In una notte d'inverno un ricco mercante di tappeti di
Baghdad si fermò alla taverna di Yusuf, nel Tagikistan per riposarsi fino
all'alba. Mentre consumava la cena, elencava agli altri commensali le ricchezze
di cui era in possesso; elogiava la fedeltà della moglie e l’attaccamento dei
figli al padre, felicitandosi di aver dato loro una sana educazione islamica.
Prese allora la parola un vecchio che iniziò a raccontare. Tre donne andarono
al pozzo del villaggio ad attingere acqua. Una disse: "Mio figlio è così
forte che nessuno ha coraggio di contraddirlo". "Il mio - rincalzò la
seconda - canta così bene che sembra un usignolo". La terza donna taceva.
Quando le brocche furono piene, le tre donne fecero ritorno alle loro case e
tre giovani si mossero loro incontro. Uno faceva salti e piroette prendendo a
calci i sassi della strada; il secondo cantava e fischiava come un passero. Il
terzo infine andò dalla madre, le prese il secchio e lo portò a casa.
"Dimmi, ricco mercante - interrogò il vecchio - quale dei tre è il figlio
migliore"? "Naturalmente quello che aiutò la madre a portare a casa
l'acqua". "Hai risposto bene al quesito. Nonostante che tu sia preso
dietro ai guadagni e ai beni terreni, sai ancora distinguere dove sta la vera
saggezza. Seguila e non ti far abbagliare dalla ricchezza dei tuoi commerci che
poi seccano come le rose del deserto, come i papaveri quando inizia
l'estate".[da "Il Capitano di Napoleone", di prossima
pubblicazione]
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