizio, Luigi Medici. Per allontanare lo spettro della disoccupazione, avviò un programma di lavori pubblici, per dare impiego agli operai licenziati dallo stabilimento. Tra questi l'interramento del fossato del Ponticello. “Ancora oggi – ricorda Giuseppe Battaglini, delegato comunale ai siti museali – sopravvive il detto secondo cui un Medici costruì la città e un altro Medici invece l’ha abbattuta”. Si allude a Cosimo I de’ Medici che nella prima metà del Cinquecento realizzò la ‘sua’ Città Perfetta, la proiezione di quella che doveva essere per lui la Città Ideale, forte, imprendibile, sicura, garantita dalle scorribande dei nemici. Fino all'ottobre 1921 i lavori andarono a singhiozzo. “Finalmente – scrive Galassi - fu organizzato un numero sufficiente di operai per portare a compimento l'opera. Che comunque non fu immediata. Infatti solo nel luglio 1923 fu possibile inaugurare il parterre Mario Foresi, nel parco delle Ghiaie. L'atto finale fu nel 1925, quando fu demolito l'ultimo simbolo del Ponticello: la porta che per decenni aveva marcato il confine della città di Cosimo. Il pittoresco accesso, oggi vivo solo in vecchie foto – conclude Andrea Galassi - era ornato da fregi architettonici e sormontato dal coronato stemma dei Medici”.

mercoledì 21 luglio 2021

E' morto l'ex sindaco di Marciana Marina, Giovanni Martini


 Il paese (e non solo) è piombato, ieri mattina, nel più profondo dolore. “Come quando in una famiglia viene meno una figura fondamentale, lasciando un enorme vuoto. Questa è la sensazione che ogni marinese ha provato alla notizia dell’improvvisa scomparsa di Giovanni Martini”. Così Gabriella Allori, sindaca di Marciana Marina, che ricopre lo stesso incarico che fu di Giovanni Martini per due mandati consecutivi, esattamente dal 1997 al 2007. Allori l’ha fortemente voluto in giunta, affidandogli la delega all’Urbanistica e ai Lavori pubblici. Martini era nato a Marciana Marina il 15 gennaio 1944, coniugato con due figli. Si era laureato a Pisa in Medicina, con specializzazione in Otorinolaringoiatria. Per molti anni ha esercitato la professione ad Alessandria. Poi non ha resistito al richiamo della ‘sua Isola’, trasferendosi definitivamente a Marciana Marina, per occupare la poltrona di primo cittadino. Durante il suo mandato c’è stato il varo del Piano Strutturale e del Regolamento urbanistico. Lo si deve a lui la realizzazione della rete canalizzata del gas e della rete di illuminazione ecologica a basso consumo energetico. Porta la sua firma l’area Peep di San Giovanni. E non ultimo ha attivato importanti politiche sociali a sostegno delle fasce più deboli, a partire dall’assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti. Ma il suo cavallo di battaglia è stato il progetto di sviluppo del porto di Marciana Marina. Quando fu presentato in consiglio comunale e alla comunità sollevò non poche critiche. “La sua maggiore qualità dimostrata in questo particolare frangente – rivela Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – è stata quella di saper ascoltare anche le altre campane. Non si formalizzava per partito preso e quando capì che dall’assemblea che lui stesso aveva organizzato si alzavano più numerose le osservazioni e le critiche che i giudizi positivi, ritirò il progetto e non se ne fece più nulla”. La fortuna e la gestione del porto sono state le molle che l’hanno indotto, lui ormai in pensione, a scendere nuovamente nell’agone politico con l’attuale amministrazione, facendosi garante di una gestione partecipata del porto della Marina. “Ogni mattina puntuale – lo ricorda Allori - arrivava in Comune e nonostante le problematiche che quotidianamente dovevamo affrontare, riusciva spesso con le sue batture ad alleggerire il clima a volte un po’ pesante. Lo ringraziamo per tutto quello che è riuscito a trasmetterci in questi anni, in termini di correttezza e lealtà, soprattutto dimostrando un senso civico e un attaccamento al paese, che hanno prevalso rispetto ai suoi problemi di salute”. Vincenzo Tagliaferro, consigliere con delega alla Sanità, ne elogia le doti morali e professionali, sempre pronto ad aiutare le persone più bisognose. Umberto Mazzantini lo rammenta durante il suo mandato come rappresentante della Comunità del parco: “Ha sempre mostrato moderazione e lungimiranza e, pur militando politicamente dalla parte di chi ne aveva avversato l'istituzione, ha dato un contributo al consolidamento del parco”. I consiglieri di minoranza Andrea Ciumei, Guido Citti e Francesco Lupi riconoscono in lui la guida sicura della comunità. I funerali si svolgeranno questa mattina alle 10,30 nella chiesa parrocchiale e giovedì la salma sarà trasferita a Grosseto dall’impresa Fuligni per la cremazione.

