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domenica 28 aprile 2013

Finalmente un governo per la Repubblica, episodio isolato quello dell'attentatore?


Sono bastati sei-sette colpi di pistola, per distogliere l’attenzione degli Italiani su quanto stava avvenendo all’interno di Palazzo Chigi. Dietro quella facciata il governo Letta si stava, finalmente, insediando e di fatto, dopo più di sessanta giorni dalla convocazione degli elettori alle urne, si poteva affermare che il Paese aveva un ‘esecutivo politico’. Un uomo di 49 anni, ben vestito in abito scuro e cravatta, non ha saputo far di meglio questa mattina che raggiungere da via del Corso Palazzo Chigi e sparare al primo militare che gli si parava davanti. E ha continuato a sparare, fino a quando non è stato bloccato dalle Forze dell’ordine richiamate dalle urla e dagli spari. Un episodio di cronaca che ha avuto il privilegio di far scorrere in secondo piano quanto d’importante avveniva all’interno del Palazzo con un primo ministro che proviene dall’area di sinistra (dopo D’Alema), con nuovi 21 ministri e una larga rappresentanza di donne (fra cui da segnalare Emma Bonino e Cecile Kyenge, quest’ultima primo ministro di colore nella storia della Repubblica). E ancora un fatto importante. La maggior parte dei rappresentanti del popolo nell’esecutivo veniva a piedi, in taxi o con mezzi propri, senza scorta. E le auto blu? Altro segnale importante da cogliere che fa ben sperare nel rinnovamento (se non di fatto, almeno nell’immagine).
Peccato, però, che l’attentatore giungesse da tutt’altra parte, lui che, pare, si sia mosso da Alessandria, dove abitualmente risiede con la famiglia; altrimenti avrebbe incrociato qualcuno dei nuovi ministri che andava a giurare fedeltà alla Repubblica davanti al Capo dello Stato. Non è successo (per fortuna) niente di tutto questo. Ma perché ha compiuto un simile gesto? Quale era il suo obiettivo? Era da solo o è stato istruito e coperto da qualcuno? Domande cui è ancora presto formulare risposte credibili. Allo stato attuale pare che cada l’ipotesi che l’uomo fosse pazzo, come in un primo momento si era detto e le agenzie avevano diffuso. Il fratello di Luigi Preiti (questo è il nome dell’attentatore), raggiunto telefonicamente dai giornalisti, ha smentito l’ipotesi che fosse insano di mente. Ma quando i telegiornali ci informavano in tempo reale dell’evolversi della situazione, non abbiamo fatto molto fatica a rintracciare nella nostra memoria un altro episodio più drammatico e sanguinoso di questo. Mi riferisco al sequestro Moro. Anche quella mattina il neo presidente del consiglio andava a chiedere la fiducia del Parlamento al suo governo. Fiducia che non ha potuto riceve per via del sequestro delle Br. Allora la situazione precipitò subito nel dramma e lo Stato si trovò a ingaggiare con i terroristi un braccio di ferro, che portò alla scomparsa del movimento armato e della vittoria dello Stato grazie alla linea dura seguita dai maggiori partiti di governo di allora, lasciando però sul campo parecchi morti ammazzati. Anche oggi, l’attentato ha influito sui tempi e sulle riunioni dei neo ministri. Ma non è stata la stessa cosa. Tuttavia l’episodio ha catalizzato la massa attorno al grave fatto delle armi. Anziché sulla circostanza che non abbiamo più un governo di tecnici, ma un governo politico, anche se questo è il risultato di un’alleanza alquanto dura da digerire fra il Pd e il Pdl, le due maggiori coalizioni che sono riuscite a guadagnare il più altro numero di consensi elettorali, lasciando così alla porta il nascente M5s di Grillo che continua ad urlare all’inciucio e la Lega che non ha gradito l’ “ammucchiata”.
Ora guardiamo all’agenda che dovranno affrontare i ministri e pensiamo non più alle manovre economiche e a altri prelievi fiscali, bensì ci attendiamo riforme che guardano al rilancio della economia, dare soldi alle famiglie per far girare l’economia e per poter finalmente uscire dalla paralisi in cui siamo capitati. Né, adesso, facciamo le Cassandre annunciando prossima la fine di questo esecutivo; ma una volta tanto finiamo di essere Italiani e pensiamo al Paese. Se questi partiti sono l’espressione della maggioranze degli Italiani, allora mettiamoci nell’ordine delle idee di far funzionare il governo e non occupiamoci di mettere, lungo il cammino, le trappole per farlo cadere. Il governo governi, finalmente. Dia una risposta agli Italiani nei servizi, nel sociale, nella scuola e porti l’Italia a competere con gli altri Paesi europei. Dia finalmente dignità alla nostra nazione. Sarà poi il tempo che ci dirà se questa formula di governo dovrà continuare oppure dovrà tirarci fuori dalle rapide e, appena il fiume della politica tornerà a scorrere in acque tranquille, passare al mano ad altri, se ci saranno. Peccato che tutto questo sia stato suggerito da due carabinieri feriti gravemente, questa mattina, da un disturbatore, mentre si trovavano in servizio.

