Approvato il progetto di recupero e
restauro delle mura storiche di Cosmopoli. L’obiettivo è di rendere accessibili
al pubblico le aree e gli spazi finora interdetti del bastione di Santa Fine,
della batteria Spagnoli e della torre della Linguella. A questo punto finisce
il lungo iter amministrativo che mira al riutilizzo dell’intero complesso
fortilizio che cinge, a partire dal Cinquecento, la città, con i suoi
successivi integri architettonici. E si apre un capitolo nuovo, non meno
impegnativo del primo per la giunta Ferrari. Quello di reperire i fondi
necessari per la messa in opera degli interventi. Secondo il piano redatto da Elisabetta
Coltelli sono necessari 340mila euro per mettere a disposizione della
collettività anche quelle parti fortificate di Cosmopoli che erano state
dichiarate off limits perché in estremo degrado. Intanto l’esecutivo presieduto
da Mario Ferrari ha provveduto a inserire l’intervento nel programma triennale
dei lavori pubblici 2017/19. Ora si cercano i finanziamenti. Che non dovrebbe
essere impresa difficile, visto e considerato che il progetto di recupero è
risultato vincitore del bando “Città murate della Toscana” per l’erogazione di
contributi da spendere per la valorizzazione delle mura storiche, secondo
quanto previsto da una legge regionale. Ma vediamo più da vicino di quali
monumenti storici si tratta. «Il bastione di Santa Fine e la batteria degli
Spagnoli – si legge nella relazione di Elisabetta Coltelli – cingono la
zona nord-ovest di Cosmopoli, quella prospiciente la spiaggia delle Ghiaie.
Sono di notevole interesse storico, architettonico, monumentale e paesaggistico
in quanto fanno parte della cinta muraria della città fortificata medicea e
lorenese di Portoferraio e pertanto soggetta a vincolo monumentale e paesaggistico».
Gli interventi previsto in questo caso dovranno essere realizzati
principalmente in muratura a secco intonacata, con terriccio che livella il
terreno per l’accesso alle troniere ai bordi del bastione. All’interno del
bastione inoltre c’è un passaggio segreto, un tunnel pavimentato ancora in buon
stato di conservazione e una piccola scala per l’accesso alle parti alte della
batteria degli Spagnoli. «Attualmente – continua la relazione – l’antica
muraglia versa in un precario stato di conservazione. I resti della base della
garitta settecentesca di Santa Fine stanno per crollare in mare, costituendo un
pericolo per la pubblica incolumità e la definitiva distruzione delle
particolari mensole in pietra che sostenevano la base dell’antica garitta». Più
articolato l’intervento previsto per la torre della Linguella e spazio attiguo
verso terra. La torre, detta del Martello per la sua particolare forma e anche
torre di Passanante dal nome dell’anarchico che attentò alla vita di Umberto I
di Savoia finendo per esservi imprigionato, comprende il museo archeologico e i
bastioni limitrofi che fanno parte del primo impianto cinquecentesco della
città di Cosmopoli. Durante il secondo conflitto mondiale la torre fu duramente
colpita e danneggiata dai bombardamenti che distrussero completamente il
bastione di Cosimo e l’edificio del bagno penale, provocando anche il crollo
delle cortine esterne del bastione di San Francesco. «Il progetto di restauro
vuole far comprendere consentendone l’accesso, l’importanza dei capolavori di
ingegneria militare medicea e lorenese che sono tuttora presenti in città.
Costituiscono l’identità dei luoghi e sono occasione di destagionalizzazione e
turistica».
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sabato 29 giugno 2019
mercoledì 26 giugno 2019
Legambiente: no alla “casa del custode” a Capo Poro
Il Comune di Campo dell’Elba, con provvedimento definitivo dell’Area
tecnica, ha bocciato la richiesta di autorizzazione paesaggistica per la
“Realizzazione di edificio rurale a servizio del custode azienda
agricola” in località Capo Poro, cioè nel bel mezzo del Parco Nazionale
dell’Arcipelago Toscano e di una Zona speciale di conservazione
(Direttiva Habitat) e Zona di protezione speciale (Direttiva Uccelli).
Si tratta di un atto significativo visto che, nonostante i vincoli sovraordinati del Piano del Parco Nazionale e le direttive europee, la Commissione per il Paesaggio il 30 gennaio 2019 aveva espresso “Parere favorevole preso atto delle modifiche apportate con riduzione delle altezze».
Vincoli fortunatamente non ignorati dalla Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio che ad aprile aveva espresso “parere contrario all’intervento la cui ubicazione verrebbe ad interagire in un tratto paesaggistico delicato, l’edificio proposto introdurrebbe una nota di antropizzazione non consona con la ruralità e con il quadro percettivo in generale, inoltre non è in coerenza con il luogo e non privilegia una localizzazione prossima ad una idonea rete viaria esistente”. Una rete viaria che a Galenzana e dintorni si è distinta negli ultimi anni per fantasiose aperture e chiusure arbitrarie, allargamenti e nascite, cancelli e divieti, ruspe e tagli di vegetazione.
