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sabato 1 settembre 2012
Temporale estivo
Ho aspettato
la pioggia
nei lunghi pomeriggi
d’estate
quando il sole
non dava tregua
e anche le cicale
sospendevano
il loro canto
perpetuo
Ho desiderato
la pioggia
dopo interminabili
giorni di calure africane
quando neppure un bagno
ristoratore
in mare
pareva non regalarmi
un po’ di refrigerio
Adesso che all’improvviso
è arrivata
ne ho quasi paura
lo stesso che in amore!
Il cielo si è fatto
grigio e nero
una cappa di piombo
il giorno è divenuto notte..
il vento ha sferzato la pioggia
che ha spento la polvere
sulle strade di campagna
ha ingrossato i torrenti
allagato i campi
e quando pareva che fosse
quello il giorno dell'Apocalisse
è ritornato il sole
e l'azzurro si è aperto
a oriente
Accade come in amore:
per tutta la vita
ti ho aspettato,
dolce compagna
dei miei sogni,
desiderato!
Adesso che sei entrata
nella mia vita
mi sento impaurito
come il bimbo
del buio
Ma la tua presenza
mi corrobora e stimola
nel mio peregrinare terreno:
in fondo
è ancora estate
da "Il mare in un bicchiere di plastica", 2012
E' già Settembre
Settembre
l’ho riconosciuto
dall’aria pungente del mattino
dal vento fresco
che sale dal mare
dal sole
che quando è coperto
non ti fa sudare
ma quando è libero
nel cielo
fa sentire ancora
la sua forza
E’ come se scattasse
anche dentro me
come avviene
per gli uccelli migratori
un richiamo
che mi ricordi
le cose che restano da fare
l’uva matura
da cogliere nei filari
l’odore del mosto
da cialcicare nei palmenti
e il sapore dei tuoi baci
rubati fra le foglie rossastre
dei pampini
perché nessuno ci vedesse
e sapesse del nostro
infinito e pazzo amore.
da L'Ultima Stella ad Ovest di Cassiopea, settembre 2012
domenica 19 agosto 2012
giovedì 5 luglio 2012
Come le rondini
Quando dal mare
salirà la notte
piano piano
e l'oscurità
abbraccerà tutto,
è il ricordo di te
che diventa più struggente:
sono sicuro
che come le rondini
tornano al loro nido,
così tu ti affaccerai
nel mio firmamento
Come perla custodita
dall'ostrica,
piccola lacrima
sfuggita alle Najadi,
così tu mi offrirai
il tuo amore
che è celato
agli altri
dalle valve dell'ostrica
che sanno di salmastro
Sulla mia bocca
il tuo nome
fiorisce
come pegno d'amore
che sfida il tempo.
da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", Portoferraio 2012
domenica 10 giugno 2012
Il giorno del Corpus Domini
da "Minimilia", Portoferraio, 2012
E' la festa dei fiori,
le vie del borgo
quelle principali,
quelle dritte
che portano
sulla soglia
del tempio
tappezzate
da una miriade di petali
e fiori:
fiori di campo,
papaveri, malva,
giacinto,
ma anche rose,
gigli e ortensie;
ma su tutti
le finestre
fiorite.
Una processione
di ragazzi
della prima comunione
e il canto intonato
da mia madre:
era l'estasi della natura,
l'apoteosi della fede
che salutava
l'ingresso di noi ragazzi
giunti sul limite
della gioventù,
ecco cosa mi è rimasto
di questa festa
le vie del borgo
quelle principali,
quelle dritte
che portano
sulla soglia
del tempio
tappezzate
da una miriade di petali
e fiori:
fiori di campo,
papaveri, malva,
giacinto,
ma anche rose,
gigli e ortensie;
ma su tutti
le finestre
fiorite.
Una processione
di ragazzi
della prima comunione
e il canto intonato
da mia madre:
era l'estasi della natura,
l'apoteosi della fede
che salutava
l'ingresso di noi ragazzi
giunti sul limite
della gioventù,
ecco cosa mi è rimasto
di questa festa
E tu, dolce e fedele mia compagna,
dov'eri
con il tuo abitino
bianco da sposa celeste?
Già esistevi
nei miei pensieri
e un giorno
ti avrei trovato.
da "Minimilia", Portoferraio, 2012
La locomotiva
Sono salito con te
sulla locomotiva
Ho sentito
il rumore delle rotaie
il calore del fuoco
della caldaia
il vento sul mio viso.
Sono salito con te
sul treno
dei miei sogni
per incontrare
l'Amore
per sentire
il tuo fiato
sulle mie labbra
Ho sussurrato
parole di fuoco:
per te
sono diventato
poeta.
da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", P.ferraio, 2012
Sono salito con te
sulla locomotiva
Ho sentito
il rumore delle rotaie
il calore del fuoco
della caldaia
il vento sul mio viso.
Sono salito con te
sul treno
dei miei sogni
per incontrare
l'Amore
per sentire
il tuo fiato
sulle mie labbra
Ho sussurrato
parole di fuoco:
per te
sono diventato
poeta.
da "La Terza Stella ad Ovest di Cassiopea", P.ferraio, 2012
mercoledì 2 maggio 2012
Le lacrime di Allah
Narra un'antica leggenda mesopotamica che una volta Allah,
gettato lo sguardo nel giardino dell'Eden, si accorse che l'uomo aveva
dissipato le sue ricchezze. Dove aveva lasciato la libertà, scorgeva la
schiavitù; dove aveva regalato l'amore, regnava l'odio: il fratello contro il
fratello, i figli contro i genitori, i mariti conto le spose; dove aveva sparso
la pace, si diffondevano invece le guerre e la morte. Capì allora che il suo
avversario, il Dio delle Tenebre, aveva approfittato della sua assenza per
annullare i doni che aveva concesso all'umanità, sostituendoli invece con i
segni del Male. Il risultato fu che, mentre il Dio rifletteva sul daffarsi, due
lacrime gli rigassero le guance e cadessero sulla Terra, divenendo due
grossissimi diamanti, così preziosi che non esisteva Regno in tutta l'Asia che
potesse contrastare una simile ricchezza. Il Magnifico vide quanto era successo
e aggiunse: "Desidero offrire agli uomini quest'ultima opportunità: colui
che troverà le gemme, sarà l'uomo più felice del mondo". Fortuna volle che
le lacrime cadessero in mare e che fosse una sirena a notarle, mentre si
adagiavano sul fondo. Viveva ora in uno sperduto paese della costa un povero
pescatore che guadagnava solo quanto gli bastava per vivere. Fu la sirena un
giorno a parlargli delle gemme d'Allah che il grande mare Oceano nascondeva nel
suo grembo. Del loro incredibile valore. Del loro possesso che significava
divenire Signore della Terra. Rispose il pescatore: "Che ne farei di un
simile tesoro, se il tempo, il tempo stesso venisse a mancare alla mia vita? Tu
poi vivi in un elemento diverso dal mio: il tuo mondo non è il mio. A me basta
venire qui, sullo scoglio, tutte le sere a guardati e ad ascoltare il profondo
respiro del mare, con la Luna che m'insegna a sognare, per sentirmi l'uomo più
felice del mondo. Finché i miei occhi avranno luce...".
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