domenica 23 maggio 2021

Procchio si muove sulle tracce di Napoleone


 Il programma delle manifestazioni napoleoniche per l’estate 2021 sarà presentato negli spazi esterni del bar ‘Il Postale’, martedì 1 giugno alle 18 dall’associazione culturale ‘Procchio Napoleonica’ con il patrocinio del comune di Marciana. Si tratta di 14 eventi il cui culmine è rappresentato dalla settimana napoleonica di fine agosto dove, in sette serate, saranno accontentati tutti i gusti in tema di rievocazioni napoleoniche. Il cartellone si aprirà con la caccia al tesoro in tema napoleonico per il territorio di Marciana, domenica 20 giugno (premiazione alle 21,45); ultima, ma non per importanza, sarà il fortunato gioco enigmistico proposto da Letizia Balestrini denominato “rebus in vetrina”, collocato per sabato 18 settembre, che tanto successo ha ottenuto nell’edizione 2020. Ma vediamo il programma nello specifico. Si parte con la presentazione dei libri in piazzetta dei Delfini a Marciana. alle 21,45. Inizia Isabella Zelfino il 2 luglio; cui seguiranno Gemma Messori (11 luglio) e Silvestre Ferruzzi (30 luglio). Il 16 luglio al parco di Procchio piece teatrale dei Tappezzieri. Si passa alla “Settimana Napoleonica”. Tiziana Criscuoli alle 21,15 del 22 agosto presenta al parco di Procchio canti, musica e balletti per Napoleone. Cena gastronomica gestita dalla Proloco di Procchio lunedì 23 agosto. Replica della piece teatrale dei Tappezzieri a Procchio il 24 agosto. Videoconferenza a Procchio, alle 21,15) dello storico Alessandro Barbero (via You Tube) con la partecipazione di Isabella Zolfino Isabella. Il 26 agosto Icilio Disperati a Procchio parlerà (sempre alle 21,15) delle miniere al tempo dell’Imperatore. Venerdì 27 agosto a Procchio corteo storico per le vie del paese con partenza dalla spiaggia e arrivo al centro paese per terminare cui seguirà un concerto (nel rispetto del prossimo Dpcm). La settimana si concluderà con la cena di gala al parco attrezzato il 28 agosto. Al termine proiezione del cortometraggio “Venere vincitrice” alle 20. Infine due proposte per settembre. Il 10 in piazzetta dei Delfini a Marciana torneo di scacchi con giocatori in costume alle 21. Il 18 settembre, rebus in vetrina (inizio del gioco il 15 settembre) per il centro di Procchio con premiazione serale. Presenteranno alle 21 Letizia Balestrini e Angela Giretti.

domenica 9 maggio 2021

La Villa dell'agronomo ospiterà l'ecomuseo dell'agricoltura


 Il restauro alla Villa dell’Agronomo a Pianosa si può ritenere completato. Rimangono, è vero, da portare a termine alcuni interventi di piccola entità all’interno dell’edificio e manca tutto l’arredo di cui la nuova fruizione dello stabile, diventerà un Ecomuseo dell’Agricoltura di Pianosa da colonia penale a isola ricadente completamente nelle competenze del parco nazionale dell’arcipelago. Ma il programma lo si può considerato finito. “Sono molto soddisfatto del risultato conseguito – ha detto il presidente Giampiero Sammuri – del lavoro svolto fin qui dai miei collaboratori e dagli uffici dell’ente. Tutti si sono prodigati nel recuperare in toto un bene, oggi riconosciuto dalla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione d’interesse storico-artistico e quindi tutelato a norma di legge”. Si chiuse allora un cerchio il cui iter burocratico era iniziato nel gennaio 2004 con l’avvio delle relative pratiche, per arrivare poi al 2017 per riuscire infine a indire gara europea per il restauro della Villa. I cui cantieri furono aperti nel 2019, proprio per imbattersi nel periodo del lockdown e infine entrare decisamente nella fase 2 del Covid-19. “Il restauro della dell’Agronomo a Pianosa ha richiesto un finanziamento di un milione e 500 mila euro – ha continuato il presidente – a cui andranno aggiunto 150mila euro che saranno spesi nell’allestimento del mobilio delle stanze. Si tratta dell’investimento più grande da quando sono presidente del parco. Superiore anche a quello del castello del Volterraio e la riapertura della villa romana di Giannutri. Non nascondo che sono veramente emozionato e chi mi conosce sa che non è molto facile. È una bellissima notizia alla vigilia della riapertura a pieno della stagione turistica. Ringrazio i consiglieri del parco che hanno condiviso con me la volontà di questo investimento, il ministero dell’ambiente che ha cofinanziato l’intervento e gli uffici del parco ed in particolare l’architetto De Luca che ha seguito l’iter di tutta l’opera con competenza e dedizione”. Se tutto sarà rispettato e realizzato secondo la tabella di marcia quest’estate sarà prevista l’inaugurazione. La Casa dell'Agronomo è uno degli edifici di maggior pregio di Pianosa. Fu costruito intorno al 1850 su volontà del governo toscano con l'intenzione di realizzare la colonia penale agricola così come si rileva dai cartoncini datati 1840 e 1880 conservati presso l'archivio di stato di Livorno. Questo ruolo centrale dell’agricoltura rende ragione della sede pregevole utilizzata in passato e oggi purtroppo in cattivo stato di conservazione. L'esigenza primaria era quella di fornire le abitazioni per il personale addetto al carcere e la costruzione ebbe proprio questo scopo, così che il fabbricato fu suddiviso in quattro appartamenti, ciascuno fornito di un piccolo bagno. Proprio per queste caratteristiche – continua Sammuri – vorremmo realizzare l’Ecomuseo dell’agricoltura e anche prevedere stanze in cui sarà ripercorsa l’intera storia dell’ex Isola del Diavolo”.