domenica 21 aprile 2013

Il magazzino di nonna in campagna


Ho capito
che non rivedrò
mai più la casa
di campagna
dei nonni
a San Quirico

E' bastato
che scorgessi
in un'osteria del porto
un'antica madia
di legno di ciliegio
pitturata di bianco
 - nonna voleva
che fosse sempre pulita -
perché mi rendessi conto
che il passato
sotto la pianta
di fico
non tornerà più

Ma non c'è tristezza
in me
Né nostalgia
di ciò che è stato:
solo ferma convinzione
di vivere
pienamente
scaglie di eternità
nel mio continuo
fluire dell'essere
 da “Il mare in un bicchiere di plastica”, 2013

domenica 7 aprile 2013

Via del Giardino


C'è una via
sulla mia Isola
che si chiama
Via del Giardino

D'inverno è desolata
neppure i ragazzini
ci si fermano
a giocare

Ma in primavera
è un'esplosione
di colori:
un rincorrersi di sguardi
d'amore, di baci rubati,
di profumi intensi.

Mi fermo anch'io
qualche volta
in questa via
e penso all'amore
che è stato
e che è già svanito
come nebbia mattinal
al sole di maggio.

martedì 2 aprile 2013

L'altra dimensione di Sentieri di Pace: Inno alla Pasqua

L'altra dimensione di Sentieri di Pace: Inno alla Pasqua: ... È quasi Pasqua, il tempo della resurr ezione. Diamoci reciprocamente la re denzione e condividiamola, affinché possiamo risorgere come ...

domenica 17 marzo 2013

Viaggi in Indonesia: Viaggi in Indonesia: Chiesa e Moschea

Viaggi in Indonesia: Viaggi in Indonesia: Chiesa e Moschea: Mai aver paura dell'altro....mai aver paura di collaborare con le altre religioni, con gli altri tuoi fratelli. Don Primo Mazzolari d...

Miss Poet Miki : Connubio perfetto!

Miss Poet Miki : Connubio perfetto!:     una penna stava male non sapeva cosa fare un dì un foglio arrivò accanto si sdraiò per un pò... ...

