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mercoledì 21 dicembre 2022

Comune di Rio, la maggioranza si divide sul porto turistico

 La maggioranza si spacca, nell’ultimo consiglio comunale, sulla mozione presentata dal gruppo dell’opposizione Terra Nostra riguardo al porto turistico di Rio Marina e ai Voltoni. Solo quattro assessori (compreso anche il sindaco) votano contro la mozione di sospensione del procedimento avviato dall'amministrazione per un progetto di project financing con cui si affida a un privato la realizzazione della gestione dello specchio acqueo. Tre consiglieri di maggioranza (Simona Cignoni, Manuela Chiros e Rossana Braschi) hanno votato invece con i quattro consiglieri d’opposizione, mentre Mattia Gemelli, presidente del consiglio si è astenuto. Una mozione che, se da un lato si presenta in un momento in cui la procedura dell'iter amministrativo relativo al porto turistico è di fatto sospesa per richiesta di chiarimento dell’Autorità portuale, tuttavia essa ha un peso politico nel prosieguo della legislatura retta da Marco Corsini. Il quale, per la prima volta nella sua storia, si trova in minoranza. Quindi la realizzazione del porto turistico a Rio Marina e la sua conseguente gestione diventano la chiave di volta per l’attuale giunta riese, partendo anche dal fatto che già una precedente maggioranza è stata messa nelle condizioni di dimettersi proprio su questo specifico argomento. E un paese vicino a Rio Marina, Porto Azzurro, ha vissuto una situazione similare, determinando la fine politica di quell’esecutivo. Uno stop, dunque, fino al momento in cui il “consiglio non venga nuovamente interessato da una comunicazione che chiarisca i dubbi e dia risposte ai quesiti sollevati sia dall’Autorità Portuale, sia da coloro che contestano l’iter procedurale amministrativo”, è quanto si legge nella mozione. C’è soddisfazione fra gli scranni dell'opposizione per il voto in aula. La quale dichiara: “La maggioranza dei consiglieri ha compreso la necessità di considerare meglio e approfondire le forti problematiche che riguardano il futuro prossimo di Rio Marina e del suo porto. La concessione per trent’anni in project financing a un privato, il valore ritenuto esiguo dell’atto di concessione e altri risvolti procedurali non hanno convinto i consiglieri riesi, che hanno votato compatti sul documento, evidentemente preoccupati per le sorti del porto e confortati nel voler tutelare al meglio gli interessi della comunità”. Ma Marco Corsini è pronto a offrire tutte le delucidazioni e le informazioni richieste, spinto com’è dalla convinzione di agire nel pieno rispetto delle norme giuridiche e per il bene della comunità. E annuncia di sporgere querela nei confronti di un blog e del suo amministratore per via di una frase. Eccola; “Se c’è compra, c’è chi vende”, alludendo a un reato di corruzione. E galeotto è stata una sua partecipazione a una cena in un ristorante del luogo, in cui fra gli invitati c’erano anche gli interessati alla gestione dello specchio acqueo. “La mia onorabilità – conclude – va difesa”.

domenica 11 dicembre 2022

Patto per il diritto allo studio

 