domenica 11 aprile 2021

Le poesie del Guardiano del faro

 Le poesie contenute in questa raccolta nascono dalla penna del Guardiano del faro: misterioso ed enigmatico personaggio che ha trascorso oltre dieci anni a scrutare il mare, per poi affidare i suoi versi alle onde. Messaggi in bottiglia che Luigi Cignoni ha pazientemente raccolto e selezionato per dar forma a questo libro. Affiorano ricordi d’infanzia e di gioventù, nell’esaltazione di una felice età dell’oro che l’uomo ha vissuto e il cui ricordo è duro a morire.
Infine l’alternarsi delle stagioni, gli affetti più cari e il mare, il grande protagonista di questa raccolta tanto intima quanto capace di colpire la sensibilità di tutti i suoi lettori.


venerdì 19 marzo 2021

Al via il Walking Festival del parco nazionale


Al via le camminate primaverili con il Walking Festival del parco nazionale. Inizieranno domani, 20 marzo, per concludersi il 30 maggio. Tutti gli appassionati e amanti del trekking naturalistico nella bellezza del parco dell'arcipelago avranno così un’occasione da non perdere. “Un invito – dicono i diretti responsabili dell’ente - a immergersi nei piccoli borghi ricchi di tradizioni, nei colori delle fioriture primaverili, con passeggiate a tema, degustazioni, nella calma, lontani dalla confusione e in piena sicurezza sanitaria. Il programma interessa le isole di Pianosa Elba, Pianosa, Giglio e Capraia”. Fra le novità di quest'anno le geo-experience, appuntamenti dedicati alla geologia, e i biowatching, passeggiate per approfondire la conoscenza dei siti protetti dal progetto Rete Natura 2000: trekking durante i quali i partecipanti avranno il privilegio di essere accompagnati da esperti geologi e naturalisti per unire il piacere di camminare a quello di conoscere sempre meglio il patrimonio geologico e naturalistico tutelato dal Parco. Ci saranno poi i trekking del km0, durante i quali le passeggiate ci condurranno fino ai luoghi delle produzioni, per degustare miele, vino, formaggi e piatti tipici della cucina locale. “Ma la novità più importante – si legge nel comunicato del parco - riguarda il sistema di prenotazione. Da quest'anno tutti gli eventi proposti dal Parco Nazionale su tutte le isole saranno prenotabili direttamente online. Basta cliccare questo link e consultare il calendario, per poi essere indirizzati al sito dove è possibile completare la prenotazione pagando, ove richiesto, con carta di credito”. Cominciamo con il calendario degli appuntamenti per il mese di marzo. Si comincia con il 20, a Marciana Marina per una passeggiata (obbligatoria prenotazione e iscrizione, costo 10 euro) sulle strade vicinali e nei vecchi coltivi. Il ritrovo e alle 10 al moletto del pesce a Marciana Marina per un percorso (durata 6 ore) fra usi e costumi marinesi, sosta all'agriturismo Fonte di Zeno e osservazione del Giardino delle Farfalle con il naturalista Leonardo Forbicioni. Evento su prenotazione, gratuito. Domenica 28 marzo, Grassera e i corsari. Escursione trekking gratuiti che, dall'eremo di Santa Caterina, raggiunge San Quirico e la torre e del Giove, ripercorrendo le tappe delle incursioni del corsaro Khayr al-Dīn, detto il Barbarossa, che hanno portato alla tragica distruzione del borgo, mai più ricostruito, di Grassera. Ritrovo: alla Casa del Parco alle 10 a Rio Elba. Il parco nazionale adotta uno specifico protocollo Covid, che limita a 15 partecipanti il numero dei prenotati per ogni evento e che assicura lo svolgimento delle attività in sicurezza. Per informazioni e prenotazioni ci si può collegare al sito: https://www.parcoarcipelago.info/calendario. Per qualsiasi altra informazione ci si può rivolgere all’ Info Park, oppure telefonando a 0565 908231. Indirizzo mail: ‘info@parcoarcipelago.info’.

