A questo punto non sono più casi isolati. I suicidi sono una
realtà che va affrontata con le giuste misure e con l’impegno di arrivare a
tamponare tale increscioso fenomeno che, almeno in Toscana, è incredibilmente
in ascesa. Fermare simili gesti così violenti verso la propria persona è
diventato nelle ultime ore un imperativo categorico che dovrà mettere in fibrillazione prima di
tutto la classe dirigente, quindi lo Stato
e i vari apparati governativi che presiedono la vita della Repubblica,
senza dimenticare le associazioni volontarie e religiose. Diventa emergenza.
Oltre che a denotare un diffuso malessere della nostra società.
A preoccuparci
ulteriormente è il fatto che chi si suicida non sono emarginati, profughi o gli
ultimi della scala sociale.
Tutt’altro. Le persone che ne sono coinvolte sono
rappresentanti della media – alta borghesia imprenditoriale. E su tutto questo
malessere serpeggia sempre la stessa e unica soluzione: problemi di natura
economica. Una banca che non riesce più a sopravvivere per problemi strutturali
suoi interni ed esterni. Un’impresa che non onora i suoi debiti perché le
commesse sono incredibilmente abbassate e al di sotto della soglia minima che
le garantisce la sopravvivenza, guadagnare poco rispetto a quanto si spende. Insomma
sono questi i conti spicci cui si deve far fronte. E quando non ci si fa più a quadrare
i bilanci, la soluzione migliore è quella di staccare la spina e passare nel
mondo dei più. Sempre le stesse motivazioni di fondo. Un tempo il suicidio era
ispirato da passioni amorose che non potevano essere soddisfatte per
complessità intrinseca dei rapporti individuali. Oggi non è più così.
La piovra
che attacca le persone è sempre e unicamente lei, il denaro; per essere più
espliciti, l’euro che sta mietendo vittime a non finire.
E’ chiaro a questo punto che il governo è chiamato a
risolvere in prima persona queste contingenze. Con atti concreti, senza oberare
ulteriormente i cittadini di altre imprescindibili tasse. Che pagate, non danno
l’impressione del mutare delle cose:segno che la voragine che si è prodotta
nell’organismo dello Stato è ampia e complessa. Ma occorre agire, per arginare
il fenomeno. Sugli organi di stampa sempre le stesse notizie a commento, sempre
la stessa tiritera e nomenclatura di morti suicidi e i commenti delle persone
che conoscevano gli infelici uguali in tutte le latitudini: brava gente, non li
abbiamo mai sentiti gridare, gente lavoratrice. Eppure si sono suicidati. Ecco
l’effetto di questa crisi che sembra non finire mai che porta come conseguenze
una miriade crescente di disoccupati, che fa gridare i giovani nelle piazze o
sui giornali, come è successo proprio questa mattina sul quotidiano di Napoli “Il
Mattino”, dove un ragazzo si dichiarava pronto a “vendere” un suo rene per pagare
le tasse. Incredibile.
Lo schiaffo alle istituzioni è forte. Bisogna che il
parlamento escogiti qualcosa e finalmente che faccia qualcosa per fermare
questa pericolosa emorragia.