Un Patto, quello elaborato dal Forun Giovanile dell’Elba e sostenuto dagli studenti dell’Isis Foresi, per il diritto allo studio (secondo quanto prevede l’articolo 3 della Costituzione) che sta sempre più ottenendo consensi e condivisioni fra le amministrazioni comunali e gli organi di stampa. ‘Il Tirreno’ è stato fra i primi a sottoscrivere il documento. È quanto avvenuto venerdì scorso, in occasione della Conferenza Zonale per l’Istruzione svoltasi a Portoferraio. E il primo cittadino dell’Elba ad apporre la firma è stato il sindaco del capoluogo elbano, Angelo Zini. “Ha fatto un po’ da apripista – ha ammesso Pietro Gentili, studente del Foresi e portavoce nazionale della Consulta degli studenti italiani - Il suo esempio è stato seguito poi dal Comune di Marciana Marina. Inoltre Campo nell’Elba, il Comune di Rio e quello di Marciana sono orientati a firmare. Prima però dovranno informare la giunta. L’esecutivo di Simone Barbi si riunirà il 12 dicembre, per cui la decisione finale non dovrà tardare” Silenzio assoluto invece da parte dei Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro che non hanno ancora fatto sentire la propria voce. Ma in che cosa consiste il patto fra i rappresentanti del mondo studentesco, gli enti locali? «Le parti – si legge nel documento - riconoscono il diritto allo studio come un diritto fondamentale della persona, necessario alla sua formazione personale, intellettuale e civile”. C’è il richiamo all’articolo 3 della Costituzione che consiste nel “compiere ogni tentativo volto a soddisfare pienamente il diritto allo studio superiore e universitario dei cittadini elbani». Da parte loro gli studenti elbani «a collaborare con le amministrazioni comunali. A comunicare, promuovere e rendere il più note possibile le misure adottate dai comuni in tema di diritto allo studio»; «a fornire assistenza e supporto a quanti intendono avere accesso alle misure in tema di diritto allo studio. A costituire un Osservatorio per il diritto allo studio dell’Elba che riferisca periodicamente e pubblicamente». E agli organi di stampa? L’impegno morale di mantenere vivo il ‘focus’ sul mondo scolastico, chiamati in particolare «a collaborare lealmente e a condividere informazioni in merito al tema del diritto allo studio e a lavorare sinceramente per l’attuazione del presente patto». Su quali temi? “Soprattutto sui costi e sulle spese – dice Pietro Gentili - che le famiglie elbane sono costrette a sobbarcarsi per assistere i figli nel loro curriculum scolastico e accademico”. Riguardo all’acquisto di libri scolastici, contributi per trasporti pubblici, viaggi di istruzione e materiale scolastico, alloggi nelle sedi universitarie della Toscana. Intanto un dato positivo. “Alla Conferenza zonale – puntualizza il portavoce degli studenti – si è convenuto di seguire la proposta di Marciana Marina che ha fissato in 700 euro il contributo per gli studenti delle superiori e 900 per gli universitari compatibilmente con le risorse disponibili. Dovrà però essere adottato – conclude - un criterio di proporzionalità, prevedendo diverse fasce di supporto in base alla condizione economica di chi richiede il contributo”.


mercoledì 7 dicembre 2022

La galleria di Rosseto sar- come prima

 Sono stati appaltati i lavori per il restauro della galleria Rosseto nell’area mineraria di Rio Marina. Ad aggiudicarsi l’asta è stata la ditta Alberto Saccenti & C.Sas. Ne dà notizia la stessa amministrazione che pubblica l’attribuzione dell’incarico sul sito istituzionale. La galleria, che si trova nei pressi del centro abitato del paese, è facilmente raggiungibile. Rappresenta un vero patrimonio della memoria locale. Una volta che sarà messa nelle condizioni di sicurezza potrà fornire un valido esempio per chi ama le miniere e vuole farsi un’idea di quale metodo estrattivo del minerale ferroso si seguisse all’Elba fino alla seconda metà del secolo scorso. Sarà restituita la galleria al suo originario aspetto e sarà aperta alle visite come importante arricchimento dell’offerta turistica del territorio. Il costo dei lavori, coperto quasi interamente da un finanziamento regionale, ammonta a 150.000 euro. “Dopo l'affidamento dell'appalto– commenta il sindaco Marco Corsini – penso di poter dire che i lavori termineranno entro la primavera, in tempo per la stagione turistica del prossimo anno. Questo ulteriore obiettivo raggiunto è un forte segnale nel percorso di recupero e potenziamento dell'area delle miniere, un contributo alla memoria storica del territorio, e la dimostrazione ancora una volta della vitalità e dell’operatività della società parco mMinerario, sulla quale bene abbiamo fatto ad investire in fiducia”.


sabato 12 novembre 2022

Teatro de' Vigilanti, stagione contenuta

 


