Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33ª edizione le Giornate FAI di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI in 400 città, grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari attivi in tutte le regioni. Una grande festa all’insegna di arte, cultura e natura che quest’anno coincide con il cinquantenario della nascita del FAI. Un gruppo di Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Raffaello Foresi”, accompagnerà 8/10 persone (con partenze ogni 20 minuti circa, dalle 11 alle 18, contributo a partire da 3 euro) nella visita della chiesa di Santo Stefano alle Trane, in collaborazione con la parrpcchia. Il tour sarà animato da volontari narratori del Foresi. Il tempio sorge su una collinetta in parte punteggiata da olivi, a una trentina di metri sul livello del mare. Davanti a essa si stende la piana di Magazzini, che si affaccia sulla rada di Portoferraio. Alle sue spalle fa da corona il sistema collinare culminante in Cima del Monte e monte Castello. Visibile anche il Colle del Volterraio con i ruderi del castello. L'edificio fu costruito nel XII secolo ed è dedicato a Santo Stefano. Nell'azione dei pirati del 1442, risale l'evento più disastroso per la piccola chiesa, a seguito del quale fu necessario un primo restauro. Da ricordare inoltre, le numerose scorrerie barbaresche della metà del Cinquecento; nel 1747 un fulmine colpì il tetto, danneggiandolo gravemente e Santo Stefano fu abbandonata. Nella prima metà dell'Ottocento la cappella era di proprietà dei Senno e nel 1886 passò nelle mani della famiglia Foresi, che la donò nel 1960 alla diocesi di Massa e Populonia. Si arriva così ai giorni nostri. Fino agli inizi degli anni 1970 la chiesa era totalmente abbandonata; fu allora che i fedeli intrapresero un'opera di restauro finalizzato alla conservazione dell'edificio ed alla riapertura al culto. L'edificio è a navata unica, conclusa da un'abside semicircolare. Ha la forma di un rettangolo irregolare: la larghezza della facciata è più ampia di quella del lato posteriore. L'interno è illuminato da quattro piccole monofore a doppia strombatura. La struttura muraria è principalmente in filaretti orizzontali di calcare alberese in uguale altezza, spesso intervallati da piccoli conci, posti sia in orizzontale che verticale e da corsi e zeppe tabulari. Sebbene tutte le bozze siano in alberese estratto da cave locali, il colore di esse varia dal bianco avorio al giallo lucente, seguendo tutte le tonalità intermedie, segno che molte pietre vengono da altri edifici o sono state preparate e sbozzate in periodi diversi. La facciata è la più interessante delle romaniche isolane: è formata da tre arcate cieche, separate da lesene, a sua volta sormontate da lesene trabeate, che circoscrivono tre spazi rettangolari disadorni. Nella parte superiore si trova la caratteristica finestrella a croce greca, uguale a quella che si trova nella parete opposta, sopra l'abside. E' probabile che la facciata sia stata concepita sul modello del rivestimento dei fianchi del duomo di Pisa.
