C'è già il nome: il Comune di Rio. E
lo scorso anno, esisteva pure la pagina Fb del gruppo che sosteneva
il progetto. Una sola municipalità che raggruppa due comuni del
versante orientale dell'Isola, Rio Elba e Rio Marina. Per ora se ne
parla. Ma non c'è nessun statuto. Nessun regolamento. Esiste solo la
disponibilità dei due sindaci, Claudio De Santi e Renzo Galli, ad
affrontare l'argomento e il relativo percorso istituzionale da
ricoprire insieme. All'insegna dell'unione che fa la forza. Stessa
origine i due Rio: stessa costola. E poi, l'uno distante dall'altro
non più di tre chilometri. Il primo, quello collinare il padre; il
secondo, quello invece rivierasco il figlio. Ma cosa ne pensano i
diretti interessati della proposta? Sono tutti d'accordo? Per ora non
c'è univocità di consensi. Non tutti la pensano alla medesima
maniera. Intanto un po' di storia che non guasta. La comunità riese
cominciò a svilupparsi a partire dalla seconda metà del Duecento e
descrisse la sua parabola per tutto il basso medioevo; oltre seicento
anni vissuti in modo unitario fino ad arrivare al 1882, anno in cui
la Marina di Rio ebbe riconosciuta l'autonomia dal Re d'Italia e
quindi il distacco da Rio Castello. Ma la separazione non fu
indolore. Sono passate alla storia come le “Quattro giornate di Rio
Castello”, quelle che culminarono con la scissione del municipio
riese. Un risultato assai travagliato e mal digerito, soprattutto
dalla gente del colle. Le strade di Rio Castello e la sua “Piaggia”
si divisero irrimediabilmente grazie allo sviluppo della Marina di
Rio, che diventò nell'Ottocento il settimo scalo commerciale
d'Italia. Per cui due mondi, due status sociali si scontrarono
terribilmente, dandosi battaglia senza quartiere: l'imprenditoria
marittima e commerciale della Marina che chiedeva l'autonomia
amministrativa e la proprietà terriera rappresentata dalla classe
notarile e borghese di Rio Castello che fu poco propensa alle novità
e alle innovazioni, amante invece dello 'status quo'. Dal 1850 al
1880 quello che era il piccolo villaggio di baracche di pescatori
assisté a una crescita incredibile della popolazione, grazie al
commercio navale e alla marineria padronale. Un raddoppio di
residenti che si legò ai nuovi affittuari delle miniere di ferro, i
Bastogi. Siamo in pieno periodo di rivoluzione industriale in Italia
che non risparmiò le miniere dell'Elba. Il raddoppio della
popolazione residente alla Marina iniziò a creare problemi al Comune
di Rio Elba che sfociarono nel “grande affronto” della
separazione. Oggi, perduti i temi che hanno sostenuto il nuovo filone
economico che guardava il mare e le miniere, le due municipalità si
ricordano di avere un'origine in comune. Tutt'e due che nel Duemila
sfidano la sorte economica del rilancio delle loro finanze,
investendo sul turismo. Ma il “figliol prodigo” che riconosce la
bontà amministrativa del vecchio padre sarà di nuovo accolto alla
corte da dove era andato via, sbattendo la porta? Scrive sul suo
profilo Fb il capogruppo dell'opposizione del Comune di Rio Elba,
Pino Coluccia ed ex sindaco: “Il Comune è la prima forma di
rappresentanza di una comunità e di autogoverno. In esso sono
espresse le rappresentanze dei cittadini elette ed alle quali è
affidato il compito di governare la comunità: il Comune è quindi un
luogo di presenza, partecipazione e autodeterminazione di una
comunità, dei suoi cittadini e che senza di questo conteranno meno.
L'argomento di gestire insieme i servizi e le problematiche comuni si
deve e si può affrontare con strumenti come l'Unione e altri quali
l'associazione, ma evidentemente quella che manca nelle due entità è
la volontà politica, cioè ci sono divisioni fra le forze politiche
delle due realtà e all'interno di esse che non possono essere
superate con espedienti istituzionali. Per cui – conclude - questa
iniziativa dei due sindaci mi sembra più un'improvvisazione che
nasconde un vuoto progettuale, di idee e prospettive per questi
territori, per queste comunità una rinuncia a fare e agire”. Elvio
Diversi, ex sindaco di Rio Marina, e l'unico (almeno per ora) primo
cittadino a organizzare il primo centenario della costituzione del
Comune nel luglio 1982, dice: “Se si dovesse fare oggi il
referendum sulla fusione il 70/80 per cento della gente direbbe 'no'.
Ci sono cose più serie da affrontare oggi che pensare alla fusione.
Sono d'accordo sul progetto di unire i servizi ai cittadini, per il
resto no. Concludo come dicevano i nostri nonni: 'Ognuno deve mangia'
nel suo laveggio'”. Infine un ristoratore, il titolare del
ristorante “Da Cipolla” in piazza del Popolo a Rio Elba, Davide
Carletti: “Sono contento della proposta dei due sindaci. Finalmente
esisterà il Comune di Rio che comprenderà collina e mare, parco
minerario e mineralogico e porti. Una forma di semplificazione e
maggiori servizi da estendere sul territorio. Sarà dura - conclude -
Ma penso che sia la strada da battere nei prossimi anni”. La
partita è appena iniziata.