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domenica 12 gennaio 2020

Bilancio di un anno che si chiude


   L’anno che sta volgendo al termine è stato caratterizzato dalle più molteplici e variegate iniziative; manifestazioni di portata regionale, se non nazionale. Le più rilevanti meritano una menzione nel bilancio (non certo esaustivo) di quanto accaduto in questo lasso di tempo sul nostro “scoglio”. Esse, da qualsiasi punto si guardi, hanno contraddistinto il 2019. Dallo sport, al tempo libero, dalle iniziative culturali dal più ampio spettro, a quelle di puro svago, alle sagre paesane, alle passeggiate all'interno del parco promosse dall’ente, per finire con le eccellenze eno-gastronomiche. Passiamole in rassegna, allora, quelle più rilevanti, che sono state spalmate nel corso della primavera, dell’estate e dell’autunno 2019. Su tutte però si distingue lei, l’Elba, che le ha ospitate, caratterizzate e che è riuscita a dare a esse una connotazione del tutto particolare, appunto elbana, come marchio di fabbrica. L’Isola si è presentata come un eccellente laboratorio a cielo aperto, perfetto contenitore in grado di attirare e attrarre sportivi, studiosi o semplici turisti per ogni singola proposta. E questo è già di per sé importante, considerando quanto sia determinante il terziario per l’economia elbana e valutando l’andamento del turismo nella stagione appena conclusa in tutto il nostro Paese (in talune famose località della Penisola che si sono avvalse più dell’Elba del contributo dei mezzi di comunicazione di massa nazionali e no, si è parlato di un calo di presenze anche oltre il 5 per cento). Nonostante la diminuzione di vacanzieri anche da noi (2% in meno, secondo i dati pubblicati dall’associazione degli albergatori), l’Elba ha tenuto rispetto alle altre stazioni turistiche. Segno che il richiamo ha funzionato. Che l’isola è sempre appetibile per gli Italiani e per il resto dei residenti d’Europa.
   Dell’aspetto politico, caratterizzato con il primo gennaio 2019 dalla riunificazione di due comuni storici (Rio nell’Elba e Rio Marina) in un’unica municipalità soprannominata il Comune di Rio, abbiamo parlato nel precedente numero dello “Scoglio”. Così come del rinnovo delle amministrazioni comunali, anch’esso analizzato nell’ultima pubblicazione della rivista. Resta da rimarcare la peculiarità stessa della maggiore isola della Toscana, che ancora una volta ha dato la possibilità di offrire la ‘location’ ideale e accogliere così diversi e disparati avvenimenti. Che sono, ripetiamolo, nell’ambito dello sport, dell’ambiente e della cultura. Come, per esempio, non citare l’Iron Tour Cross, unico triathlon off road a tappe d’Italia, che quest’anno è giunto alla quinta edizione e ha visto convergere su Capoliveri migliaia di sportivi? Senza dubbio ha rappresentato una ghiotta occasione vacanziera da trascorrere sull’Isola d’Elba per atleti, tecnici, accompagnatori e familiari alla fine del mese di aprile. Per non parlare del Rallye storico Trofeo Locman che ha spento quest’anno la trentunesima candelina e che ha salutato più di cento equipaggi impegnati nelle varie categorie a dare il meglio di sé per mettere le mani sull’ambito premio finale. Ma ci sono, comunque, tre eventi che hanno contrassegnato l’anno che si chiude: le celebrazioni per il cinquecentenario della nascita del granduca di Toscana, Cosimo I de’ Medici, il fondatore della città di Portoferraio avviate con la precedente amministrazione e conclusasi con l’attuale, la Bit per la prima volta all’Elba e la ripresa degli scavi archeologici alla Villa romana delle Grotte, di cui parliamo in altra parte della rivista.