Guardiano del Faro
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lunedì 17 marzo 2025
Il FAI sbarca all’Elba
Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33ª edizione le Giornate FAI di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI in 400 città, grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari attivi in tutte le regioni. Una grande festa all’insegna di arte, cultura e natura che quest’anno coincide con il cinquantenario della nascita del FAI. Un gruppo di Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Raffaello Foresi”, accompagnerà 8/10 persone (con partenze ogni 20 minuti circa, dalle 11 alle 18, contributo a partire da 3 euro) nella visita della chiesa di Santo Stefano alle Trane, in collaborazione con la parrpcchia. Il tour sarà animato da volontari narratori del Foresi. Il tempio sorge su una collinetta in parte punteggiata da olivi, a una trentina di metri sul livello del mare. Davanti a essa si stende la piana di Magazzini, che si affaccia sulla rada di Portoferraio. Alle sue spalle fa da corona il sistema collinare culminante in Cima del Monte e monte Castello. Visibile anche il Colle del Volterraio con i ruderi del castello. L'edificio fu costruito nel XII secolo ed è dedicato a Santo Stefano. Nell'azione dei pirati del 1442, risale l'evento più disastroso per la piccola chiesa, a seguito del quale fu necessario un primo restauro. Da ricordare inoltre, le numerose scorrerie barbaresche della metà del Cinquecento; nel 1747 un fulmine colpì il tetto, danneggiandolo gravemente e Santo Stefano fu abbandonata. Nella prima metà dell'Ottocento la cappella era di proprietà dei Senno e nel 1886 passò nelle mani della famiglia Foresi, che la donò nel 1960 alla diocesi di Massa e Populonia. Si arriva così ai giorni nostri. Fino agli inizi degli anni 1970 la chiesa era totalmente abbandonata; fu allora che i fedeli intrapresero un'opera di restauro finalizzato alla conservazione dell'edificio ed alla riapertura al culto. L'edificio è a navata unica, conclusa da un'abside semicircolare. Ha la forma di un rettangolo irregolare: la larghezza della facciata è più ampia di quella del lato posteriore. L'interno è illuminato da quattro piccole monofore a doppia strombatura. La struttura muraria è principalmente in filaretti orizzontali di calcare alberese in uguale altezza, spesso intervallati da piccoli conci, posti sia in orizzontale che verticale e da corsi e zeppe tabulari. Sebbene tutte le bozze siano in alberese estratto da cave locali, il colore di esse varia dal bianco avorio al giallo lucente, seguendo tutte le tonalità intermedie, segno che molte pietre vengono da altri edifici o sono state preparate e sbozzate in periodi diversi. La facciata è la più interessante delle romaniche isolane: è formata da tre arcate cieche, separate da lesene, a sua volta sormontate da lesene trabeate, che circoscrivono tre spazi rettangolari disadorni. Nella parte superiore si trova la caratteristica finestrella a croce greca, uguale a quella che si trova nella parete opposta, sopra l'abside. E' probabile che la facciata sia stata concepita sul modello del rivestimento dei fianchi del duomo di Pisa.
lunedì 24 febbraio 2025
Oggi le ceneri di Federica Nannini nel cimitero della Misericordia
È avvenuto tutto all’improvviso, con un'accelerazione degli eventi che ha lasciato tutti di stucco e che si è concluso, purtroppo, con l'interruzione della vita a soli 27 anni. È la storia di Federica Nannini, giovane portoferraiese che si apprestava a vivere il periodo migliore della sua vita con la spensieratezza e la gioia di vivere che sono le caratteristiche delle giovani che nutrono tante aspettative dalla vita. Purtroppo, il destina le ha riservato un epilogo drammatico, come quello che ha colpito la ragazza, Improvviso, devastante. A cui i medici dell’ospedale civico di Portoferraio, pur mettendo in pratica tutte le pratiche per scongiurarne la morte, niente hanno potuto per contrastare il male. Che ha avuto il sopravvento nella giornata di ieri. La famiglia si è chiusa nel suo comprensibile riserbo, affranta dal dolore, devastata per la prematura perdita di una sua componente alla quale si aprivano le più rosee speranze professionali e affettive. Altrettanta reazione si è registrata fra tutti coloro che conoscevano Federica e la famiglia Nannini, che gestisce a Portoferraio un negozio di vendita di infissi e serramenti. C’è chi dice che da quando ha appreso la famiglia non è stato più capace, in questo pomeriggio d’inverno piovoso, di riprendere a lavorare come niente fosse successo. Federica aiutava il padre Giorgio nella gestione del negozio di via Mascagni, a Portoferraio. Conosciuto in tutta l’Elba, oltre per l’attività professionale, anche per le sue partecipazioni alle varie manifestazioni sportive che di volta in volta sono organizzate sull'Isola. Era stata lei stessa, nella sua pagina Fb dove conta oltre duemila amicizie, a farsi portavoce dell’iniziativa di mettere a disposizione gli infissi adeguati alle recenti esigenze disponibili nel suo negozio a prezzi scontati per le famiglie e tutti coloro che sono stati colpiti dalla recente alluvione del 13 febbraio. Le è manca il tempo per la verifica del suo messaggio. Studentessa modello alla scuola dell’obbligo dell’istituto comprensivo ‘Sandro Pertini’, ha conseguito il diploma di maturità presso il liceo delle Scienze Umane in Salita Napoleone, per poi, come detto sopra, aiutare il padre nell’attività commerciale. Nella giornata di ieri l'impresa funebre Davide Posini ha trasferito la salma a Livorno per la cremazione. Le ceneri faranno ritorno nell’ultimo viaggio a Portoferraio dove, il prossimo lunedì 24 febbraio, saranno sepolte nel cimitero della Misericordia.
