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sabato 5 aprile 2014

Estasi

Il tuo pensiero
nel mio.
Quanto mi piacerebbe
il mio
fosse presente
nel tuo!

Sopra di me
i gabbiani
volteggiano
e cantano fino a sera,
aspettando il rientro 
delle motobarche
dei pescatori.

Perché le nostre vite
si allontanano?
In questo perenne
e immortale mutare
delle cose?

Chi mi fa restare
ancorato a questo
scoglio in mezzo
al mare
è l'amore
che mi viene
portato dal vento
e cade su di me
come pioggia
e come un bacio
a lungo desiderato
e a lungo avuto.

da "Minimilia", Portoferraio, 2014

sabato 8 marzo 2014

Non profanate i miei ricordi

Entrate pure
ma non fate rumore
Agite e muovetevi
con discrezione
qui è tutto fragile:
basta poco
per rompere
la magia dell'incantesimo

Mi porto dietro
il dolce fardello
dei ricordi
Sto bene 
in questo caldo abbraccio
perché ritrovo
chi ho amato
e tutto
è magicamente
al posto come ho lasciato
Il tempo non ha avuto
nessun potere
su di lui.

Per favore:
se entrate
guardate in silenzio
ma non toccate niente:
si potrebbe rompere
qualcosa.

Da "Il mare in un bicchiere di plastica", Pferraio 2014

domenica 23 febbraio 2014

Settima decisiva per il premier Renzi

Neppure uno sguardo. Gli occhi dei due premier (il primo uscente e il secondo entrante) del Pd non si sono neanche scambiati uno sguardo. Il primo si sentiva tradito da partito, dal suo stesso sostenitore (almeno fino all'altro ieri), il secondo invece ce l'aveva su per via della delusione provata dal "compagno" che aveva disatteso le aspettative. Aveva operato male. Non si era dato da fare con la determinazione che invece il Paese si attendeva. E poi erano rimasti irrisolti alcuni casi che avvero avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque, come il ministro Cancellieri in evidente imbarazzo in Parlamento e lui che la difendeva a spada tratta dando la consapevolezza che alle sue sorti (quella della Cancellieri) erano legati anche le fortuna del suo esecutivo. Poi la vicenda che si trascina da troppo tempo e che riguarda la situazione dei marò che devono essere processate in India e il tribunale ritarda all'infinito il momento della celebrazione del processo. Ma non sono niente nei confronti invece delle scelte di carattere economico che il Paese si attendeva e che invece non sono state avviate, come la politica del lavoro e degli incentivi alle aziende per far partire l'economia familiare (quella affidata alle piccole aziende dove, nella maggiorana dei casi vi lavorano i padri, le madre i figli e altri gradi di parentela, insomma quel fenomeno tipicamente italiano che ci aveva contraddistinto in tutto il mondo e che era servito da volano a far ripartire l'economia dell'intero Paese). Infine la legge elettorale che ancora stagna nella palude con tutti i rischi di farla restare per vita natural durante. Certo che condivido il parere espresso da altri in merito a questa crisi: che è e resta extraparlamentare, che è arrivata in un momento particolare (ma Letta non era rientrato a Roma dopo la sua visita in Kuwait dove aveva convinto gli sceicchi a tornare a investire in Italia con i loro petroldollari?). Una impressione che questo conato, tutto interno al Pd, sia nato per dare uno scossone all'apparato; dare e offrire cose certe. Ma è chiaro che, a questo punto, se le cose no andranno per il verso che è stato detto a rimetterci la faccia sarà per primo lui, il nostro sindaco di Firenze. ma che strano! Ciò che non è stato possibile conseguire con la Pira, uomo e spessore politico (a mio parere) superiore a Renzi, è riuscito invece a quest'ultimo. Con una accelerazione degli eventi che ha del fantastico. Ben venga allora il governo del fare, dopo essersi liberati dagli orpelli declinati sopra. E' chiaro che le prossime settimane saranno decisive per il più giovane premier della storia repubblicana. Non vorrei che si rivelassero estremamente veritiere quelle frasi che sono state strappate da alcuni concittadini fiorentini che bollano il nostro con un'espressione popolare colorita.. "è un parolaio che a volte le spara grosse!". Sia la Storia (quella importante) a correggere e a smentire il tutto, rimanendo attaccate alla realtà e non alle sovrastrutture che ci vengono in prestito dalla nostra formazione e dalle nostre aspettative. Il mondo è così e non ci aggiungiamo altri significati, perché correremo il rischio di non essere più intesi. Come ha fatto la signora delle pulizie di Bari, anna Macchi, che ha buttato in discarica quattro opere d'arte scambiandole per rifiuti. "Ma erano semplicemente dei biscotti gettati per terra - ha detto - Pensavo fossero caduti a qualcuno ed io li ho raccolti per metterli nel cestino dei rifiuti". Come non darle ragione? Dei biscotti per terra sono caduti a qualcuno: vai a pensare che erano opere d'arte! 

Roberto Di Marino,Die pappel vom Karlsplatz (Il pioppo della Karlsplatz ...

domenica 9 febbraio 2014

Bomba d'acqua annunciata...

In attesa di Godòt. Parafrasando il titolo dell’opera teatrale che ha decretato il successo planetario al drammaturgo irlandese Samuel Beckett e non stravolgendola nel suo contenuto, si potrebbe dire che le ore che ci separano dalle otto e mezzo di domani, lunedì 10 febbraio 2014, (data diffusa nei bollettini della Protezione civile ad alto rischio) rappresentano la stessa attesa per una disgrazia annunciata; che si dovrà compiere e per il cui concretizzarsi  Vladimiro e Estragone (i due protagonisti della rappresentazione teatrale irlandese) restano in attesa su una strada di campagna. Mi è venuto in mente Godot mentre mi metto in attesa dell’annunciata pioggia torrenziale che si abbatterà nel Centro Italia. Domani tutte le scuole di ogni ordine e grado della costa tirrenica ed etrusca (comprese quelle dell’arcipelago) resteranno chiuse, perché è in arrivo la bomba d’acqua: mare agitato e alta marea metteranno a dura prova le coste della Toscana già di per sé vessate dalle passate piogge e alluvioni. Ma sarà così dura la mattinata, domani? Bisognerà tambussarsi ben ben in casa e non muoversi per aspettare che la buriana passi. Sarà così dannoso questo passaggio così fortemente annunciato di maltempo? Vedremo. Certo che in queste ore c’è in noi l’ansia nell’attesa dell’evento che ha ispirato e ha dettato questa prudenza?
O sarà invece il solito tam tam di avvisi e di ordini, per evitare poi le polemiche che si alzeranno, in caso di calamità e di distruzioni alle cose (speriamo che non capiti invece niente alle persone). Si dichiara l’allerta, per evitare che poi i giornali scrivano che la Protezione Civile non è in grado di prevedere eccezionali eventi piovosi. Staremo a vedere, tenendoci a portata di mano l’ombrello e l’impermeabile, pronti a qualsiasi evenienza.  Ma è certo (e questa volta lo diciamo appellandoci alla teoria degli eventi storici) che quando le disgrazie sono preannunciate non sono mai così disastrose come potrebbero apparire in un primo momento. I fatti più calamitosi si verificano solo quando non c’è nessun preavviso. Aspettiamoci, dunque, il maltempo e le piogge torrenziali che caratterizzeranno l’intera mattinata, confidando nelle capacità dei nostri sistemi di smaltimento di far defluire verso il basso l’acqua. E qui desidero cogliere il secondo aspetto: che è quello che appartiene al nostro essere umano. Non conosciamo il nostro destino. Non sappiamo cosa ci può riservare il domani (né il bello né il brutto).
Viviamo, confidando nella Buona Sorte. Il conoscere che tra poche ore si abbatterà sopra i nostri cieli un cataclisma, non ci fa certo stare sereni. A questo punto allora è meglio non conoscere il futuro e andarci incontro con fiducia, con quella fatalità che quello che deve capitarci ci capiti pure. Ma non è per questo che non dobbiamo essere preparati all’evento. E’ la nostra stessa natura umana che è impastata di precarietà, di instabilità, del nostro essere e della nostra vita che è davvero appesa a un filo. Siamo tutti consapevoli che dovremo consegnare il biglietto di fine corsa, anche se in cuor nostro speriamo che il giorno o il momento sia il più lontano possibile, ma non per questo non viviamo con apprensione il nostro tempo. Non conosciamo l’ora, come invece conosciamo la “bomba d’acqua” che si scaglierà domani mattina sopra le nostre teste. E’ bene allora non farsi trovare impreparati e pronti a saper reagire. Per un puro sentimento di sopravvivenza che ci è naturale.