Narra un'antica leggenda mesopotamica che una volta Allah,
gettato lo sguardo nel giardino dell'Eden, si accorse che l'uomo aveva
dissipato le sue ricchezze. Dove aveva lasciato la libertà, scorgeva la
schiavitù; dove aveva regalato l'amore, regnava l'odio: il fratello contro il
fratello, i figli contro i genitori, i mariti conto le spose; dove aveva sparso
la pace, si diffondevano invece le guerre e la morte. Capì allora che il suo
avversario, il Dio delle Tenebre, aveva approfittato della sua assenza per
annullare i doni che aveva concesso all'umanità, sostituendoli invece con i
segni del Male. Il risultato fu che, mentre il Dio rifletteva sul daffarsi, due
lacrime gli rigassero le guance e cadessero sulla Terra, divenendo due
grossissimi diamanti, così preziosi che non esisteva Regno in tutta l'Asia che
potesse contrastare una simile ricchezza. Il Magnifico vide quanto era successo
e aggiunse: "Desidero offrire agli uomini quest'ultima opportunità: colui
che troverà le gemme, sarà l'uomo più felice del mondo". Fortuna volle che
le lacrime cadessero in mare e che fosse una sirena a notarle, mentre si
adagiavano sul fondo. Viveva ora in uno sperduto paese della costa un povero
pescatore che guadagnava solo quanto gli bastava per vivere. Fu la sirena un
giorno a parlargli delle gemme d'Allah che il grande mare Oceano nascondeva nel
suo grembo. Del loro incredibile valore. Del loro possesso che significava
divenire Signore della Terra. Rispose il pescatore: "Che ne farei di un
simile tesoro, se il tempo, il tempo stesso venisse a mancare alla mia vita? Tu
poi vivi in un elemento diverso dal mio: il tuo mondo non è il mio. A me basta
venire qui, sullo scoglio, tutte le sere a guardati e ad ascoltare il profondo
respiro del mare, con la Luna che m'insegna a sognare, per sentirmi l'uomo più
felice del mondo. Finché i miei occhi avranno luce...".
Nessun commento:
Posta un commento