domenica 9 febbraio 2025
Si lavora al Ponticello
Cantieri aperti e a pieno regime nella zona portuale. Si lavora al bivio del Ponticello, nei pressi della deviazione per il centro storico della Città e per immettersi in Viale Manzoni, diretti alla spiaggia delle Ghiaie. "Abbiamo dato il nostro consenso – dicono all'Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Settentrionale di Portoferraio, sotto la cui giurisdizione ricadono le aree interessate dagli interventi – all'Asa che ci aveva chiesto di poter eseguire un intervento di collegamento fognario dei reflui urbani per convogliarli al collettore centrale diretto al depuratore di Schiopparello. Allo stesso tempo abbiamo ottemperato alla richiesta di Enel per i collegamenti lettrici della zona portuale. Per tutt'e due le richieste abbiamo concesso il nostro benestare, in modo che si possa intervenire nelle varie necessità in un periodo di bassa stagionalità come quello che stiamo attraversando, senza creare ulteriori problemi alla viabilità cittadina e al movimento di macchine e merci sul porto". Nel tratto del bivio del Ponticello si va a interrare tubi nei pressi del sito dove una volta insisteva il distributore di carburante, per la cui bonifica, in considerazione del fatto che erano stati sotterrati due serbatoi destinati all'approvvigionamento di nafta e super, di cui uno riscontrato con perdite di benzina, è stato necessario impiegare molto tempo, prima che Arpat dichiarasse la zona non inquinata. Se in questo caso il tempo di esecuzione dell'opera non sarà molto, altrettanto non si può dire per effettuare il collegamento elettrico dell'Enel, i cui lavori per portare i cavi verso i pontili sono iniziati l'anno scorso, lungo la nuova variante della Casaccia. Ragion per cui, se per i lavori di allacciamento Asa si prevedono tempi, altrettanto non si può dire per dotare i moli di un nuovo e più sofisticato elettrodotto, che offrirà una maggiore stabilità della rete.
mercoledì 5 febbraio 2025
Porto Azzurro, il Comune punta sullo sviluppo del porto turistico
L'ultimo documento richiesto dal Dipartimento Casa Italia, per accedere al finanziamento di un milione è 315.050,20 euro, necessario alla realizzazione degli "Interventi di consolidamento delle banchine e di rifiorimento delle scogliere in massi del porto turistico di Porto Azzurro", è stato spedito ieri mattina dalla Banchina IV Novembre a Roma. Si tratta dell'inserimento nel programma dei lavori pubblici 2025/2027 del progetto portuale che l'amministrazione intende portare avanti nel prossimo triennio. Ma vediamo di cosa si tratta in particolare. "Nel novembre scorso – esordisce il sindaco Maurizio Papi – il Dipartimento Casa Italia, visto che entro i termini del 29 febbraio 2024 avevamo presentato la manifestazione di interesse al bando, ci ha fatto pervenire un avviso pubblico per la definizione dei termini e delle modalità grazie alle quali potevamo proporre progetti di interventi di prevenzione rischio sismico su edifici e infrastrutture pubbliche insistenti sul nostro territorio, in considerazione che il nostro comune è inserito nell'elenco degli enti pubblici sulle Isole Minori ammesse alla procedura per l'erogazione di fondi economici". Sfogliando il documento del Dipartimento Casa Italia, si legge che avevano i requisiti adatti ad aspirare a contributi economici le comunità isolane e quelle dell'arcipelago, purché fossero gestori di infrastrutture portuali e di approdi turistici. Casistica in cui ricadrebbe il Comune portoazzurrino, che ha elaborato una proposta che prende in considerazione il rafforzamento e il miglioramento del porto e della banchina di attracco. "Nel frattempo i nostri uffici si sono attivati per elaborare e redigere una proposta progettuale che è già stata fatta pervenire e che