 Il taglio del nastro della XIV edizione della rassegna teatrale dedicata alle scuole dell'isola d'Elba è avvenuto martedì scorso. Il cartellone prevede altri quattro spettacoli, concentrati nei mesi di novembre e dicembre. Ci sarà poi la coda di martedì 2 e venerdì 5 maggio con l'attività di promozione nella scuola d'infanzia "Sempre la stessa storia", sette versioni differenti di Cappuccetto Rosso. «Siamo stati obbligati a concentrare gli appuntamenti teatrali ai Vigilanti - ha detto l'assessora Nadia Mazzei - perché sono in programma i lavori di restauro all'eco-efficienza, riduzione dei consumi energetici e ripristino del teatro napoleonico per una spesa di un milione e 541mila euro per la cui copertura economica l'amministrazione comunale ha ottenuto la possibilità di attingere ai finanziamenti del Pnrr. Per non perdere la sovvenzione statale i cantieri apriranno nella seconda metà di dicembre fino a settembre 2023». Non sarà dunque questa una "stagione tradizionale". «D'altro canto - ha continuato la stessa assessora alla cultura - non ce la siamo sentita di sospendere gli spettacoli e rinviare al 2024 la stagione. Non volevano allontanare il pubblico dai Vigilanti, per cui abbiamo ristretto e contenuti gli appuntamenti. Per esempio il teatro per i giovani e le scuola, era programmato tra i mesi di marzo e aprile. Ora li abbiamo raggruppati tra fine novembre e dicembre».Il secondo spettacolo, adatto per le classi II e III media, è già andato in scena: "Cronache del Bambino Anatra" di Sonia Antinori da un'idea di Maria Ariis e Carla Manzo.Il 15 novembre ci sarà "Il pelo nell'uovo" (classi IV e V elementare) di Alberto Ierardi, Giorgio Vieda e Luca Oldani.Martedì 22 novembre, "Like" (primo triennio delle elementari) , di e con Stefano Santomauro. Giovedì primo dicembre (e in replica il 2 dicembre) , "Dendi_Scalzi: Nardin, "La Fantasia", un viaggio liberamente ispirato a Bruno Munari di e con Pasquale Scalzi, Francesco Dendi ed Edoardo Nardin, spettacolo adatto per il primo triennio delle scuole elementari.E gli adulti? «Non disperino i fan dei Vigilanti - ha rassicurato ancora Nadia Mazzei - Per loro abbiamo previsto lo spettacolo serale (e unico al Vigilanti) per martedì 29 novembre, ore 21,15 "Sul Bel Danubio Blu", musiche di Johann Strauss con Corrado Abbati». Gli altri membri della compagnia sono Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Mariska Bordoni, Davide Zaccherini, Federico Bonghi, Giovanna Jacobellis, Lorenzo Marchi Orchestra dal vivo Daniele Pasciuta, Luigi Zardi, Alberto Orlandi, Roberto Ughetti, Gianluigi Paganelli, Paolo Murena, Romeo Zucchi e regia Corrado Abbati, arrangiamenti e direzione di Alberto Orlandi.«Prima dell'inizio dello spettacolo - ha detto l'assessora - ci sarà un'informativa al pubblico che sarà istruito sui programmi del teatro e dell'amministrazione. Gli spettacoli cambieranno sede. Si terranno nella sala Nello Santi, preparata e adeguata al tipo delle rappresentazioni». Il calendario prevede per martedì 24 o mercoledì 25 gennaio (da definire) "Rivoluzione degli impianti", Le piante hanno già inventato il nostro futuro, di e con Stefano Mancuso. Mercoledì 15 febbraio "L'amico di tutti" di e con Paolo Camilli. La stagione teatrale alla sala Nello Santi si chiude con "Smarrimento", uno spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro per e con Lucia Mascino.

domenica 16 ottobre 2022

Dopo la pandemia torna la festra della castagna

 Sarà una settimana, quella compresa tra il 23 e il 30 ottobre, tutta dedicata alla castagna. Torna, dopo la pausa pandemica, la sagra della castagna più importante dell’Elba. Si svolgerà nei borghi collinari di Marciana e Poggio. Quest’anno, oltre agli appuntamenti con il gusto, verranno proposte escursioni e passeggiate tra i castagneti e alcune iniziative culturali e didattiche. L’evento speciale sarà la gara podistica “Marcianella 50°”, tributo alla storica corsa che quest’anno celebra cinquanta anni. Gli eventi saranno realizzati dal Comune di Marciana in collaborazione con Pro Loco Marciana-Elba, associazione Pedalta, associazione Il Rifugio, Circolo Amici di Poggio, Associazione Nazionale Città del Castagno, World Biodiversity Association e altre associazioni del territorio. La manifestazione si avvale del patrocinio del parco nazionale e della Rotta dei Fenici del Consiglio d’Europa. Ecco il programma. Si inizia con Marciana con la più classica delle ‘Marcianella’ che quest’anno registra la 50° edizione; si prosegue poi con i oercorsi dei fiori (24 lunedì) e il sentiero dei castagbni (giovedì 27), escursione con associazione Pedalta. Venerdì 28, gara del gusto e 


sabato 29, “Com’eremo Yes”, replica speciale per lo spettacolo del teatro itinerante. La settimana si conclude domenica 30 ottobre con la “Castagnata di Poggio”.