domenica 7 marzo 2021

Il direttore degli Uffizi e il presidente Giani al Falcone

 Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, impegnati questa mattina in un sopralluogo sui siti storico-museali portoferraiesi nel quadro del progetto “Uffizi Diffusi”. A fare gli onori di casa e ad accompagnare la delegazione fiorentina formata dai più stretti collaboratori del direttore degli Uffizi e del presidente di Regione in giro per la città saranno il sindaco Angelo Zini, l’assessore alla cultura Nadia Mazzei e il consigliere regionale Marco Landi. Pur non disponendo di comunicazioni ufficiali per volontà degli stessi organizzatori che fino all’ultimo hanno tenuto a non diffondere alla stampa la notizia, per cui la stessa partecipazione di Eugenio Giani ieri sera era data al 90 per cento, tuttavia è trapelata l’indiscrezione secondo cui lo stesso Schmidt vorrebbe far pervenire a Portoferraio opere d’arte conservate nei magazzini fiorentini attinenti o riferibili all’imperatore Napoleone Bonaparte di cui quest’anno cade il bicentenario della morte, perché siano mostrate al pubblico e riscuotino l’attenzione e la considerazione che esse meritano e che purtroppo non hanno goduto finora a Firenze per mancanza di spazio. O semplicemente di opportunità. Che è un po’ lo spirito, la filosofia cui si ispira lo stesso progetto ‘Uffizi diffusi’, sempre voluto da Schmidt. Cioè far acquisire alla galleria fiorentina una dimensione regionale. Una specie di “delocalizzazione” che porterà la raccolta di opere d’arte tra le più famose al mondo a espandersi fuori della cinta muraria fiorentina, per coinvolgere l’intera Regione. Elba compresa. “Per noi è un grossissima opportunità che vorremmo sfruttare in tutto e per tutto – ha detto al giornale l’assessora Nadia Mazzei – Sapere che la nostra città è stata inserita nel progetto a fianco, per esempio, del museo della Battaglia di Anghiari. di Villa Medicea a Careggi, del museo Civico di Pescia non può che farci onore. Speriamo che la visita che compiremo questa mattina sortisca l’effetto che tutti noi speriamo”. Sarà una doppia sfida quella intrapresa dall’equipe Schmid per il 2021. Per primo si vuol rendere la Toscana una ‘regione d’arte’, superando il concetto di ‘città d’arte’. Secondo essere pronti in occasione delle celebrazioni in programma per il bicentenario della morte di Napoleone che partiranno ufficialmente in 5 maggio. Un tempo molto contenuto e ristretto per organizzare il tutto. Ma il sindaco Angelo Zini coglie un altro aspetto della questione. “Perché limitarsi ad accogliere opere d’arte rapportabili all’epopea napoleonica? – si è chiesto – Potrebbe essere l’occasione per aprire e instaurare una collaborazione con la direzione degli Uffizi più ampia e più duratura nel tempo. E che esuli dalle celebrazioni in onore di Bonaparte”. È la prima volta per gli Uffizi che si parla di “collaborazione con altre realtà toscane”. L’obiettivo perseguito dal direttore e dai suoi collaboratori è quello di offrire l’opportunità al pubblico, specie in questo periodo pandemico che non favorisce le comunicazioni e gli spostamenti, di rendere fruibili e godibili opere d'arte che giacciono accatastate nei depositi fiorentini. Che sono, a detta dei più informati, migliaia.


