Si arricchisce il pacchetto degli ambienti da
visitare alla villa napoleonica di San Martino. Da questa stagione infatti si
potranno visitare gli appartamenti a pianto terra della “maison rustique” del
Generale corso, secondo quanto previsto dal programma di lavoro redatto dalla
direttrice dei due musei napoleonici, Antonia D'Aniello e autorizzato dal Polo
Museale toscano sotto la cui giurisdizione ricadono le regge dell’Elba. Si
tratta della cucina, del bagno di Paolina e di un'anticamera piuttosto austera.
Stanze tutte con interessanti decorazioni: frutto di contaminazioni di diversi
stili pittorici, da quello prettamente imperiale che avrebbe dovuto far
ricordare all'Imperatore i fasti delle Tuileries allo stile fiorentino. Quando
Napoleone si trovava al primo piano nel suo studiolo a lavorare e aveva voglia
di un bagno non doveva far altro che alzare una botola e scendere nell'ambiente
sottostante che oggi porta il nome della sorella dell’Imperatore. Sopra la
vasca in marmo il Sovrano volle un affresco che riproduceva una figura
femminile nuda, vista di fronte, con il busto appoggiato sul gomito e le gambe
allungate. In alto, sulla destra, la scritta in latino che pare sia stata
ispirata e voluta dallo stesso Sovrano: "Qui odit veritatem, odit
lucem" (Chi odia la verità, odia la luce), la cui ultima parola però della
prima riga dovrà essere corretta in quanto il restauratore (probabilmente
digiuno della lingua latina) ha trasformato la 'v' di "veritatem" in
'm' cambiandone completamente il senso. Questa serie di interventi di restauro
al museo di San Martino è iniziata dopo il distacco dal cornicione di alcuni
fregi d'ottone imperiali e di altre decorazioni, all'epoca rimossi e oggi in
fase di restauro. Attualmente si stanno mettendo in sicurezza i grandi vasi che
sporgono dalla balaustra della Galleria Demidoff, dal nome del suo ideatore, il
principe russo Anatolio, marito per alcuni anni della nipote di
Napoleone, Matilde Bonaparte. Tutto sarà pronto entro la fine di maggio.
L’intervento, una volta ultimato, restituirà alle centinaia di ospiti che
visiteranno la Villa quello che a tutti gli effetti era il "Giardino
terrazzato" della ‘casa di campagna’ di Bonaparte nel suo primo esilio,
così come lo concepì lo stesso Demidoff. Ma non sarà l’unica novità della
stagione 2018 per il museo. Altre proposte riguardano la cartellonistica. Sono
stati sostituiti e aggiornati tutti i cartelli che danno utili informazioni sul
percorso e le eccellenze da visitare. Poi, seguendo un'impostazione che ha
voluto mantenere fin dall'inizio del suo mandato, la direttrice D'Aniello ha
anche curato l'aspetto esterno, compreso lo stesso giardino antistante la villa
e il parco ad esso connesso. Una fitta vegetazione impediva la vista della
Villa del Conte Pullé, in pratica non molto distante dall'ingresso del museo
napoleonico. Il bellissimo complesso ottocentesco con un'imponente rampa di
scale sia sul lato destro che sinistro, fa da degna cornice alla stessa ‘maison
rustique’. Come pure ristrutturato è il percorso all'interno del parco che
conduce alla Serra che Pilade del Buono, verso la fine dell'Ottocento, fece
costruire dall'architetto Adolfo Coppedé. Infine la fontana di fronte
all'ingresso della maison. Il suo funzionamento idraulico è completamente
assente. Insieme con quella nel giardino dei Mulini è inserita nell'Art Bonus,
il sistema di incentivi fiscali a favore di privati o società che decidono
questa forma di mecenatismo ricavandone crediti d'imposta. «Tanto entusiasmo
all’inizio. Tanti buoni propositi. Ma fino a oggi - conclude Antonia D'Aniello
- non è arrivato neppure un euro da chicchessia».
Nessun commento:
Posta un commento