è stata giudicata meritevole di finanziamento". Per cui, facendo un po' di conti, Il Comune, da parte sua, dovrebbe impegnare la cifra di 65 mila euro. Lo Stato invece un milione è 250,050, 2 euro. Ma di quale tipo di interventi si tratterrebbe? "Sono prevalentemente – continua Papi – lavori e le opere di consolidamento delle banchine e di rifiorimento della scogliera in massi al fine di prevenire e combattere l'azione erosiva delle correnti marine e del movimento ondoso durante le mareggiate che si abbattono nel periodo invernale. Consolidamento del dente di ormeggio sottoposto all'azione continua delle eliche di natanti e di navi in manovra che hanno smosso nel tempo i fondali. Poi rafforzamento della massicciata esterna". Non è neppure la prima volta che il Comune interviene nel proteggere la massicciata a difesa della diga foranea del porto. Lo fa quasi puntualmente ogni anno, provvedendo a mettere in sede dei massi prelevati dalle cave dell'Isola (e quando non bastano se li fa venire dal continente), per poi farli depositare al piede del dente foraneo, allo scopo di infrangere il moto ondoso. "Esaurito il primo iter burocratico – ammette il sindaco – attendiamo fiduciosi l'esito della nostra richiesta. Ma ecco la domanda di rito: lo Stato avrà a disposizione i soldi? Speriamo di sì. Noi – conclude il sindaco – siamo fiduciosi nel buon esito della partita".
lunedì 22 aprile 2024
Poggio e il 25 Aprile
Immagini indelebili, impresse a fuoco nella memoria, che non si cancellano neppure dopo 81anni dall’accaduto. Tutt’altro. “Quelle sequenze me le porterò dietro finché campo”. Così commenta Piero Paolini, ex commerciante di Portoferraio, che racconta a ‘Il Tirreno’ quel tragico 20 novembre 1943 a Poggio, in cui trovò la morte la sua sorellina gemella, Ernesta Italia Paolini (dieci anni appena compiuti), detta familiarmente Tina. Una storia talmente sentita e partecipata dalla comunità di questo paese arroccato sui contrafforti di monte Capanne, che l'amministrazione comunale guidata da Simone Barbi ha accolto favorevolmente la proposta di una signora donatrice, S.M.G. (che vuole mantenere l’incognito) di donare una targa in ricordo di quel tragico evento. L’installazione e l’inaugurazione avverrà nella giornata del 25 aprile in piazza del Castagno, teatro del tragico episodio; così come pure sarà posizionata, nello stesso giorno, ma a Procchio, una seconda targa, per ricordare i 14 detenuti provenienti da Pianosa e giustiziati sommariamente dai Tedeschi sulla spiaggia e qui sepolti il 14 ottobre 1943. Erano colpevoli di aver preso parte alla rivolta, dopo che sull’Isola del Diavolo si diffuse la notizia (giunta solo l’11 settembre) dell’armistizio Badoglio e l’allora direttore del carcere Mazzei represse in parte con il sangue la ribellione, in parte trasferendo un certo numero di detenuti nel carcere di Porto Azzurro, dove non giunsero mai. Ma torniamo ai fatti di Poggio e al racconto di Piero Paolini. In quel periodo l’Elba era occupata dall’esercito tedesco per effetto dell’armistizio dell’8 settembre. “Quel 20 novembre – ricorda Piero Paolini – cominciò molto presto. Alle 4 del mattino sentimmo botte agli usci delle case; noi eravamo sfollati a Poggio da Portoferraio e fu davvero una scelta felice in quanto la Città subì nel complesso oltre cinquanta bombardamenti aerei sia da parte degli alleati, sia da parte dei Tedeschi dopo che ci fu l’armistizio. Volevano colpire soprattutto gli Altiforni Ilva, che producevano ghisa e poi anche danneggiare il porto con i suoi depositi di carburante felicemente sistemati nei sotterranei delle Fortezze medicee che servivano da base di rifornimento della Marina Militare Regia dell’Alto Tirreno. Nonostante le incursioni l’obiettivo di danneggiarli e metterli fuori uso non fu mai