lunedì 8 febbraio 2021

San Quirico, la chiesetta di Grassera

 Una mappatura dei siti archeologici che insistono sul territorio riese al fine di proteggerli da ulteriori privatizzazioni e innesti architettonici che, se realizzati, ne cancellerebbero irrimediabilmente le tracce e le documentazioni (sia pure parziali) che sono pervenute a noi. È quanto richiedono dei residenti di questo versante all'amministrazione Corsini attraverso un messaggio lanciato su Fb dagli iscritti a "Rio Elba, com'eremo". Ce n'è per tutti i gusti e per tutti i palati, a partire dal castello del Giove, passando per le chiesette di San Felice a San Felo, della Visitazione della Vergine o di San Marco, detta anche della Madonna a Rio nell'Elba e di San Bennato a Cavo per finire con San Quirico a Grassera. Commenta Lelio Giannoni: «Ho chiesto al Comune di Rio di metterci un vincolo archeologico, perché fino a quel momento non c'era. Mi fu assicurato che lo avrebbero fatto, ma non so come è andata a finire la questione. Sarebbe necessario che qualcuno ci ritornasse sopra, per averne la certezza o riproporre la richiesta». Renzo Paoli, a cui si devono le foto della chiesa di San Quirico a Grassera che pubblichiamo, informa: «Ho incaricato alcune persone a andare in municipio. Se ne conoscerà l'esito tra qualche giorno». Poi, accennando alla pieve di San Bennato a Cavo, puntualizza: «Ho individuato approssimativamente dove dovrebbero essere le fondazioni dell'antica pieve. Pare che furono scoperte da una ruspa e immediatamente ricoperte. Anche tutta l'area delle Salate, compresa l'ex discoteca è zona archeologica». Il consigliere comunale di minoranza Umberto Canovaro così scrive in un commento: «A proposito di questa pieve, neppure questa è vincolata». Ma veniamo alla chiesa di San Quirico a Grassera. Scrive Giorgio Monaco in "Archeologia storia ed arte all'Isola d'Elba". «La chiesa romanica di San Quirico è una delle prime chiese proto-medievali dell'Elba risalente al XII secolo». Nella prima metà del XIV secolo Grassera era a capo di una delle capitanìe dell'isola, distretti amministrativi istituiti dalla Repubblica di Pisa sull'Isola d'Elba. Si trattava di un piccolo centro abitato localizzato presso gli attuali ruderi della chiesetta di San Quirico, nel territorio comunale di Rio nell'Elba. Vi sono state rinvenute numerose tessere mercantili del XIII e XIV secolo, legate all'estrazione e commercio del ferro che caratterizzava l'intera area. Era comunque un sito abitato stando alle varie campagne di scavi qui organizzate nel tempo da appassionati e semplici ricercatori. Riportati alla luce varie frammenti di vasellame, tante ossa. Ma fra tutti spicca un'iscrizione medievale ritrovata all'Elba e «oggi conservata nel museo archeologico di Portoferraio - si legge nella pagina di Wikipedia dedicata al villaggio di Grassera - "ad maiorem gloriam ro D (omi)ni S (an)c (ti) Quir (i)ci tem (plum) fe (cit)" (il tempio di San Quirico fu eretto a maggior gloria di Nostro Signore). Ma esiste ancora un altro fatto che rende unica la chiesetta di Grassera. È l'unica traccia ancora visibile di quel borgo medievale che fu completamente distrutto nel Cinquecento in seguito a una disastrosa scorreria di Saraceni, che lo rase al suolo in una sola notte. Dai ruderi si riconoscono le mura perimetrali con la piccola abside». La distruzione del villaggio fu dovuta all'attacco perpetrato nel 1534 da Khayr al Din Barbarossa. Contestualmente, i grasserinchi sopravvissuti si rifugiarono nel vicino paese di Rio nell'Elba e fornirono la nuova intitolazione della chiesa parrocchiale riese con quella della distrutta San Quirico. Ce n'è e ne avanza per fare di questo sito motivo d'interesse e d'attrazione turistica.[da


Il Tirreno]

venerdì 5 febbraio 2021

Il parco nazionale riqualifica lo stabile dell'ex tonnara

 . È stato approvato il progetto definitivo ed esecutivo che riguarda l' efficientamento energetico dell'ex tonnara dell'Enfola, oggi sede dell'ente Parco nazionale dell'arcipelago toscano. La redazione del progetto era stata affidata al raggruppamento temporaneo di professionisti composto dallo Studio Aarc.it di Livorno e dallo Studio tecnico associato Ingeo di Massa Marittima (Grosseto). Il quadro economico del progetto definitivo prevede un costo complessivo di 470.849 euro, finanziato all'interno del "programma di interventi per l'efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti degli enti parco nazionali" del Ministero. I lavori, stando al cronoprogramma, inizieranno nel mese di aprile, per completarsi con il mese di agosto. Il progetto assicurerà il «livello di soddisfacimento normativo - come si legge nella relazione che dà il via all'esecutività degli interventi - per le opere che consentiranno l'uso dell'edificio in sicurezza per gli operatori e per gli utenti, recuperando il possibile dalle infrastrutture preesistenti con un sensibile incremento della performance energetica delle stesse». L'opera consisterà nel restauro del piano coperture, nella sostituzione degli infissi esistenti, nella sostituzione dei corpi illuminanti, nell'installazione di aerotermo a soffitto e di tubazioni di alimentazione esterne, compresi pannelli fotovoltaici di 3,50 kW. «Le realizzazioni nel loro complesso - si legge nella relazione progettuale - saranno funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati che sono la minimizzazione dei costi e massima razionalizzazione degli stessi, massimo livello di efficientamento energetico, al fine di soddisfare le esigenze e le aspettative del Parco nazionale». Una riqualificazione che s'inserisce in un edifico, l'ex tonnara dell'Enfola, che ha un impianto architettonico risalente al 1775, con varie aggiunte successive databili almeno fino al 1810. Per cui c'è stata necessità di prevedere specifici accorgimenti che si andranno a sposare con una simile struttura. Detto questo, gli architetti garantiscono che migliorerà l'accesso in sicurezza per le manutenzioni della copertura dell'edificio. In fatti saranno realizzate condizioni di comfort e benessere interno ed esterno sia per il personale dipendente, sia per gli utenti grazie alla nuova illuminazione al led, al bilanciamento dei bianchi e alla resa cromatica ottimale; per non parlare poi della nuova climatizzazione estiva e invernale con una strumentazione più efficiente e con maggiore risparmio energetico dovuta alla sostituzione degli infissi con vetri esterni selettivi-filtranti e interni a basso emissivo. Tutti questi nuovi dispositivi avranno bisogno di una costante manutenzione, perché essi siano mantenuti in uno stato efficiente. Essa avverrà - come si legge sempre nello studio che accompagna il progetto di esecutività - secondo quanto predisposto dal piano di manutenzione stesso, dove sono indicate le caratteristiche manutentive e quelle di monitoraggio delle strutture realizzate. «Trattandosi però di attrezzature molto semplici e di scarsa complessità - conclude la relazione - gli addetti alle manutenzioni potranno intervenire anche in assenza di indicazioni tecniche specifiche».