   La Borsa internazionale del turismo sportivo e benessere termale ha lasciato Montecatini per approdare a Portoferraio. Per la Bit ecco pronta una nuova formula e nuova sede, proprio all’Isola d’Elba, considerata il paradiso dell’outdoor. Infatti l’Elba è la prima tra le mete di vacanza in Italia. A dirlo non siamo noi (che potremo essere parti interessate), ma il Summer Vacation Destinations Report 2019, che indica le migliori destinazioni estive sulla base del maggior interesse dimostrato per l’estate dai viaggiatori italiani con ricerche e prenotazioni sul portale internazionale TripAdvisor. Dunque, un ottimo risultato. A cornice di questo quadro si piazzano senza dubbio la cura e il rispetto dell’ambiente. L’Elba ha imboccato la strada di voler essere sempre più ‘plastic free’, considerando che dal mare e dal turismo l’Isola trae da sempre cultura, tradizioni e perché no? Ricchezza. L’aspetto più rilevante è la risposta che i giovani studenti elbani hanno dato a questo problema, fondando un Forum e impegnandosi nel dare risposte positive a quest’invasione della plastica nel nostro mare e in natura, nei punti più panoramici dell’isola e lungo i percorsi di trekking organizzati dal parco nazionale. I giovani studenti non potevano rimanere indifferenti di fronte a un pericolo così incombente dovuto al degrado ambientale. Ed è proprio dalla regina dell’arcipelago toscano che trae vigore la battaglia. Il tutto avviene nel periodo in cui sono cominciate ad affiorare in superficie le prime ecoballe di plastica (si dice che siano finiti sul fondale nei pressi di Cerboli ben 56 pacchi di rifiuti caduti da una nave da carico). Così anche l’Elba risulta essere tra i territori italiani a intraprendere la battaglia contro la plastica, con gli studenti in prima fila.
   Infine la cultura. L’abbiamo lasciata per ultimo, perché è un po’ come il dessert al termine di un lauto pasto. Molteplici gli ‘happening’ che sono stati realizzati fra presentazioni di libri, incontri con gli autori (anche di fama) nelle biblioteche pubbliche o nelle librerie dislocate nei vari paesi isolani o semplicemente nelle piazze, conferenze nei siti storici e nei luoghi d’arte. Il motore immobile del meccanismo il premio letterario internazionale Raffaello Brignetti che da due anni a questa parte ha una nuova location, l’hotel Airone. Una citazione speciale, in questo contesto, la meritano Marciana Marina che ha regalato serate dedicate alla poesia, cominciando con il poeta giramondo Manrico Murzi e Marciana che ha ideato “Borgo d’arte, Festival d’arte contemporanea”. Che altro non è che un progetto d’arte contemporanea “nato per valorizzare – dicono gli organizzatori - comunicare e promuovere il patrimonio culturale e naturalistico dell’antico borgo medievale di Marciana”. Per raggiungere questo obiettivo sono stati recuperati di vecchi fondi e magazzini in disuso al fine di trasformali in spazi espositivi. E’ un programma finalizzato a incentivare lo scambio culturale e la tutela del territorio, a supportare la crescita professionale di artisti elbani e no. E fatto nuovo, il festival ha promosso e supportato ogni forma di arte contemporanea.
Da questo quadro, sia pure incompleto e sommario di ciò che è successo all’Elba quest’anno, si evince un dato che viene riconosciuto a ogni stagione turistica, ma che ancora una volta non ha trovato un’adeguata soluzione: la mancanza di una regia sovra comunale che coordini fra loro i vari eventi. Potrebbe farla la Gat, se non fosse impegnata nel discutere il contributo di sbarco. Un argomento che sarà lasciato in eredità al 2020 che già bussa alle porte, insieme al futuro dell’aeroporto elbano.