raggiunto; cosa invece che non successe per lo stabilimento che, a guerra finita, fu definitivamente dismesso. I Tedeschi cercavano uomini, invece trovarono donne, bambini e vecchi. Un certo numero di abitanti fu raccolto in piazza del Castagno e dopo le nove, chi su camion, chi a piedi raggiunsero Marciana Marina per essere imbarcati sulle chiatte e trasferiti a Piombino. Quando tutto quel trambusto diminuì: mia sorella Tina ed io, scendemmo in piazza dove fummo raggiunti da altri bimbi”. “Mi ricordo – continua Paolini – che era una bella giornata dell’ ‘Estatina dei morti’. Mia sorella e le sue amiche erano intente a giocare saltando da una casella all’altra disegnata sulle lastre di granito della piazza con una sola gamba”. Si tratta del gioco di strada forse più famoso al mondo. Di sicuro quello con più nomi, a seconda dei luoghi. Una sfida, una danza, una prova di abilità fatta di gesti, parole e movimenti che evocano l’infanzia, giochi all'aperto, spensieratezza, svago, proprio in un momento in cui il mondo degli adulti faceva la guerra. “C’era un soldato tedesco seduto sulla murella della piazza – continua Piero – che stava armeggiando al suo fucile mitragliatore. A un certo momento partì una raffica. Vidi le bimbe scappare e abbassarsi. Mia sorella si era buttata per terra. Quando tutto finì, mi avvicinai a lei per aiutarla a rialzarsi. Fu allora che scorsi i fori dei proiettili: uno alla tempia, un altro sul torace e infine sulle gambe. Era morta sul colpo. Poco distante da lei un sasso piatto non troppo pesante con cui smarcava le caselle e un gessetto”. Era il materiale richiesto per misurarsi nell’eterno gioco di bimbe, conosciuto con i nomi più diversi a seconda dei luoghi, ma con una regola sempre uguale: lanciare il sasso sul primo quadrato, stando attente a non sbagliare casella. Poi avanzare saltellando con un piede solo nel numero singolo, due piedi nelle caselle accoppiate, cercando di fare tutto il percorso senza toccare le righe dello schema e senza cadere. “È stata l’ultima cosa che ha fatto in vita mia sorella – conclude Paolini – Questa storia è piaciuta molto a una signora di Milano che ha casa a Poggio. È stata lei a realizzare la targa e a proporla al sindaco. Le sono grato, a nome anche della mia famiglia”.
lunedì 15 aprile 2024
Al via la stagione delle crociere all'Elba
Il taglio del nastro della stagione crocieristica sulla maggiore isola della Toscana l’ha effettuato, ieri mattina, la ‘Azamara Pursuit’, la più recente nave unitasi alla flotta nel 2018. Data la sua stazza non eccezionale, propone tappe normalmente precluse alle più grandi navi da crociera. Le altre ‘sorelle appartenenti alla medesima flotta (Azamara Onward e Azamara Quest, quest’ultima è prevista per il mese di novembre) faranno scalo a Portoferraio quattro volte, secondo il calendario pubblicato sul sito dell'Autorità di Sistema Portuale, aggiornato al 21 marzo. Ciò significa, in teoria, che è ancora suscettibile di cambiamento. Complessivamente, facendo fede a quanto pubblicato dall’AdSP gli arrivi delle navi da crociere a Portoferraio saranno 102 (lo scorso anno furono 91gli approdi, cioè un aumento del 19 per cento rispetto al 2022 e del 910% del 2021, l’anno della pandemia). Quindi il trend positivo riscontrato nel 2023 continua, affermandosi ulteriormente, a dimostrazione del fatto che la sosta all'Elba per i croceristi del Mediterraneo è oltremodo gradita, se non preferita. L’Azamara Pursuit, infatti, prima di fermarsi all’Alto Fondale ha toccato i porti della Spagna, Francia, Montecarlo, quindi Portoferraio, per continuare il tour in Grecia e Turchia. Sono evitati i porti del basso Mediterraneo e Medio Oriente, a causa dei conflitti bellici che in queste zone si registrano, coinvolgendo anche l’Egitto che, tutto