sabato 30 gennaio 2021

Il fascino di Montecristo

 Fioccano fin dal primo giorno d’apertura delle prenotazioni le richieste per visitare l’isola di Montecristo. È un successo. Lo ribadisce il Parco nazionale Arcipelago Toscano, precisando che in meno di 24 ore sono stati bruciati 804 biglietti sui circa 1.800 a disposizione. Se si fa il raffronto con il 2020, il 14 gennaio, giorno d’inizio delle prenotazioni, furono venduti 639 biglietti. Il 2021 fa invece registrare un incremento del 25,8%. Montecristo si conferma come meta particolarmente ambita e il sistema di prenotazione online ormai consolidato per il terzo anno consecutivo rappresenta una modalità particolarmente efficace per promuovere le visite guidate. «La straordinaria partenza delle vendite per le escursioni – commenta Giampiero Sammuri – a Montecristo suggerisce diverse valutazioni. In primo luogo conferma lo straordinario appeal dell’Isola, ma anche l’apprezzamento per le modalità di visita proposte dal parco nazionale, grazie alla convenzione con i carabinieri forestali, gestori della riserva naturale e all’ottimo lavoro delle guide parco. Tutto questo è testimoniato dalle valutazioni dei questionari che vengono compilati dai turisti dopo la visita e sappiamo come il “passa parola”, che oggi avviene molto attraverso i social, è la migliore forma di promozione. Particolarmente significativo è il contesto in cui si colloca questo aumento di oltre il 25% rispetto allo scorso anno, infatti la vendita nel 2020 iniziò il 14 di gennaio, quando nella mente di tutti il Covid era una cosa lontanissima, un problema della Cina. Che ci sia questo deciso incremento quando siamo ancora in piena emergenza, con l’Italia multicolore, è un messaggio di grande speranza anche per tutti gli operatori che sull’arcipelago vivono di turismo». Per prenotare basta andare sul sito https: //prenotazioni. islepark. it/montecristo. La prima uscita è fissata per il 13 marzo; ultima escursione programmata per il 25 settembre, le gite sono sempre di sabato o di domenica. La prenotazione è nominativa e comporta il pagamento immediato con carta di credito sul sito di prenotazione. La visita, organizzata dal Parco nazionale in accordo e con il supporto operativo del reparto carabinieri di Follonica, prevede la partenza dal porto di Piombino e lo scalo a Porto Azzurro. In due casi (18 giugno e 10 settembre) le partenze avverranno da Porto Santo Stefano con scalo al Giglio. Ogni data del calendario consente la visita a 75 persone. Il costo dell’escursione è di 120 euro a persona (trasporto marittimo a/r, accesso all’area protetta, servizio di accompagnamento con guida). I servizi sono curati da Info Park Arcipelago Toscano contattabile componendo il numero 0565 908231. Età minima dei partecipanti 12 anni. In caso di condizioni meteo avverse saranno proposte date di recupero. Tutte le persone interessate potranno attingere a informazioni più dettagliate sulle modalità di visita, sulla tipologia di escursione, sul calendario completo e sulle regole di comportamento collegandosi al sito https: //prenotazioni. islepark. it/montecristo, sempre dedicato alle prenotazioni per visitare l’isola di Montecristo.


