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venerdì 17 febbraio 2017

Di due un solo Comune

C'è già il nome: il Comune di Rio. E lo scorso anno, esisteva pure la pagina Fb del gruppo che sosteneva il progetto. Una sola municipalità che raggruppa due comuni del versante orientale dell'Isola, Rio Elba e Rio Marina. Per ora se ne parla. Ma non c'è nessun statuto. Nessun regolamento. Esiste solo la disponibilità dei due sindaci, Claudio De Santi e Renzo Galli, ad affrontare l'argomento e il relativo percorso istituzionale da ricoprire insieme. All'insegna dell'unione che fa la forza. Stessa origine i due Rio: stessa costola. E poi, l'uno distante dall'altro non più di tre chilometri. Il primo, quello collinare il padre; il secondo, quello invece rivierasco il figlio. Ma cosa ne pensano i diretti interessati della proposta? Sono tutti d'accordo? Per ora non c'è univocità di consensi. Non tutti la pensano alla medesima maniera. Intanto un po' di storia che non guasta. La comunità riese cominciò a svilupparsi a partire dalla seconda metà del Duecento e descrisse la sua parabola per tutto il basso medioevo; oltre seicento anni vissuti in modo unitario fino ad arrivare al 1882, anno in cui la Marina di Rio ebbe riconosciuta l'autonomia dal Re d'Italia e quindi il distacco da Rio Castello. Ma la separazione non fu indolore. Sono passate alla storia come le “Quattro giornate di Rio Castello”, quelle che culminarono con la scissione del municipio riese. Un risultato assai travagliato e mal digerito, soprattutto dalla gente del colle. Le strade di Rio Castello e la sua “Piaggia” si divisero irrimediabilmente grazie allo sviluppo della Marina di Rio, che diventò nell'Ottocento il settimo scalo commerciale d'Italia. Per cui due mondi, due status sociali si scontrarono terribilmente, dandosi battaglia senza quartiere: l'imprenditoria marittima e commerciale della Marina che chiedeva l'autonomia amministrativa e la proprietà terriera rappresentata dalla classe notarile e borghese di Rio Castello che fu poco propensa alle novità e alle innovazioni, amante invece dello 'status quo'. Dal 1850 al 1880 quello che era il piccolo villaggio di baracche di pescatori assisté a una crescita incredibile della popolazione, grazie al commercio navale e alla marineria padronale. Un raddoppio di residenti che si legò ai nuovi affittuari delle miniere di ferro, i Bastogi. Siamo in pieno periodo di rivoluzione industriale in Italia che non risparmiò le miniere dell'Elba. Il raddoppio della popolazione residente alla Marina iniziò a creare problemi al Comune di Rio Elba che sfociarono nel “grande affronto” della separazione. Oggi, perduti i temi che hanno sostenuto il nuovo filone economico che guardava il mare e le miniere, le due municipalità si ricordano di avere un'origine in comune. Tutt'e due che nel Duemila sfidano la sorte economica del rilancio delle loro finanze, investendo sul turismo. Ma il “figliol prodigo” che riconosce la bontà amministrativa del vecchio padre sarà di nuovo accolto alla corte da dove era andato via, sbattendo la porta? Scrive sul suo profilo Fb il capogruppo dell'opposizione del Comune di Rio Elba, Pino Coluccia ed ex sindaco: “Il Comune è la prima forma di rappresentanza di una comunità e di autogoverno. In esso sono espresse le rappresentanze dei cittadini elette ed alle quali è affidato il compito di governare la comunità: il Comune è quindi un luogo di presenza, partecipazione e autodeterminazione di una comunità, dei suoi cittadini e che senza di questo conteranno meno. L'argomento di gestire insieme i servizi e le problematiche comuni si deve e si può affrontare con strumenti come l'Unione e altri quali l'associazione, ma evidentemente quella che manca nelle due entità è la volontà politica, cioè ci sono divisioni fra le forze politiche delle due realtà e all'interno di esse che non possono essere superate con espedienti istituzionali. Per cui – conclude - questa iniziativa dei due sindaci mi sembra più un'improvvisazione che nasconde un vuoto progettuale, di idee e prospettive per questi territori, per queste comunità una rinuncia a fare e agire”. Elvio Diversi, ex sindaco di Rio Marina, e l'unico (almeno per ora) primo cittadino a organizzare il primo centenario della costituzione del Comune nel luglio 1982, dice: “Se si dovesse fare oggi il referendum sulla fusione il 70/80 per cento della gente direbbe 'no'. Ci sono cose più serie da affrontare oggi che pensare alla fusione. Sono d'accordo sul progetto di unire i servizi ai cittadini, per il resto no. Concludo come dicevano i nostri nonni: 'Ognuno deve mangia' nel suo laveggio'”. Infine un ristoratore, il titolare del ristorante “Da Cipolla” in piazza del Popolo a Rio Elba, Davide Carletti: “Sono contento della proposta dei due sindaci. Finalmente esisterà il Comune di Rio che comprenderà collina e mare, parco minerario e mineralogico e porti. Una forma di semplificazione e maggiori servizi da estendere sul territorio. Sarà dura - conclude - Ma penso che sia la strada da battere nei prossimi anni”. La partita è appena iniziata.