sabato 8 ottobre 2022

Napoleone e l'Elba

 


Era già arrivato settembre, sull'isola. Da quegli addii di Fointanebleau non si era salvata la famiglia, quella che per ambizione, più che per amore, si era formato l'imperatore. In quell'isola già prossima all'imperio del ricordo preparava ogni cosa con scrupolo, appartamenti, arredamenti, la servitù, ma nulla parlava più del sole, del mare intorno. Le lettere che arrivavano erano poche e controllate, e così pure le informazioni. Egli era già divenuto un brigante, su quel trono da farsa dell'isola, ed ella era restata una regina, ostaggio dell'intrigo dei vincitori. Ne pativa l'imperatore il fascino, la giovinezza, la superiorità mai vinta del lignaggio. L'attendeva ansioso, legittimato dal matrimonio, ma vanificato dai fatti. Ella invece già tornava al suo, già accettava la corte di un ufficiale, già tornava alla protezione paterna, al riparo dall'avventuriero. Tornava al mondo conosciuto. Tergiversava alle acque termali. Rimandava...Verrò dopo Aix, dopo Parma, a giugno, a settembre, il prossimo inverno, siate comunque sempre certo del mio affetto, mio buon amico... Lasciava l'imperatore nel dubbio, a farsela col suo fantasma. Egli scriveva, e non otteneva risposta. Scriveva lettere senza riceverne, e questa condizione, anziché esacerbarlo, lo prendeva ancora più all'amo dell'intimità, dalla parte uncinata degli affetti. Ella intanto spariva lentamente, fisicamente e definitivamente, come il resto dell'epopea, dalla vita di lui. Restava l'isola, e i suoi stretti confini di vento e di mare.  ...Mi basterà un piccolo appartamento, per quando verrò a trovarti... - gli scriveva rassicurandolo - ...abbiate solo la compiacenza di provvedere a un giardino...trovo crudele che da Parigi non vi abbiano mandato quei fiori... Costruiva intanto l'imperatore. Amministrava. Perfino nel chiuso di una cella avrebbe trovato il modo di impartire compiti ai topi. Ripuliva, edificava il palazzo, quasi avesse davanti un vaso futuro da offrirle. Attendeva. Voleva farsi trovare pronto. Domandare di dividere insieme la caduta...la disgrazia? Quasi che non meritasse la grazia di lei, egli non le imponeva la presenza, né di condividere l'esilio. L'attendeva piuttosto come un regalo. Era del resto un affetto istituito, dovuto quasi, legato dal sacramento ancestrale della maternità. ...Vostro figlio, il re di Roma, sta bene, siatene sicuro come del mio affetto... Ma niente di quell'artificio bastava. L'imperatrice non veniva. E nemmeno faceva avere notizie di sé, si dava malata. Tutto quel piccolo regno viveva l'onore di riceverla come sua unica legittimazione. L'imperatore stesso spariva di statura. Senza famiglia era soltanto uno scapolo sconfitto.  Egli aveva però un'amica. Il genere di donna a cui aveva donato la brillantezza del corteggiamento, lo smalto del fuori di casa, la leggerezza della tournée vittoriosa, quando si passa in corsa, a cavallo, sull'onda della gloria, e gli altri rimangono a terra, fermi al passaggio, attendendo un ritorno. Restò negli anni quell'amica come una finestra di luce lontana, un'immagine azzurra. L'amica a cui si scrive con libertà, cui si offre il fuoco d'artificio della propria compiuta natura. Anche nell'aspetto ella restò fantastica. Come una nuvola chiara...il bagliore dei suoi capelli, già slavi, polacchi, nobilitata da quell'aristocrazia di famiglia che l'elevava, ma non ingombrava come il peso delle dinastie. Venne inattesa, l'amica, in un giorno di settembre. Venne al comando del cuore. Al suo arrivo fu scambiata per l'altra tanto attesa, ed ella dovette fare della notte un velo. Fu coperta agli sguardi da quelli stessi uomini che avrebbero dovuto ostentare i fasti della legittimità coniugale. L'imperatore l'accolse nel buio stellato del monte Capanne, su, al romitorio di Marciana.  Lì aveva una tenda da campo, un eremo in cui si rifugiava al riparo delle curiosità isolane. La fece accomodare e una volta dentro, con la complicità che si riserva all'amante, disse " Voici! Mon palace!" E in quel palazzo rimasero chiusi due giorni e due notti. Godette di quell'affetto, della festa inattesa dei sensi,fino a che poté, ma il suo cuore illividito gli impedì di goderne appieno. Ella scompariva di fronte all'edificio della legittimità costituita, della storia a venire, della vita da fare. Non poteva arrivare oltre. Le sue parole e i suoi gesti non potevano cadere altrimenti che con il peso leggero dell'avventura. Le ore passavano e cresceva nella tenda l'inquietudine. Egli si sentiva sempre più scoperto e perduto. D'un tratto, l'imperatrice, che non dava più notizie di sé da mesi, si era fatta più vicina che mai. Ne presentiva la venuta, poteva addirittura arrivare da un momento all'altro, occorreva fare presto, spiegarsi, agire subito. Anche in tutto quell'esilio veniva a valere infine il ruolo dell'amante, a cui la casa è preclusa, l'amante che si raggiunge fuori, quando la vita è altrove. Egli con lei, in quell'isola, era già un clandestino. Eppure in quel momento la vita gli porgeva l'ultima occasione di tenere vicino a sé un affetto, una compagna che avrebbe reso più amorevole l'esilio. Ma a quella possibilità riservò quei due giorni soltanto. Pianse lacrime dignitose l'amica, dopo i discorsi che le arrossarono gli occhi. E intanto veniva organizzato che partisse di notte, col mare grosso di vento. Dovette partire col buio, più di notte che di giorno. Accompagnati da un ufficiale al seguito, mossero a cavallo nella macchia. L'imperatore la scortò fino a un bivio impervio, e poi li lasciò proseguire soli. Se ne pentì subito. Diede anzi ordine di fermare i partenti, ma il tempo era peggiorato, e l'ufficiale preposto rinunciò all'inseguimento, attribuendo al destino la fatalità della partenza. Rimase a lungo pensieroso nella notte inquieta l'imperatore. Poi tornò a Portoferraio, negli appartamenti. Girò di nuovo tra le stanze allestite, e in breve riuscì a ritrovare quella sensazione di casa che si era sforzato di inventarci. Il santuario che aveva edificato con la dedizione dell'assenza. Mantenne le stanze pronte, in ordine, carezzando dentro di sé al caldo del suo piccolo regno il luogo che aveva conservato per lei.