giovedì 14 marzo 2013

Mater ecclesia ed magistra vitae

Mater ecclesia et magistra vitae. Credo che sia proprio così. Ho seguito, come milioni di fedeli del Mondo, i momenti salienti della presentazione di Francesco I al popolo romano riunitosi, ieri sera, in Piazza San Pietro. Confesso di essere stato fra coloro che propendevano per una proclamazione di un cardinale italiano al soglio di Pietro. Speravo che fosse un cardinale della nostra nazione, in quanto ritenevo (evidentemente i miei ragionamenti non sono gli stessi che percorre lo Spirito) che fossero più semplici e praticabili per un italiano le manovre politiche, ritenendo un italiano capace di sapersi barcamenare attraverso i molteplici problemi della nostra epoca. Le grandi questioni che hanno posto l’assedio anche la Santa Sede (lo Ior in primis e poi pedofilia, nozze fra gay e quant’altri ancora). Evidentemente le mie aspettative non si sono realizzate, ma mi sono piegato alla volontà  espressa dai cardinali della Sistina e ho cercato fra le pieghe del mio ragionamento in quale angolo lo Spirito Santo avesse frugato e cosa intendeva dire a me come a tutto il popolo festante della piazza con l’elezione alla successione di Pietro dell’argentino Bergoglio. Innanzitutto, il cardinale di Buones Aires ha nelle sue vene un po’ di sangue italiano, essendo un suo avo originario delle Lande Piemontesi (sicché il mio orgoglio non è completamente ferito, ma solo in parte). Poi è un gesuita (la famosa diceria che circolava secondo cui ci si deve aspettare prima o poi un papa nero.., ebbene il nero c’è, sia pure nella veste talare dei Gesuiti, se non di pelle) e terzo il nome: Francesco, il poverello d’Assisi. Nel segno della povertà (avete notato la croce di ferro in petto al neo eletto?), ma anche nel segno del distacco dalle cose di questo mondo, per concentrarsi invece su ciò che conta, su ciò che invece è più importante e fortificante per l’animo del cristiano: il Regno di Dio. E arrivo così al cuore del mio intervento: ancora una volta mi arriva dalla Chiesa romana cattolica un’indicazione forte, il segno della profezia, la traccia su quali paradigmi crescere e sviluppare i nostri ragionamenti. “Magistra Ecclesia”. Sì. Maestra la Chiesa Romana e Cattolica lo è stata con il papa polacco. Ricordate? Quanti ne davano la sua elezione? Era un out sider. Nessuno avrebbe scommesso sulla sua elezione: un cardinale che veniva dall’Est, da un paese comunista. Ebbene, Wojtyła ha portato alla liberazione quel popolo dal giogo comunista e il colosso Urss si è sbriciolato al sole: cioè è riuscito a un uomo solo quanto non è stato realizzato nella Storia da condottieri dello stampo di Napoleone o da fanatici dittatori come Hitler. Sì, allora si festeggiò per il ritorno alla libertà dei Paesi dell’Est europeo. Oggi arriva il cardinale Bergoglio e solo adesso si viene a sapere che fu secondo all’elezione di papa Ratzinger. E qual è, dunque, il messaggio che lancia al mondo? La dignità della persona umana che è sempre tale, nonostante che le pressioni economiche facciano sempre più sprofondare nel baratro della recessione il popolo. Il valore dell’Uomo sul denaro. Un Papa contro i giochi speculativi della finanza mondiale che arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri. L’Uomo resiste ed è superiore alla finanza globale. Respingere l’attacco mediatico che è stato avviato nel corso di questi anni, farlo regredire, perché schiavizza e fa perdere la dignità all’uomo. Che bellissimo messaggio che ho ascoltato, ieri dal balcone! E poi l’umiltà: “Pregate insieme con me..” e imposta la preghiera del profeta di Nazareth. Recuperare, nella scala dei valori che accompagna l’uomo durante il suo percorso terreno, la dignità calpestata, umiliata dalla “vil pecunia” e riscattare invece il proprio Essere. Scoprire la scintilla di divino che è in noi e non mortificarla invece, facendoci schiacciare dalle leggi dei venditori di denaro che albergano appena fuori del Tempio. Ieri sera quella fiaccola io l’ho accesa e ho guardato con una maggiore fiducia al mio domani di uomo. Così spero che avvenga anche per tutta l’Umanità.