A tu per tu con 30 mufloni sul Capanne

MARCIANA. Di primo acchito, osservando questo incredibile scatto fotografico di Alessio Gambini, si ha la sensazione di trovarsi davanti a un documentario di "National Geographic". Invece no. Siamo sui contrafforti del monte Capanne, sul versante occidentale dell'Elba, appena spuntato ieri mattina il sole. E l'istantanea sui social in un attimo è diventata virale. «Mi sono trovato all'improvviso - ricostruisce Alessio Gambini risponendo al Tirreno dalle pendici del monte Capanne - di fronte a un branco di una trentina di mufloni. Quasi a tu per tu ed è stato magnifico. Ero a poca distanza dal gruppo e gli animali per nulla impauriti dalla mia presenza hanno continuato a brucare l'erba. La sensazione che ho provato? Un senso di pienezza. Di perfetta simbiosi con la natura e con gli animali che vivono la montagna. Certo - continua Alessio, il "camminatore montanaro" mezzo elbano di Pomonte e mezzo galiego, con la Corsica nel cuore - sono perfettamente conscio che questi animali dovrebbero essere controllati. Soprattutto la loro proliferazione, perché siamo su un'isola e il territorio a loro disposizione non è infinito. Tutt'altro. Sono consapevole dei danni e dei guasti che producono alle colture e ai giardini che razziano per procurarsi da mangiare. Per questo ritengo che sia utile monitorare regolarmente la popolazione di questi ovini selvatici. Ma quando all'improvviso di trovi davanti a loro, allora dimentichi tutto, i loro raid mattinieri fino alle case dei paesi collinari o alle ville nelle valli marcianesi o pomontinchi. Con questi animali superbi davanti capisci il senso della montagna e il suo valore». Già, la montagna. Esiste un 'fil rouge' che unisce Alessio a monte Capanne. Non può stare a lungo senza inerpicarsi lungo i sentieri che portano alla vetta e quando si trova lassù scattare scatta foto a mezzo fiato che puntualmente pubblica sul suo profilo. Non c'è periodo dell'anno che non lo si trovi lassù, fra le nuvole a camminare fra i sentieri granitici. E le sue emozioni le consegna ai video con l'intento che altri, dopo di lui, lo seguano in questo straordinario rapporto con la montagna. Quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente perché ci raccontasse com'era arrivato a immortalare questo eccezionale incontro mattutino, si trovava alle Calanche (900 mt), un sito che testimonia insediamenti protostorici. Infatti è caratterizzato da una piazzaforte e una bassa cinta muraria che si adatta alle condizioni orografiche del luogo. Poco distante la grotta alle Pecore, un riparo rupestre frequentato dal paleolitico sino al II millennio a.C., insieme alle formazioni rocciose della Cote Ritta o Sasso Alto, del Sasso Basso e del Gobbetto. Come se non bastasse nella zona è presente anche una necropoli rupestre riferibile all'Età del Bronzo. Qui sono stati rinvenuti frammenti di vasellame, orci frammentari, vasetti miniaturistici e rocchetti in argilla. «L'Elba è questa - dice sempre Alessio - voglio far conoscere questo perfetto insieme fra archeologia, storia e natura. Ma ho un sogno - conclude - riuscire a portare in montagna anche i diversamente abili per far vivere loro questa esperienza».