L'imperatrice non venne mai.

Non seppe mai.

Nemmeno Bonaparte ne seppe più nulla.

Continuò fino alla fine a dipingerla con parole di tenerezza.

Un mese dopo accettò la compagnia di una cortigiana, che si installò alla piccola corte di Portoferraio.



domenica 30 gennaio 2022

Giuseppe Cecchini, "Ho visto la morte in faccia"


 Chi si ricorda più all’Elba (esclusi familiari e una ristretta cerchia di amici) di Giuseppe Cecchini, classe 1904? E dell’impresa di cui si rese protagonista nell’ultima guerra? Un eroe sconosciuto a tutti gli effetti. Né sarebbe stata tramandata la frase pronunciata così perentoriamente davanti al plotone d’esecuzione tedesco da scoraggiare il tenente nell’impartire l’ordine di sparare su un campione di folla inerme, sequestrata a caso e schierata a titolo dimostrativo sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea di Castiglioncello del Trinoro, nel comune di Sarteano tra Siena e Arezzo, se nessuno l’avesse riportata. “O tutti, o nessuno!”, gridò Giuseppe Cecchini, in quell’assolata mattina del 14 giugno 1944. E il miracolo incredibilmente avvenne. Si abbassarono le canne dei MP 38. Le mitragliatrici tacquero, immerse in un silenzio surreale. E tutto il paese fu salvo. Se oggi rivive nel senese il ricordo di quei fatti, lo si deve a una pagina ingiallita di un’agenda. L’ha vergata un prete, testimone oculare; anche lui sopravvissuto. Don Enrico Bellucci, parroco di Castiglioncello, dopo essersi ripreso dall’aver visto la morte in faccia, affidò al diario l’impresa del soldato semplice elbano. Nulla poté invece per due ragazzi, Amerigo Bai e Quirino Salvadori, che persero la vita in quella terribile giornata, sotto le pallottole naziste. I loro nomi sono incisi in una lapide, sotto la quale ogni anno, il 16 giugno, si ripete la commemorazione. Scarne ed essenziali le notizie sulla vita di Giuseppe Cecchini. Si sa che era nato a Rio Marina il 10 ottobre. All’epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 40anni. Prestava servizio come soldato semplice a Castiglioncello. Maledettamente proprio su quella linea immaginaria che attraversa gli Appennini, passata alla Storia come ‘Linea Gotica’ che divideva in due l’Italia. Nelle intenzioni del comando germanico lungo questo fronte si sarebbe dovuta ricompattare la Wehrmacht, dopo che gli alleati erano entrati a Roma il 5 giugno 1944. La manovra, secondo il generale tedesco del fronte sudovest Albert Kesselring, doveva essere una ‘ritirata combattuta’, allo scopo di permettere il rafforzamento della linea degli Appennini. I tedeschi erano dichiaratamente sulla difensiva, occupati su due fronti. Davanti avevano gli alleati che risalivano passo passo la Penisola. Alle spalle, sulle montagne, erano attaccati invece da brigate partigiane. Un cocktail perfetto, che farà montare all’inverosimile la rabbia e il furore assassino teutonico. È quanto stava per abbattersi su Castiglioncello. A questo destino, purtroppo, non si sottrarrà, quasi un mese dopo, la popolazione di Sant’Anna di