sommato, è da ritenersi una destinazione sicura). Ritornando al calendario dell’Autorità di Sistema, nel mese di aprile sono previsti tre arrivi, compreso quello dell’Azamara Pursuit, La ‘Wind Star’, l’elegante veliero a quattro alberi in grado di trasportare 148 passeggeri, conosciuta molto bene dagli elbani ogni volta che fa scalo a Portoferraio proprio per le sue bianche vele, sosterrà in banchina il 25 aprile proveniente da Portovenere e il 27 da Portofino. Ma il clou degli arrivi delle navi si tocca (come del resto era avvenuto negli anni precedenti al Covid19) con il mese di maggio. In tabella ce ne sono ben 29; i secondi mesi che si piazzano al secondo posto sono giugno e settembre con 14 arrivi; per poi abbassarsi a 13 in agosto e 10 nel mese di ottobre. L’elenco quindi si chiude con 5 attracchi a novembre e 2 a dicembre, l’8 e il 25 dicembre, quando arriva ai moli la ‘Renaissance’, la nave di gran lusso che si è sottoposta nel 2022 a un radicale restyling e a una “trasformazione culturale” mirata ad adattare completamente l’esperienza di crociera al gusto francese. E di fatti i suoi ospiti sono in prevalenza di questa nazionalità. Altre curiosità ce le regala ancora il mese di maggio con ‘Club Med 2’, goletta a cinque alberi controllati dal computer, che sosterà il 4, il 10,il 13 e il 24 maggio, ‘La Belle des Océans’, la nave belga che propone il pacchetto delle Baleari e le Canarie, sarà all’Elba il 26 maggio e infine ‘Le Bougainville’, la terza nave della classe Ponant Explorers al molo del Gallo il 21 e il 28 maggio, che propone a ogni membro della classe il nome di un famoso esploratore francese. La nave prende il nome da Louis Antoine de Bougainville, ammiraglio ed esploratore francese.
domenica 4 febbraio 2024
Lo Smart al convegno di Bari
Sarà presente anche il Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano (Smart), nella persona della sua direttrice Valentina Anselmi, al convegno in programma martedì 6 febbraio all’Auditorium "Antonio Quacquarelli", presso Santa Teresa dei Maschi, dell’Università di Bari. L’iniziativa, organizzata nell’ambito del progetto Horizon Seeds Europe “Hub Universitario Multidisciplinare. Processi innovativi per la digitalizzazione e la valorizzazione del patrimonio culturale scritto”, è organizzata e promossa da ‘La Rotta dei Fenici’, itinerario culturale del Consiglio d’Europa, dal Dottorato in Patrimoni archeologico, storici architettonici e paesaggistici mediterranei, dal Dottorato in Patrimoni storici e filosofici per una innovazione sostenibile. Obiettivo del convengo è portare all’attenzione alcune esperienze significative di sperimentazione nell’applicazione delle tecnologie digitali per la valorizzazione e la comunicazione del patrimonio culturale museale, dall’altro animare un confronto su alcuni aspetti, di natura sia tecnico-pratica sia teorica, relativi al processo di trasformazione che investe i musei nell’era digitale; una speciale attenzione sarà dedicata anche al tema dell’accessibilità. Fra i relatori, oltre alla direttrice dello Smart, ci saranno Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, Fabio Violo, curatore del Museo nazionale del cinema di Torino. insieme con altri responsabili scientifici di vari musei italiani, europei ed esponenti del mondo accademico, quali Rachid Chamoun, del Ministero della cultura del Libano, Sandro Debono dell'Università di Malta, Miguel Ángel Valero dell'Università di Castilla-La Mancha, Christian Greco del Museo Egizio di Torino) e tanti altri. Un’ottima occasione che sfrutterà Valentina Anselmi per presentare, in un contesto di particolare pregio, le iniziative, i progetti e le strategie di comunicazione portate avanti dal Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano a pochi anni dalla sua istituzione.