domenica 3 novembre 2019

Gli scavi alla Villa romana delle Grotte

Come è stato per lo scavo alla Villa rustica della piana di San Giovanni, così anche quello alla Villa romana delle Grotte, di proprietà della Fondazione omonima, si è concluso. Finito il primo step del programma biennale che mira alla rilettura del sito storico e alla sua valorizzazione, inserito in un pacchetto di proposte indirizzate a visitatori, per una migliore comprensione della città nelle epoche passate e dell'Elba intera. Ma qualche indicazione significativa è già emersa da questo primo tentativo.Lo ha annunciato la stessa Laura Pagliantini che ha curato la campagna di scavo insieme con Franco Cambi ed Edoardo Vanni. «Quella che noi tutti ritenevamo essere la piscina - ha detto durante la conferenza stampa in cui si è annunciata la chiusura delle attività di ricerca - alla luce di quanto è emerso finora dobbiamo sollevare diversi dubbi. Va bene che le strutture murarie esistenti alte fino a due metri sono state abbattute dai Francesi in occasione dell'assedio di Portoferraio alle fine del Settecento per collocare nella zona dei cannoni sa cui si sparava verso la città, ma non abbiamo intravisto nessun tipo di materiale impermeabile che potesse testimoniare a favore che quella raccoglieva, nel primo secolo d.C, dell'acqua». Allora cosa era? Tutte congetture. Ipotesi che hanno bisogno di essere dimostrate, supportate da reperti che si mette in conto rinvenire in occasione del secondo step della campagna di scavi in programma per la primavera 2020. Il dato rilevante è che la struttura è enorme, complicata da decifrare. Una villa gigantesca che ha avuto il pregio di 'impaurire' (come ha riconosciuto Pagliantini) gli stessi ricercatori senesi, viste le sue proporzioni e considerate le sovrapposizioni, come la buccia di una cipolla, delle generazioni che si sono succedute e hanno vissuto questi luoghi. «Ma un pregio ce l'ha la Villa - ha detto il sindaco Angelo Zini - quello di essere il prototipo del patrimonio storico culturale della città. Ora il nostro compito è quello di renderlo fruibile al pubblico». Insomma siamo sulla strada giusta per giungere alla creazione, grazie all'impegno della Fondazione delle Grotte e del Comune, di una migliore fruizione dell'area, ponendo le basi per la costituzione di un vero parco archeologico secondo il rispetto degli scopi statutari della Fondazione dedicati all'investimento culturale sul territorio. Tutto sommato il 2019 è stato un anno proficuo per le ricerche archeologiche. In contemporanea ci sono state due campagne, come detto sopra: una nel podere di Paolo e Chiara Gasparri, l'altra alle Grotte, indagata solo negli anni '60/'70 da Giorgio Monaco. «Che ha amato a tal punto la Villa - ha ricordato Lorella Alderighi della Soprintendenza per le Province di Pisa e Livorno - da soggiornarvi in tenda insieme con la figlia durante le ricerche». Ed è stata la stessa referente della Soprintendenza a ricordare le varie manomissioni subite dalla Villa nei secoli. Dopo il saluto di Marino Garfagnoli, Cecilia Pacini, presidente della Fondazione Villa romana delle Grotte che ha aperto la conferenza l'ha chiusa ribadendo come sia importante la collaborazione e la sinergia tra istituzioni, Fondazione, università e privati. «Solo se si opera tutti insieme - ha concluso - e uniti verso un unico scopo, si possono ottenere buoni e importanti risultati». --