Stazzema, sempre sull’Appennino toscano, dove furono passate per le armi 560 persone fra vecchi, giovani, donne e bambini. Giuseppe Cecchini parlava perfettamente la lingua tedesca, dato che era stato in Germania e vi aveva lavorato per diversi anni. Però prima dello scoppio della guerra e dell’entrata nel conflitto mondiale dell’Italia, Giuseppe era rientrato all’Elba. Si era arruolato nell’esercito Italino, finendo con l’essere impiegato con il suo reparto a Sarteano.. “Nonostante che all’epoca dei fatti fosse padre di 5 figli, Plinio (mio cognato), Vilmano, Vito, Ivano e Lorena – dice Rocco Zoccoli, presidente della sezione provinciale dei Bersaglieri – di fronte a quella particolare circostanza Giuseppe non si tirò indietro, lui che era una persona sì semplice, ma anche coraggiosa e di temperamento, come sanno esserlo gli elbani. Sentiva dentro che doveva fare qualcosa di fronte a cotanta tracotanza, come se una voce interiore glielo comandasse. Allora si mise anche lui difronte al plotone di esecuzione, urlando quella famosa frase che il sacerdote di Castiglioncello puntualmente annoterà sul diario. Con il suo comportamento salvò tutti dalla fucilazione, compreso suo figlio poco più che adolescente”. Se l’Elba non sa nulla del ‘suo’ eroe sconosciuto, altrettanto non si può dire degli abitanti di Castiglioncello. Che, esattamente un anno dall’accaduto, murarono un marmo. Dove si legge: “Il popolo di Castigliocello/ festeggia ogni anno/ il 16 giugno 1944/ e grazie renderà a Dio per averlo salvato/ quando la ferocia tedesca si scatenò sul paese/ scolpiti nell'anima porterà i nomi/ di/ Bai Amerigo e Salvadori Quirino/ vittime innocenti di quel giorno/ riconoscente affetto serberà all'interprete/ Cecchini Giuseppe/ che con coraggio e fermezza/ si adoprò per limitare/ l'ingiusto e barbaro eccidio”. E poi, ogni anno, presso questo borgo sulla Val d'Orcia, si ripete la cerimonia commemorativa di quella giornata promossa dall’amministrazione di Sarteano, in collaborazione con la sezione Anpi. E in uno di questi tradizionali appuntamenti si sono ritrovati con qualche ruga in più sul viso Dino Salvadori e Vilmano Cecchini, figli rispettivamente di Quirino Salvadori, una delle vittime e Giuseppe Cecchini, il soldato elbano che eroicamente si fece da interprete per fermare l'eccidio. Cecchini riuscì a spiegare che quelli che stavano per essere fucilati non erano altro che civili inermi e innocenti. Non c’era alcun rischio che fra questi si nascondesse qualche ‘bandito’ (come i tedeschi battezzarono i partigiani). Ivano Cecchini, l’unico dei 5 fratelli morto, tornò durante una ricorrenza a Castiglioncello. Dopo quasi settant’anni, i due bambini di allora si ritrovarono faccia a faccia. Il figlio della vittima e il figlio dell’eroe isolano. “Mi piacerebbe fosse ricordato anche qui con una semplice cerimonia – dice ancora Zoccoli - Magari coinvolgendo i sindaci di Rio e Portoferraio, visto che per 40 anni risiedette alla Sghinghetta. Credo e spero – conclude - che qualcosa si muoverà”.

