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lunedì 29 ottobre 2018

Il ponte di Vigneria si arrende alle onde della bufera


RIO MARINA
Più volte colpito da marosi con onde altissime sollevate dal forte vento di scirocco-levante, il pontile di Vigneria si è sempre risollevato. Ritornò ogni volta più imponente. Più tetragono di prima. Ma oggi siamo purtroppo al "De profundis" dell'ultima struttura di Rio Marina siderurgica. Il mare l'ha steso sul fondale, ridisegnando e riprendendosi la linea di costa, così come l'aveva creata in millenni, senza l'intervento dell'uomo. La prima mareggiata che dovette subire (quella che si ricorda a memoria d'uomo) risale al novembre 1962. Il danno fu serio, ma non irreparabile. Il 17 febbraio 1967 un altro fortunale si accanì contro di lui. Quello fu un periodo difficile per le miniere elbane. Si parlava spesso di "scarso rendimento" dei minerali. Di elevate impurità del prodotto. Di costi eccessivi, preannunciando un’imminente cessazione delle attività. Ebbene l'Italsider s'impegnò lo stesso nella riparazione. Chiese e ottenne dal Comune l’utilizzo del pontile di Cavo, dotandolo di una rampa per gli autocarri e un nastro mobile per il caricamento. Un'ennesima mareggiata si verificò il 22 dicembre 1979. La struttura resistette a lungo alla furia degli elementi, in virtù delle zampe di ferro ben ancorate sul fondale marino. Purtroppo però, verso sera, "il ponte d'oro", come lo chiamavano gli 'sviati', i poderosi giovanotti riesi che avevano l'incarico di seguire ogni momento la caricazione, si arrese al temporale. Le lesioni subite dall’attracco resero impossibile la spedizione a Taranto dei silicati di magnesio. Tale circostanza non fece altro che alimentare le perplessità della società concessionaria di continuare la coltivazione mineraria all'Elba. Ma anche in questo caso l'Italsider superò la crisi, servendosi del porto di Rio Marina. Intanto gli operai dell'officina lavorarono al pontile. Alla fine dell'estate era di nuovo pronto. Furono installati due nastri trasportatori che trasferivano sulle stive delle navi 800 tonnellate all'ora di minerale. "Ma sulle miniere – concludeva lo storico locale Giuseppe Leonardi - si addensavano nubi scurissime. Altre burrasche più dirompenti delle mareggiate erano segnalate dal barometro". Come si sa, la miniera fu abbandonata nel 1981 e la concessione dismessa nel 1992 .

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