giovedì 28 gennaio 2021

Stop all'erosione costiera

 La giunta Zini ha approvato il progetto definitivo che prevede interventi di contrasto dell'erosione costiera nel golfo di Portoferraio. Ultimo atto amministrativo, prima che sia indetto bando di gara per l'esecuzione degli interventi per la cui realizzazione occorre uno stanziamento di quasi un milione di euro (esattamente 927.626 euro). Un iter burocratico impegnativo, iniziato nel 2016, quando l'allora amministrazione incaricò Luciano Fantoni e Mauro Ceccherelli di effettuare su questo tratto di costa un'indagine preliminare. La giunta, allora presieduta dal sindaco Mario Ferrari, era preoccupata per le conseguenze del degrado della fascia costiera comunale causato da fenomeni di dissesto idrogeologico in progressione. I professionisti avevano concluso la relazione dello studio preliminare, suggerendo di impiegare inerti stondati per il ripascimento (ghiaietto di pezzatura variabile, proveniente da cava fluviale o frantumati in mulini a martelli), grossi massi e pennelli (opere di contenimento trasversali). Il tutto era stato riportato nel programma di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico ed erosivo, approvato dalla giunta nel 2016 e trasmesso alla Regione Toscana. Alla fine di dicembre fu approvato con osservazioni dalla conferenza dei servizi. Da questo momento in poi si sono dovuti attendere i pareri della Soprintendenza archeologica, della Regione (settore difesa del suolo e protezione civile, della direzione ambiente e tutela della natura e del mare, dell'Arpat e della Capitaneria). Oggi si può finalmente andare avanti. Ma vediamo come si opererà secondo il progetto definitivo. Esso interverrà sulla costa bassa del golfo di Portoferraio. La quale è a elevata valenza storica e ambientale, sede di spiagge con vocazione turistico-balneare. «È soggetta - si legge nella relazione - a un drammatico arretramento, con un impatto fortemente negativo sull'ambiente costiero e sulle infrastrutture ed insediamenti che su di essa hanno sede (con due episodi di crolli rovinosi di muri storici nel biennio 2017-19)». Il progetto riguarda «la ricostituzione, il riequilibrio e la stabilizzazione della parte meridionale della costa che si affaccia sulla rada di Portoferraio, in stato di forte degrado, dovuto principalmente all'arretramento della linea di riva a causa dell'erosione costiera e delle modificazioni». Come si interverrà? Ai Magazzini, fra la spiaggia e l'approdo nautico, saranno installati pennelli realizzati in massi naturali, radicati a terra nella parte alta della spiaggia ed estesi in mare non per tutta la larghezza della spiaggia. Alla foce del fosso di Val di Piano è previsto un pennello trasversale di contrasto delle correnti longitudinali. Il tratto di spiaggia che costeggia il muro compreso tra la tenuta La Chiusa e l'hotel Fabricia si parla di una barriera radente in massi naturali. All'approdo di San Giovanni è previsto il rinforzo del pennello/molo esistente, con rifioritura della scogliera che lo costituisce con massi naturali. Dal moletto di San Giovanni alla foce del fosso del Bucine sarà versato ghiaietto da frantumazione di sasso di cava. Come pure fra la foce del Bucine e il podere San Marco. Nel tratto di raccordo con la spiaggetta dove insiste un modesto pennello sarà consolidato e migliorato ai fini del diportismo e della stabilità della spiaggetta. Perché questo intervento? Per una serie di motivi, quali la valorizzazione paesaggistica, la valorizzazione culturale e la mobilità eco-sostenibile, come la ricostruzione del Cammino della Rada, il percorso pedonale che partendo dal porto mediceo raggiunge il Castello del Volterraio.


sabato 23 gennaio 2021

Don Renzi è guarito e ritorna in parrocchia

 