domenica 2 gennaio 2022

Convegno sul dissalatore di Mola

 


La data del convegno sull'erigendo impianto di desalinizzazione che Asa intende realizzare tra Mola e Lido di Capoliveri è stata fissata al 22 gennaio 2022, all'auditorium De Laugier. Lo rendono noto Italia Nostra e Fondazione Isola d’Elba che hanno creato il Comitato per la difesa di Lido e Mola, affiancando il Comune di Capoliveri nel tentativo (per ora non riuscito) di convincere l’ Autorità Idrica Toscana a cambiare destinazione e modalità progettuali del sistema di dissalazione. Andate a vuoto le richieste di un confronto, il comitato ha deciso di ricorrere a fatti concreti. “Visto come si erano messe le cose – ha detto Leonardo Preziosi, presidente di Italia Nostra arcipelago toscano - abbiamo optato di organizzare un evento che dovrà avere una cassa di risonanza nazionale. Il convegno del 22 gennaio a Portoferraio dovrà essere un evento importante. Parteciperanno relatori competenti nel settore (biologi marini, geologi, amministrativisti) e rappresentanti della Camera e del Senato che hanno presentato interrogazioni parlamentari a supporto di questa nostra iniziativa. L’obiettivo del Convegno è semplicemente quello di informare la popolazione in un modo finalmente chiaro e trasparente che il dissalatore crea fatalmente dei danni all’ambiente”. I relatori di altissimo livello invitati al convegno metteranno in evidenza i punti deboli del progetto. Cercheranno di spiegare che l’acqua all’Elba c’è: si tratta solo di volerla e saperla estrarre e poi gestire. “In sostanza – ha continuato Preziosi – ci proponiamo di costringere Asa e Ait a tornare sui propri passi, a limitare le perdite dell’attuale condotta sottomarina, a costruirne una nuova in parallelo, ad utilizzare i risultati della indagine che la stessa Ait ha commissionato all’Università di Siena nel 2019 che avalla questo assunto e propone la creazione di 6 invasi di stoccaggio”. Più volte sia il Mangement di ASA sia di AIT hanno dichiarato che sono stati fatti studi appropriati che escludono qualsiasi problema di impatto ambientale e che tutto è stato fatto nel rispetto della legge e dell'ambiente. “Ma allora se è così – si è chiesto il presidente di Italia Nostra - per quale motivo è stata esclusa l'assoggettabilità del progetto alla Via? Forse ce lo spiegheranno il 22 gennaio quando, invitati dal Comitato per la difesa di Lido e Mola al Convegno metteranno in atto la loro interpretazione del concetto di partecipazione al dibattito pubblico e al confronto con la popolazione”. Così gli organizzatori dell’evento fin da adesso invitano tutti coloro che condividono il loro approccio a partecipare ai lavori del convegno, “preferibilmente in presenza – ha concluso Leonardo Preziosi - ma comunque eventualmente su piattaforma”. Alcuni consigli pratici destinati a tutti coloro che sono interessati all’argomento. Chi vorrà approfondire l’argomento, potrà farlo, consultando il sito ‘elbanodissalatore.it’ e la pagina Facebook CDLM comitato per la difesa Lido e Mola.