Cerca nel blog

giovedì 19 maggio 2016

E se lo sceicco non fosse sceso dal panfilo..., quel giorno?

Metti un tardo pomeriggio di mezza estate: uno sceicco, sceso in Darsena dal suo panfilo con il suo seguito, si reca in visita alla reggia napoleonica dei Mulini e osserva, con comprensibile stupore, la biblioteca dell'Imperatore francese. Metti che gli venga spontaneo il desiderio di sapere cosa contengano quelle copertine dorate; scoprire quali siano stati gli interessi dell'uomo che per più di un decennio ha tenuto in scacco le principali corone europee ed ora vive confinato in un triangolo di terra in mezzo al Tirreno. Metti che voglia saperlo. Metti la casualità, la fatalità degli eventi che si succedono. Uniscili al desiderio di conoscere e sapere. E avrai così tutti gli elementi per capire il “Progetto Napoleone”, o meglio il primo tassello di quello che sarà il progetto vero e proprio che ha rivoluzionato il modo di fare cultura sull'Isola d'Elba. Se non fosse una parola grossa, si potrebbe dire la rivoluzione informatica sul patrimonio librario della Villa imperiale di Portoferraio. Ma vediamo come si sono svolti i fatti. Era l'estate 2013, Mansur bin Zayd Al Nahyan, lo sceicco proprietario del Manchester City e fratellastro del presidente degli Emirati Arabi Uniti Khalifa bin Zayed Al Nahayan arriva in Darsena. E' lui che, accompagnato a visitare i luoghi napoleonici, rimase colpito dai volumi di Napoleone donati alla Città di Portoferraio al momento della sua partenza dall'Elba. Perché non diffonderne il contenuto? Perché non metterli a disposizione dell'umanità? E' stato sempre Mansur a spingere Abdulla El Reyes, direttore generale degli archivi nazionali degli Emirati Arabi, nel redigere un piano di recupero, restauro e digitalizzazione del fondo librario scelto dall'Imperatore francese. È stata la scintilla che ha appiccato l'incendio. Come primo passo si sigla a Roma un accordo tra il Ministero della cultura italiano (attraverso la Soprintendenza di Pisa e Livorno) e l’Archivio Nazionale dell'Ufficio Affari Presidenziali degli Emirati Arabi. Che comporta il trasferimento dal cartaceo al multimediale di 982 volumi, tanti sono i libri che Napoleone si fece mandare in parte da Fontenbleau, in parte dallo zio cardinale Fesch. E' passato (e dovrà ancora passare) sotto lo scanner qualcosa come 373 mila pagine. Al momento della presentazione alle autorità civili di Portoferraio il lavoro era ultimato solo al 73 per cento. All'evento, svoltosi nel salone delle feste nella reggia dei Mulini, hanno preso parte l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, Sager Nasserahmed Abdullah Al Raisi, il direttore generale degli archivi nazionali degli Emirati Arabi Uniti, Abdulla El Reyes, il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari e il suo vice Roberto Marini, il direttore del Polo museale regionale della Toscana Stefano Casciu, la direttrice delle regge napoleoniche elbane Antonia D'Aniello e poi una nutrita delegazione araba. «Dopo aver firmato l’accordo per il restauro della biblioteca napoleonica all’Elba – ha detto Abdulla El Reyes alla stampa presente – con i rappresentanti delle parti attuatrici del progetto e con il direttore del museo nazionale delle residenze elbane riteniamo nostro dovere monitorare e supervisionare l'andamento del progetto, sia per quanto è stato fatto, sia per pianificare le fasi successive e acquisire copie digitali dei materiali restaurati». Al sindaco di Portoferraio il compiuto di fare il padrone di casa: «Mi auguro che la collaborazione con gli Emirati Arabi possa proseguire, «visto e considerato che l'Elba – ha concluso il sindaco – è un esempio unico al mondo perché presenta in uno spazio limitato un concentrato di storia, cultura e ambiente che non ha eguali al mondo». «Questa è la dimostrazione - ha aggiunto l'assessore alla Cultura Roberto Marini - che cosa si può fare quando ci si innamora di un luogo ameno come quello dell'Elba, vero scrigno di tesori». Inoltre il “Progetto Napoleone” prevede l'installazione di tre totem: uno alla biblioteca Foresiana a disposizione degli studiosi; due in una sala del museo dei Mulini; di cui uno di facile e veloce consultazione per i visitatori dotato di schermo touch screen; un altro invece con le caratteristiche identiche a quello collocato in biblioteca. Il lettore potrà scegliere tre lingue sul dispositivo multimediale: l'italiano, il francese e l'inglese. Sono tre le società specializzate che attualmente lavorano al progetto di restauro e digitalizzazione dei libri dell'Imperatore. La Gradatim, la ditta Alessandra Masi di Firenze e la cooperativa Csa. Nel pomeriggio, presso l'auditorium del centro De Laugier, si è tenuta infine la conferenza organizzata dal Polo Museale della Toscana e dal Comune. Sono intervenuti Stefano Casciu, Roberto Marini, Antonia D'Aniello, Sandra Palombo e Joana Baguenier.