Infatti, in una successiva nota di giugno nella quale respinge il ricorso dei richiedenti, la Soprintendenza annunciava il perere negativo definitivo aggiungendo che l’opera avrebbe avuto un impatto sia sulla vegetazione che sull’orografia dei luoghi e che «Dato il carattere funzionale di una “abitazione per custode” non se ne comprende il discostarsi dalla viabilità principale nelle sue fasce a monte e a valle, Non si comprende inoltre la ricerca di un’are di grande visibilità paesaggistica e dunque anche intervisibile dal mare».
Insomma, la casa del custode somiglia molto di più a una villetta padronale affacciata sul mare e che necessiterebbe dei nuovi collegamenti che sembrano una vera ossessione per i proprietari di Galenzana.
Bene ha fatto quindi il responsabile dell’area tecnica del Comune di Campo nell’Elba a negare definitivamente l’autorizzazione paesaggistica alla realizzazione di un’abitazione la cui costruzione violerebbe i vincoli paesaggistici e ambientali di un’area delicatissima e dentro un Parco Nazionale. Viene da chiedersi perché – di fronte all’evidenza delle norme e dei vincoli – non abbia fatto altrettanto la Commissione per il Paesaggio.
Di fronte a questo ennesimo tentativo di costruire a Capo Poro – Galenzana, di fronte alle continue violazioni perpetrate nella zona, Legambiente Arcipelago Toscano torna a chiedere al Comune di Campo nell’Elba di sospendere in autotutela tutte le eventuali concessioni richieste e segnalazioni certificate di inizio di attività (Scia) per manufatti, sentieri, strade e altri lavori nell’intera area e all’Ente Parco Nazionale di sospendere la concessione di qualsiasi tipo di nulla-osta fino a che la situazione riguardante altre vicende legate alla realizzazione di manufatti e strade non sarà del tutto chiarita.
Si tratta di un atto significativo visto che, nonostante i vincoli sovraordinati del Piano del Parco Nazionale e le direttive europee, la Commissione per il Paesaggio il 30 gennaio 2019 aveva espresso “Parere favorevole preso atto delle modifiche apportate con riduzione delle altezze».
Vincoli fortunatamente non ignorati dalla Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio che ad aprile aveva espresso “parere contrario all’intervento la cui ubicazione verrebbe ad interagire in un tratto paesaggistico delicato, l’edificio proposto introdurrebbe una nota di antropizzazione non consona con la ruralità e con il quadro percettivo in generale, inoltre non è in coerenza con il luogo e non privilegia una localizzazione prossima ad una idonea rete viaria esistente”. Una rete viaria che a Galenzana e dintorni si è distinta negli ultimi anni per fantasiose aperture e chiusure arbitrarie, allargamenti e nascite, cancelli e divieti, ruspe e tagli di vegetazione.
Infatti, in una successiva nota di giugno nella quale respinge il ricorso dei richiedenti, la Soprintendenza annunciava il perere negativo definitivo aggiungendo che l’opera avrebbe avuto un impatto sia sulla vegetazione che sull’orografia dei luoghi e che «Dato il carattere funzionale di una “abitazione per custode” non se ne comprende il discostarsi dalla viabilità principale nelle sue fasce a monte e a valle, Non si comprende inoltre la ricerca di un’are di grande visibilità paesaggistica e dunque anche intervisibile dal mare».
Insomma, la casa del custode somiglia molto di più a una villetta padronale affacciata sul mare e che necessiterebbe dei nuovi collegamenti che sembrano una vera ossessione per i proprietari di Galenzana.
Bene ha fatto quindi il responsabile dell’area tecnica del Comune di Campo nell’Elba a negare definitivamente l’autorizzazione paesaggistica alla realizzazione di un’abitazione la cui costruzione violerebbe i vincoli paesaggistici e ambientali di un’area delicatissima e dentro un Parco Nazionale. Viene da chiedersi perché – di fronte all’evidenza delle norme e dei vincoli – non abbia fatto altrettanto la Commissione per il Paesaggio.
Di fronte a questo ennesimo tentativo di costruire a Capo Poro – Galenzana, di fronte alle continue violazioni perpetrate nella zona, Legambiente Arcipelago Toscano torna a chiedere al Comune di Campo nell’Elba di sospendere in autotutela tutte le eventuali concessioni richieste e segnalazioni certificate di inizio di attività (Scia) per manufatti, sentieri, strade e altri lavori nell’intera area e all’Ente Parco Nazionale di sospendere la concessione di qualsiasi tipo di nulla-osta fino a che la situazione riguardante altre vicende legate alla realizzazione di manufatti e strade non sarà del tutto chiarita.
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