Cerca nel blog

mercoledì 27 agosto 2025

Cento anni fa affondava il sommergibile Veniero

 

Cento anni fa, il 24 agosto, il sommergibile Sebastiano Veniero lasciava la Darsena diretto a sud del Tirreno per l’ultima missione operativa. Portava il nome di un doge veneziano del Cinquecento (un altro sommergibile avrà lo stesso nome, ma anche quest’ultimo avrà vita breve: sarà affondato nel 1942 durante l’ultimo conflitto). Rimase ormeggiato a Portoferraio per 59 giorni. Fino ad allora aveva partecipato a varie esercitazioni e addestramento nel Tirreno, effettuando anche crociere al largo della Sardegna, Liguria e appunto l’Isola d'Elba. Di prima mattina salpa per il suo ultimo viaggio. A bordo aveva un equipaggio composto da 48 uomini, tra allievi siluristi e motoristi. Erano al comando del capitano di fregata Paolo Vandone. Doveva prendere parte a un'esercitazione militare. Stando alle disposizioni del 23 agosto impartite dal Contrammiraglio di Divisione Giovannini, il sommergibile Veniero (era divenuto operativo nel gennaio 1921) doveva partecipare a “una posizione d’agguato”, situata “fra i paralleli di Murro di Porco e di Capo Passero”, come scrive in un articolo di prossima pubblicazione su ‘Lo Scoglio’, Giampiero Palmieri che sull’argomento ha condotto indagini e approfondimenti. Lasciata l’Elba, l’unità della Regia Marina fece rotta sulla Maddalena, per dirigersi definitivamente sul luogo stabilito. Vi giunse verso le 8 del 26 agosto. “Il programma delle esercitazioni – ricostruisce sempre Palmieri - prevedeva che tutto si concludesse la sera del 26 agosto, quando le unità sarebbero dovute rientrare a Siracusa. L’operazione prevedeva che il Veniero e gli altri sommergibili si dovessero tenere in superficie, pronti a immergersi all’avvistamento di unità navali (fra le quali alcuni Mas antisommergibili) o di aerei che partecipavano per la prima volta all’addestramento dopo l’istituzione, nel 1923, della Regia Aeronautica. Le manovre si avviarono molto presto verso la conclusione. Alle 13,45 del 26 le “ostilità” cessarono. Fu ordinato il concentramento a Siracusa dei sommergibili e dei Mas. Ma a Siracusa il Veniero non arrivò mai. Alla fine del 27 agosto si cominciò a pensare che fosse successo qualche grave incidente. Il 28 iniziarono le ricerche. Il 29 si svolse una manifestazione nelle acque e sul cielo di Augusta, che si concluse con una parata aerea. Intanto, dalla potente radio di bordo del panfilo reale Savoia veniva diffuso continuamente, anche se inutilmente, il messaggio “Veniero, rispondete al richiamo”. Le ricerche continuarono e vennero anche intensificate, ma il 3 settembre vennero interrotte. A questo punto l’unità fu dichiarata dispersa. Cosa era successo? Si ebbero notizie di una collisione avvenuta alle 6,45 del 26 agosto, con il piroscafo Capena. Nei giorni successivi navi e idrovolanti iniziarono attivamente le ricerche e furono individuate macchie di combustibile alla deriva, ma nessun corpo o relitto. Bisogna arrivare anni Settanta, quando alcuni pescatori della zona denunciarono la perdita di numerose reti da pesca rimaste impigliate a qualcosa di sommerso sul fondale marino. Fu il subacqueo Enzo Maiorca a individuare il sommergibile nel 1990, alla profondità compresa tra i 49 e i 55 metri, a circa 6 miglia al largo di Portopalo di Capo Passero. “Le fotografie – si legge su sito internet della Marina - documentarono il ritrovamento del portello, completamente ricoperto di incrostazioni, alghe e spugne, i boccaporti, le eliche e la torretta con ciò che resta del periscopio. A causa della presenza delle 48 salme a bordo la Marina Militare Italiana ha fatto chiudere con delle griglie i boccaporti, al fine – conclude - di impedire l'acceso ai locali del sommergibile, divenuto a tutti gli effetti una bara di ferro”. L’anniversario è stato commemorato dalla Sezione ‘G. Barbera’ di Portoferraio dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia.