La giunta regionale ha approvato
all'unanimità il progetto di fusione dei due Comuni del versante
orientale dell'isola, Rio Elba e Rio Marina. Il passo successivo sarà
quello dell'esame del provvedimento in seno alla commissione della
Regione. Dopodiché il progetto approderà in seduta di consiglio per
le valutazioni e le approvazioni finali. Di fatto, si sono concluse
le procedure che riguardavano le sedi amministrative locali. Da ieri
si sono aperte invece quelle fiorentine. L'ultimo atto dei sindaci di
Rio Marina, Renzo Galli e di Rio nell'Elba, Claudio De Santi è stato
la presentazione formale della proposta del progetto di legge che
andrà a disciplinare la procedura di fusione dei due Comuni elbani e
dovrà indire il referendum popolare. Facciamo un passo indietro. La
fase elbana era stata caratterizzata da una prima delibera di
indirizzo dei due consigli comunali. In seconda battuta erano state
organizzate dai due sindaci nelle rispettive sedi di appartenenza
(frazioni comprese) delle assemblee dei cittadini. Infine si era
assistito alle deliberazioni finali che hanno deciso i principi
fondamentali della fusione. Primo di tutti il nome del nuovo comune,
che sarà "Rio". Qualora il referendum che sarà indetto
dalla Regione nel mese di ottobre dovesse risultare favorevole
all'accorpamento, la decorrenza del nuovo ente sarà dal 1°gennaio
2018. Successivamente a questa data bisognerà rivedere
l'articolazione territoriale che comprenderà due municipi
amministrativi: a Rio nell'Elba risiederà il consiglio comunale,
mentre a Rio Marina il sindaco. Comunque tutto questo sarà
contemplato e previsto nello Statuto del nuovo Comune che le due
Amministrazioni hanno intenzione di far deliberare dai rispettivi
Consigli Comunali dopo il referendum. Altra considerazione
fondamentale: la nuova organizzazione degli Uffici. Essa sarà
articolata sui due municipi con la suddivisione dei servizi e la
costituzione di front-office per rispondere comunque alle richieste
dei cittadini anche per quelli insediati presso l'altro Municipio.
«Da adesso - rivela Claudio De Santi - inizia il percorso di
redazione del testo della legge. Mi dichiaro soddisfatto dell'enorme
opportunità che ci viene offerta. Spero che sia recepita dalla
cittadinanza che non è politica, ma un processo finalizzato a dare
una svolta ai piccoli enti come il nostro e a farli continuare ad
esistere». Anche per Giovanni Muti, vicesindaco di Rio Marina la
fusione è un'occasione da sfruttare fino in fondo. «Per continuare
a offrire dei servizi ai nostri cittadini adeguati alle esigenze e ai
bisogni di una società avanzata com'è la nostra». A livello locale
da oggi la palla passa ai rispettivi comitati per il Sì e per il No.
«Ai quali auguriamo - concludono infine all'unisono i due sindaci
riesi - un buon lavoro e un sereno e democratico dibattito sulle
rispettive ragioni».
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domenica 28 maggio 2017
venerdì 26 maggio 2017
Nuova carta dei sentieri dell'arcipelago toscano
Una
nuova carta dei sentieri del parco nazionale arcipelago toscano. E'
distribuita proprio in questo periodo. Si tratta di un progetto
cartografico per la diffusione e promozione in digitale e in
analogico della carta escursionistica dell’Isola d’Elba e delle
altre sei isole dell’Arcipelago Toscano. Le mappe sono disponibili
in due versioni. Una
per l’Elba e una per l’intero Arcipelago Toscano.
Sono state realizzate in polyart, una speciale carta
sintetica che può essere utilizzata nelle condizioni più ardue,
resistente a strappi, manipolazioni continue, acqua, olio e molte
sostanze chimiche. Tutte
le mappe hanno il loro equivalente digitale per smartphone
e tablet (iOS, Android, Windows)
attraverso l’applicazione: Avenza
Maps di Avenza Systems Inc. per
ognuna delle 7 isole dell’arcipelago scaricabile
gratuitamente.
I dati della carta geografica che serve per realizzare le carte
digitali e a sostituire i file delle carte nello store saranno
aggiornati annualmente. Gli utenti che avranno scaricato le carte,
avranno diritto anche a tutti i successivi aggiornamenti. E’
stata prodotta anche una mini mappa turistica tascabile per l’Elba
e per il Giglio in
scala 1:50.000 con l’evidenza delle spiagge. Le mini mappe sono
acquistabili presso distributori automatici dedicati, posizionati
nella sede del Parco all’Enfola, all’Info Park a Portoferraio,
nelle case del Parco di Marciana e Rio nell’Elba e nel punto
informativo del Parco all’Isola del Giglio. Ha detto il presidente
Giampiero Sammuri: “Prodotto
utilissimo e al passo coi tempi – ha sottolineato
-
grazie alla App è possibile scaricare le mappe di tutte le isole sul
proprio cellulare e registrare la propria posizione e il percorso
fatto. Si tratta di prodotti cartografici tra i più aggiornati e
precisi presenti sul mercato. Il
progetto cartografico è stato possibile a
seguito della georeferenziazione di tutti i sentieri del Parco, una
ricognizione, mai fatta prima grazie alla quale è stato possibile
realizzare un prodotto completo sia cartaceo che digitale con una
carta topografica di precisione che include i sentieri ufficiali del
Parco su tutte le isole dell’Arcipelago Toscano”. Oltre ai
sentieri ufficiali del Parco rilevati con GPS, sono indicati tutti i
punti d’interesse, le aree protette a terra e a mare, le
informazioni culturali e logistiche. Una carta rappresenta l’Isola
d’Elba a scala 1:25.000 (fronte e retro), l’altra carta
rappresenta le singole isole a scala 1:15.000. Sulla carta dell’Isola
d’Elba è presente un estratto dedicato alla mountain bike
(Capoliveri Bike Park) con i percorsi ufficiali corredati di scheda
tecnica (lunghezza, dislivello, pendenza, difficoltà). In
totale sono stati riportati 435 km di sentieri, 684 km di strade
sterrate e 440 km di Strade asfaltate. Intanto, sono
in corso i lavori di manutenzione della sentieristica che includono
anche il posizionamento della nuova cartellonistica e la nuova
segnatura dei sentieri con l’ obiettivo di ottenere una segnaletica
univoca in collaborazione con il CAI regionale. Nella cartina in
vendita è già riportata la nuova segnatura ed è stata allegata la
legenda con la corrispondenza tra vecchie e nuova segnatura in attesa
del completamento dei lavori per il prossimo settembre 2017.
venerdì 19 maggio 2017
Elba isola di poeti e narratori: Il mio primo incarico nella scuola di Luigi Cignon...
Elba isola di poeti e narratori: Il mio primo incarico nella scuola di Luigi Cignon...: Luigi Cignoni scrisse L’isola del diavolo ( Livorno, Editrice La Nuova Fortezza, 1989) dopo aver insegnato dal 1979 al 1981 nella s...
martedì 9 maggio 2017
sabato 22 aprile 2017
Lo Scoglio in edicola
E’
in edicola “Lo Scoglio”, la rivista nata nel 1983 per condividere
con i lettori i risultati di ricerche storiche sull’isola d’Elba,
senza trascurare alcuni temi di particolare attualità. Il numero
primaverile ci accompagna in un viaggio tra passato e presente con un
perno fisso: l’inderogabile necessità di tutelare il patrimonio
culturale ed ambientale del nostro “microcosmo”.
Viene
così riservato parecchio spazio alla Terra di Rio, alle recenti e
passate barbarie che hanno depauperato le preziose testimonianze di
una civiltà millenaria, ma anche alle valenze di pregio come il
Museo Archeologico del Distretto Minerario ed alle buone pratiche che
vedono le amministrazioni comunali della “Piaggia” e di Rio
nell’Elba impegnate un percorso di cambiamento, non solo
amministrativo, ma anche culturale. Gli articoli sono firmati da
Valentina Caffieri, Gianfranco Vanagolli e Luigi Cignoni.
Grazie
alla testimonianza di Giovanni Descalzo, un mozzo che approdò a
Pomonte su un leudo genovese per caricare il vino, ecco uno spaccato
della civiltà contadina degli anni venti dello scorso secolo,
commentato da Beppe Tanelli e corredato con foto di paesaggi e
persone di cent’anni fa.
Giancarlo
Molinari rivela i sorprendenti retroscena di un naufragio avvenuto a
Portoferraio nel gennaio del 1815, Silvestre Ferruzzi indaga sulle
origini della Fortezza di Marciana, Umberto Gentini cura la cronaca
della visita di Vittorio Emanuele III, venuto all’Elba per
assistere alle “Grandi Manovre Combinate” del 1908.
Si
tracciano poi i profili di personaggi che appartengono al nostro
passato recente e si ricorda il dott. Giuseppe Bandi, il medico dei
poveri, lo scrittore Felice Chilanti nei suoi soggiorni all’Elba,
ma anche un popolano geniale come Gaetano Donati.
Altri
articoli parlano di architettura liberty (scritto da Marisa Sardi),
della visita al versante minerario di Pietro Leopoldo nel 1769 (di
Giorgio Giusti), mentre Ilaria Monti ripercorre le tappe della
coltivazione degli ulivi all’isola di Pianosa sulla scorta di
documenti scovati nell’archivio storico di Firenze.
“Lo
Scoglio” fresco di stampa presenta inoltre una ricchissima
documentazione fotografica con immagini mai pubblicate, fortemente
evocative degli avvenimenti narrati nei diversi redazionali.
mercoledì 29 marzo 2017
Lo scrigno delle risorse del sottosuolo nell'arcipelago
Non finisce di stupirci l'arcipelago
toscano. Non solo per le sue eccellenze di carattere ambientale e
naturalistico note un po' a tutti. Ma anche per le preziose risorse
che esso custodisce da millenni nel suo sottosuolo. Parte già
ampiamente sfruttate. Parte ancora no. Ne sono prova i giacimenti
minerari dell'Elba. Oggi l'ultimo episodio di cronaca. Protagonista
il triangolo di mare compreso tra l’Elba, Pianosa e lo Scoglio
dell’Africhella. E' stato documentato che dal fondale marino emerge
l’energia con una forza misteriosa. Si tratta di miscele di gas che
giungono sulla superficie del mare, modificando l’habitat
sottomarino. Sono segni tangibili di un’attività geologica
sottomarina. Dalle analisi che sono state condotte recentemente, dopo
che un team di pescatori di Campo nell'Elba avevano ripreso con il
telefonino una colonna di acqua, fango, gas e detriti uscire con
forza dal mare e la Capitaneria di porto, informata dell'accaduto,
aveva emesso un’ordinanza con cui si vietava l’accesso alle
imbarcazioni nel raggio di 500 metri dal punto in cui era stato
segnalato il fenomeno fangoso, tutto sarebbe riconducibile
all’energia sprigionata da alcune sacche di metano nascoste nel
sottosuolo a nord dell'Africhella. Il mare che ribolle in quel tratto
di mare non sarebbe causato da altro che dal gas naturale. Il quale,
molto probabilmente, è spinto in superficie dell’acqua
dall’attività di un piccolo vulcano di fango. A queste conclusioni
sono giunti gli esperti dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica
e vulcanologia), in seguito all’analisi dei dati raccolti nello
spicchio di mare tra Pianosa, Montecristo e l’isola d’Elba. Ne ha
fornito ampia documentazione “Il Tirreno” dell'Elba, il quale
così aggiunge: “I prelievi chimico-fisici dell’acqua di fronte
all’Africhella hanno dato degli indizi importanti agli studiosi, in
grado finalmente di decriptare il mistero venuto fuori in modo
sorprendente giovedì scorso, quando una colonna di acqua, gas, fango
e detriti, altra dieci metri, emerse sulla superficie dell’acqua,
lasciando sbigottiti alcuni pescatori di Campo nell’Elba”. Viene
anche riportata, in altro articolo del giornale locale, la
dichiarazione di Gilberto Saccorotti, direttore dell’Ingv toscano
che dichiara al giornalista che l'ha intervistato: «Nel mare
dell’Africhella è stato rilevato un grande arricchimento in metano
e il fondale un po’ rimaneggiato. Ciò lascia presupporre che vi
sia stata un’emissione di una miscela di gas, a prevalenza metano,
resa violenta dall’ostruzione operata dai sedimenti. Ciò è
confermato dal rilevamento in quel tratto di sostenute emissioni di
bollicine sostenute dal fondale». Il metano, dunque, o meglio
l’energia sotterranea del metano, dunque, sarebbe la causa alla
base dell’evento. Del resto, le analisi chimico-fisiche dell’acqua
confermano gli indizi che in questi giorni sono stati rimessi
insieme, come tessere di un mosaico. Del resto, la presenza di metano
nel mare tra l’isola d’Elba e la Corsica fu rilevata già nel
1968, con lo studio pubblicato da due geologi dell’Istituto di
geologia di Genova. Quindi, tra gli anni Settanta e Ottanta, a pochi
chilometri dall’Africhella, l' Agip ha aperto i due pozzi Martina 1
e Mimosa 1, trovando in entrambi casi il gas. Ma non fu avviato un
programma di sfruttamento perché il deposito non aveva una quantità
tale da avviare un piano industriale in tal senso. Allora, ecco,
svelato il mistero del “geyser di fango”. Le sacche di metano si
gonfiano nella pancia del sottosuolo, senza trovare sfogo all’esterno
dato che sono chiuse dai sedimenti di argilla e fango. Il tappo
impedisce al gas di fuoruscire. Carica il fondale di un’energia che
non è in grado di esprimersi. E solo quando il gas ha incamerato la
forza necessaria, ecco che il tappo si rompe. Il vulcano di fango che
fino a pochi istanti prima sembrava addormentato a poche decine di
metri di profondità, esplode la potenza repressa fino ad allora,
portandosi dietro fango e detriti. Fino alla superficie dell’acqua.
Anzi oltre, visto che i pescatori di Campo nell’Elba dicono di aver
visto alzarsi dal mare dell’Africhella una colonna alta dieci
metri. E poi, infine, c'è il fenomeno d'acqua calda che fuoriesce
da pozzo di Cavo, nel Comune di Rio Marina all'Isola d'Elba. Sono
tutte espressioni di quanto la natura sia stata generosa con
l'arcipelago toscano. Non dovrebbe essere lontano il tempo di pensare
a sfruttare quest'energia che ci viene regalata dal sottosuolo
tirrenico.
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domenica 26 marzo 2017
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