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sabato 26 maggio 2018

Mostra multimediale su Napoleone all'Elba


Si arricchisce il pacchetto degli ambienti da visitare alla villa napoleonica di San Martino. Da questa stagione infatti si potranno visitare gli appartamenti a pianto terra della “maison rustique” del Generale corso, secondo quanto previsto dal programma di lavoro redatto dalla direttrice dei due musei napoleonici, Antonia D'Aniello e autorizzato dal Polo Museale toscano sotto la cui giurisdizione ricadono le regge dell’Elba. Si tratta della cucina, del bagno di Paolina e di un'anticamera piuttosto austera. Stanze tutte con interessanti decorazioni: frutto di contaminazioni di diversi stili pittorici, da quello prettamente imperiale che avrebbe dovuto far ricordare all'Imperatore i fasti delle Tuileries allo stile fiorentino. Quando Napoleone si trovava al primo piano nel suo studiolo a lavorare e aveva voglia di un bagno non doveva far altro che alzare una botola e scendere nell'ambiente sottostante che oggi porta il nome della sorella dell’Imperatore. Sopra la vasca in marmo il Sovrano volle un affresco che riproduceva una figura femminile nuda, vista di fronte, con il busto appoggiato sul gomito e le gambe allungate. In alto, sulla destra, la scritta in latino che pare sia stata ispirata e voluta dallo stesso Sovrano: "Qui odit veritatem, odit lucem" (Chi odia la verità, odia la luce), la cui ultima parola però della prima riga dovrà essere corretta in quanto il restauratore (probabilmente digiuno della lingua latina) ha trasformato la 'v' di "veritatem" in 'm' cambiandone completamente il senso. Questa serie di interventi di restauro al museo di San Martino è iniziata dopo il distacco dal cornicione di alcuni fregi d'ottone imperiali e di altre decorazioni, all'epoca rimossi e oggi in fase di restauro. Attualmente si stanno mettendo in sicurezza i grandi vasi che sporgono dalla balaustra della Galleria Demidoff, dal nome del suo ideatore, il principe russo Anatolio, marito per alcuni anni della nipote di Napoleone, Matilde Bonaparte. Tutto sarà pronto entro la fine di maggio. L’intervento, una volta ultimato, restituirà alle centinaia di ospiti che visiteranno la Villa quello che a tutti gli effetti era il "Giardino terrazzato" della ‘casa di campagna’ di Bonaparte nel suo primo esilio, così come lo concepì lo stesso Demidoff. Ma non sarà l’unica novità della stagione 2018 per il museo. Altre proposte riguardano la cartellonistica. Sono stati sostituiti e aggiornati tutti i cartelli che danno utili informazioni sul percorso e le eccellenze da visitare. Poi, seguendo un'impostazione che ha voluto mantenere fin dall'inizio del suo mandato, la direttrice D'Aniello ha anche curato l'aspetto esterno, compreso lo stesso giardino antistante la villa e il parco ad esso connesso. Una fitta vegetazione impediva la vista della Villa del Conte Pullé, in pratica non molto distante dall'ingresso del museo napoleonico. Il bellissimo complesso ottocentesco con un'imponente rampa di scale sia sul lato destro che sinistro, fa da degna cornice alla stessa ‘maison rustique’. Come pure ristrutturato è il percorso all'interno del parco che conduce alla Serra che Pilade del Buono, verso la fine dell'Ottocento, fece costruire dall'architetto Adolfo Coppedé. Infine la fontana di fronte all'ingresso della maison. Il suo funzionamento idraulico è completamente assente. Insieme con quella nel giardino dei Mulini è inserita nell'Art Bonus, il sistema di incentivi fiscali a favore di privati o società che decidono questa forma di mecenatismo ricavandone crediti d'imposta. «Tanto entusiasmo all’inizio. Tanti buoni propositi. Ma fino a oggi - conclude Antonia D'Aniello - non è arrivato neppure un euro da chicchessia».

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