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mercoledì 2 maggio 2012

Come papaveri rossi nel prato


In una notte d'inverno un ricco mercante di tappeti di Baghdad si fermò alla taverna di Yusuf, nel Tagikistan per riposarsi fino all'alba. Mentre consumava la cena, elencava agli altri commensali le ricchezze di cui era in possesso; elogiava la fedeltà della moglie e l’attaccamento dei figli al padre, felicitandosi di aver dato loro una sana educazione islamica. Prese allora la parola un vecchio che iniziò a raccontare. Tre donne andarono al pozzo del villaggio ad attingere acqua. Una disse: "Mio figlio è così forte che nessuno ha coraggio di contraddirlo". "Il mio - rincalzò la seconda - canta così bene che sembra un usignolo". La terza donna taceva. Quando le brocche furono piene, le tre donne fecero ritorno alle loro case e tre giovani si mossero loro incontro. Uno faceva salti e piroette prendendo a calci i sassi della strada; il secondo cantava e fischiava come un passero. Il terzo infine andò dalla madre, le prese il secchio e lo portò a casa. "Dimmi, ricco mercante - interrogò il vecchio - quale dei tre è il figlio migliore"? "Naturalmente quello che aiutò la madre a portare a casa l'acqua". "Hai risposto bene al quesito. Nonostante che tu sia preso dietro ai guadagni e ai beni terreni, sai ancora distinguere dove sta la vera saggezza. Seguila e non ti far abbagliare dalla ricchezza dei tuoi commerci che poi seccano come le rose del deserto, come i papaveri quando inizia l'estate".[da "Il Capitano di Napoleone", di prossima pubblicazione]

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