Viaggio all'inferno con ritorno. «Ma non sono però completamente fuori. Mi trovo precisamente in mezzo al guado. Ma molto è stato fatto e superato con l'aiuto di Dio». Don Mauro Renzi, sacerdote nella parrocchia di San Gaetano a Marina di Campo, lo scorso dicembre è stato duramente colpito dal Covid-19. Non solo lui, in verità. Sono infatti risultati positivi tutti i componenti della sua famiglia, compreso anche il suo aiutante, Giovanni, che lo assiste nei servizi religiosi. Il parroco ha vissuto momenti drammatici, proprio nei giorni in cui Campo nell'Elba è stata alc centro di un focolaio. La madre del sacerdote, Maria, è morta nello stesso reparto di Cecina in cui era stato ricoverato lui. È andata meglio al padre, invalido al cento per cento, che è però ora è negativo ed è stato sistemato in una Rsa in provincia di Pisa. «Anche se lo volessi - dice ancora don Mauro - non ci riuscirei ad accudirlo. Sono ancora troppo debole». Da quando è risultato positivo al Covid ha perso più di 12 chili. A stento riesce a cavarsela nei bisogni personali. Però ogni pomeriggio, attorno alle 16,30, è nel suo studiolo da dove celebra messa e la trasmette dalla sua pagina Facebook. Recita le preghiere stando a sedere. La parrocchia è affidata alle cure di don Francesco Guarguaglini e padre Sabu Konath. «Non ce la farei a stare tutto il tempo in piedi», ammette don Mauro. Sono i postumi di questo virus così subdolo, così ambiguo che ti fa credere di poter fare le cose che facevi prima di averlo contratto e invece scava dentro il fisico, debilitandolo, deperendolo fino allo sfinimento. «La mia fortuna - continua il sacerdote - è stata nell'essermi imbattuto fin dai primi sintomi della malattia in persone molto esperte e competenti, a partire dal nostro medico di base per finire con i dottori dell'Usca». Ricoverato all'ospedale di Portoferraio, gli è stata praticata la Tac che purtroppo ha dato il responso di un'importante infezione ai polmoni. Trasferito a Cecina, è giunto nel reparto di notte. «Mi hanno cominciato a fare tutte le analisi del caso. Hanno visto quanto ossigeno avevo nel sangue e hanno deciso di iniziare le terapie previste». Nello stesso reparto però spostata in un'altra stanza era stata ricoverata la madre. «Ero immobilizzato al letto, con le bombole d'ossigeno attaccate alla mascherina. Ho chiesto al dottore di portare la benedizione a mia madre. E così è stato fatto». Pochi giorni dopo gli è stato comunicato che la donna non ce l'aveva fatta ed era volata in cielo. «Per Natale, gli stessi pazienti mi avevano chiesto se dicevo messa. Ma non riuscivo neanche a parlare, però ero perfettamente cosciente. Avevo sul mio cellulare un app del convento benedettino di Sainte-Marie de la Pierre in Borgogna: qui ci sono i canti gregoriani così abbiamo festeggiato la ricorrenza del Natale in questo modo. Il mio compagno di letto mi chiedeva di pregare con lui; il Padre Nostro lo conosceva, l'Ave Maria invece no». Dopo esattamente un mese don Mauro è stato dimesso. «I polmoni adesso funzionano benissimo. Il cuore invece ha cominciato a fare le bizze. Devo essere grato a tutto il personale medico. Facevano di tutto per non farci cadere nella depressione, dicendoci che presto saremo tornati a casa. Ho visto Dio nei loro volti, in quelli di medici e infermieri, nel viso di mia madre, di tutte le persone che si sono prodigate per me e per gli altri. Come ero trattato io allo stesso modo anche gli altri pazienti». Poi arriva finalmente il giorno. Lo annuncia lui stesso dalla pagina Fb. «Cari amici sto rientrando a casa a Marina di Campo. Grazie per le vostre preghiere, ma continuiamo questo virus è subdolo e con nulla ti colpisce, preghiamo per gli ammalati e invochiamo la grazia dello Spirito di Sapienza su tutto il personale sanitario e sui ricercatori».«Grazie di tutto cuore a tutti, dormire nel proprio letto avvolto di silenzio è meraviglioso. Ora inizia la convalescenza che non sarà breve». I volontari gli lasciano fuori della porta la spesa e tutto ciò di cui ha bisogno. «Non è finita - conclude - Ora devo tenere sotto controllo il cuore».

sabato 16 gennaio 2021

E' morto Giancarlo Pacini, fu tra i primi albergatori elbani

 È morto,


nella sua casa di piazza Cavour, Giancarlo Pacini (93 anni), confortato dai figli Filippo e Cecilia, insieme con altri più stretti familiari. Geometra e poi fra i primi albergatori è stato fra i fondatori della medesima associazione, quando il turismo sulla maggiore isola della Toscana era agli albori. Figura anche fra i costituenti dell’associazione Geometri Elbani. Si fondò nel 1978 con lo scopo di sopperire alla distanza oggettiva che c’è tra l’Isola d’Elba e la sede del Collegio provinciale dei Geometri avente sede a Livorno. Lo spirito, che da allora non è cambiato, era quello di tenere uniti i tecnici elbani in uno stabile gruppo di categoria, creando un momento di aggregazione che aiutasse a mettere insieme problemi e soluzioni comuni a tutti e, soprattutto, dando origine a una “grande famiglia” capace di collaborazione collettiva e aiuto reciproco. Ma è soprattutto nel settore del turismo che Pacini si è particolarmente distinto, avendo intuito, appena usciti dalla seconda guerra mondiale, le potenzialità da sviluppare all’Elba in merito all’industria vacanziera, dopo che l’esperienza siderurgica si era così drammaticamente conclusa e seguita anche dall’industria cementiera. “Dobbiamo tanto a Giancarlo Pacini – ha detto il presidente degli albergatori elbano Massimo De Ferrari – Fu lui, insieme con mio padre a fondare il sodalizio. Quando diresse lui la nostra associazione stavamo attraversando un momento molto delicato per problemi interni ed esterni. Lui ha avuto il grande merito di tenere unita l’associazione e portarla ai traguardi che oggi si possono ammirare”. Tutte le cariche all’interno dell’0rganizzazione di Calata Italia, Giancarlo Pacini le ha ricoperte, partendo da presidente degli albergatori per due lustri, poi da presidente del consorzio albergatori e quindi del consorzio garanzia Fidi. Ma è stato anche presidente nazionale dei Probiviri. Dal 2015, in coincidenza con una salute malferma, aveva declinato ogni incarico. I funerali – come annunciano i figli Filippo e Cecilia, presidente di Italia nostra arcipelago toscano – si svolgeranno stamani in forma strettamente familiare in rispetto alle norme anticovid19.