lunedì 16 settembre 2019

Portoferraio bombardata, 16 settembre 1943


I superstiti al primo bombardamento aereo di Portoferraio (degli oltre cinquanta che la città dovette subire prima della fine del 1945) e che sono ancora vivi, hanno un ricordo di quel giorno indelebile. Profondo della mattina del 16 appunto 1943. Era una giornata di sole, come l’Elba sa regalare nel mese della vendemmia. Il rumore prima sordo, poi a mano a mano sempre più pronunciato di una squadriglia di Junkers 88 (motori Jumo 211, si alzeranno in volo 10) tedeschi, gli aerei da combattimento in picchiata della Luftwaffe. Poi le sirene d’allarme e poco dopo le prime esplosioni delle bombe seguite da una gragnola di colpi. Tutto infine immerso nel fumo denso, misto di terra e detriti. Chi ha vissuto in prima persona quei tragici momenti e che oggi ha superato gli ottant’anni ha ancora chiare le immagini. Sono passati più di settant’anni. Ma è come se fosse ieri. Quella mattina, prima di mezzogiorno, non si trovavano in città. Bensì in periferia. Chi a Carpani, come Sauro Lottini. Chi sui colli di Santa Lucia dov’era andato a far legna Carlo Gasparri. Chi infine a San Giovanni, come Giuseppe Leonelli. Fino a quel momento la guerra non sapevano cosa fosse. L’avevamo vista nei cinegiornali dell’istituto Luce che il regime propinava, oppure nei racconti di qualche reduce o soldato in licenza dal fronte. Ma mai si erano trovati in mezzo. Lo storico elbano Giuliano Giuliani scrive: “L’orologio di Porta a mare a Portoferraio segnava le 11,15 quando Giuseppe Leonelli, marinaio sul piroscafo Ebano Gasperi, raggiungeva il porticciolo di San Giovanni. Era partito a piedi da Marina di Campo che albeggiava. Era arrivato al moletto e aveva trovato ad attenderlo il collega Galliano Donnini. Ricorda Leonelli: “Salimmo a bordo della lancia e Galliano si mise ai remi indirizzando la prua verso il Gasperi”. Improvvisamente si fermò. ‘Mi sembra di udire un rumore’, disse”. Era la formazione degli aerei tedeschi in arrivo a Portoferraio. “Il rumore diventò presto un rombo. Ci voltammo e guardammo verso le colline in direzione di Capoliveri. Rimanemmo ancora immobili, per un istante. Improvvisamente fummo investiti da un fragore assordante e vedemmo apparire sulle Grotte, a bassa quota e in formazione compatta, alcuni aerei. ‘Sono gli Junkers 88 ’, gridò Galliano. Ci buttammo bocconi sul “carabottino”, in tempo per udire la prima esplosione. Rimanemmo incollati a quel legno, poi Galliano sollevò lo sguardo verso le navi: il Gasperi e lo Sgarallino, ormeggiati nella piccola baia, non correvano apparentemente alcun pericolo”. Quando fu chiaro che si trattava di un attacco aereo Sauro Lottini (all’epoca aveva 8 anni) era a Carpani. Sapeva che suo padre aveva fatto una commissione con il camion a Portoferraio. A corsa raggiunse la città. “Quando arrivai in fondo a via Guerrazzi, vidi un cumulo di macerie, calcinacci ovunque. Raggiunsi l’ingresso del Palazzo dei Merli e sopra una catasta di detriti scorsi il cappello di mio padre. Pensai subito che fosse finito sotto con il camion e a mani nude cominciai a scavare. Lui soffriva di asma e anche se non fosse stato colpito dalle bombe era a rischio di morte per tutta la polvere che c’era in giro. Mentre era intento in quel lavoro mi si avvicinò un conoscente che mi disse di aver visto mio padre sul sagrato della chiesa. Infatti lo trovai lì. Mi ricordo di averlo portato in collo a Carpani con tutti i vestiti stracciati e sporcati, ma vivo”. Carlo Gasparri invece era andato a far legna a Santa Lucia. “Dalla formazione si staccarono due aerei – ricorda – che vennero a bombardare le caserme di Albereto. Ma le bombe lasciate cadere esplosero nelle cave lì vicino. Sapevo che mio padre era andato alle pompe dell’acqua alle Foci, ma in città aveva mamma che mi aveva detto sarebbe andata alla Sace a prendere il pane con la tessera annonaria per la famiglia. Poi c’erano i miei fratelli, le mie sorelle. Ricordo che quella mattina non andai a far legna, ma mi diressi nella piana dove si era levata l’enorme nuvola di polvere grigiastra. Avvertivo un odore acre, aspro. Per fortuna i miei li trovai vivi e mia madre portò a casa un filo di pane con una scheggia dentro”. E Gasparri cita anche un episodio di un altro sopravvissuto, Enea Pacini che oggi vive a Livorno. “Quella mattina era andato fuori della scogliera di Montebello a polpi – racconta – quando una bomba esplose vicino al barchino. Suo padre fu colpito e l’imbarcazione stava affondando. Lui riuscì a guadagnare la riva e a portare a casa il padre morto. Sono scene da incubo – conclude Gasparri – che ogni tanto, all’improvviso, riemergono nelle notti di sogni agitati”.

martedì 3 settembre 2019

Porto Azzurro , nuove isole ecologiche in arrivo



Approvata all'unanimità dal consiglio la convenzione con Ato Toscana Costa per la realizzazione di 15 nuove ‘Ecoisole informatizzate di prossimità’ destinate alla raccolta dei rifiuti (spesa complessiva 886.350 euro). La Regione cofinanzierà il progetto al 47 per cento. Che corrisponde a 416.584,50 euro. Il nuovo sistema di raccolta dovrà essere avviato entro e non oltre il 30 settembre prossimo, in modo tale da vederlo operativo entro il 31 ottobre 2020. Questo il crono programma. Ma intanto, come funziona la raccolta in paese? Gli utenti conferiscono gli scarti nelle 12 isole ecologiche interrate di grandi capacità. Esse sono suddivise in 6 postazioni diverse installate ormai più di 15 anni fa. In ognuna di queste è stato collocato un contenitore interrato della capacità di 15mila litri, destinato alla raccolta del “rifiuto solido urbano”. Qui il cittadino inserisce in modo promiscuo e mescolato sia il “rifiuto secco indifferenziato”, sia il “rifiuto organico” proveniente dagli scarti di cucina. Su 4  delle 6  postazioni poi è stato installato anche un secondo contenitore interrato della capacità di circa 7mila litri destinato alla raccolta del “rifiuto multi materiale”  (vetro, plastica e alluminio assieme). Il tutto poi convogliato nei punti di raccolta Esa. Ma è proprio a causa di questo miscuglio di materiale che i vantaggi per il Comune sono minimi, conferendo solo il 17,70 % di differenziata. Ecco che Porto Azzurro ha un’ambizione. Quella di potersi posizionare fra i comuni più ‘ricicloni’ della Regione. “E’ nostra intenzione – dice il sindaco Maurizio Papi - agire con urgenza e intervenire prepotentemente e in modo deciso e perentorio  sul territorio, per poter raggiungere in brevissimo tempo (si pensa addirittura entro pochi mesi dalla star-up), quanto meno il minimo di legge del 65% di frazione differenziata, anche se in realtà l’obiettivo è piuttosto quello di superare abbondantemente tale percentuale. Ma anche vogliamo raccogliere una frazione differenziata particolarmente pulita e ‘vendibile’ e di conseguenza ottenere ritorni significativi anche dal punto di vista economico tali da poter finalmente centrare risultati soddisfacenti anche in termini di riconoscimenti da parte del Conai”. Una procedura di raccolta di resti domestici unica, almeno per ora, sull’intera Isola. “Questo è dettato soprattutto dalle caratteristiche del nostro paese – continua il sindaco – Porto Azzurro è un comune che a livello turistico è uno dei luoghi più importanti dell’intero arcipelago toscano. Si tratta di un comune con circa 3.800 abitanti residenti. Essi però in estate, fra seconde case, B&B, case in affitto, alberghi, aumentano considerevolmente, raggiungendo anche punte di oltre il 300%. Gestire la raccolta del rifiuto in una cittadina con queste caratteristiche e con questi importanti flussi di residenti che, a seconda dei diversi periodi dell’anno, cambiamo in modo così importante e repentino, non è assolutamente facile. A ciò si aggiunga il fatto che intercettare la frazione differenziata del rifiuto, diventa ancora più difficile. Infatti attualmente il comune di Porto Azzurro è posizionato molto in basso nella differenziata. Inaccettabile per noi. Perché è una quota percentuale assolutamente bassa, soprattutto per una cittadina con l’elevata vocazione turistica come quella di Porto Azzurro. Oltre il fatto che, visto la gran parte dei turisti è formata da stranieri, si corre l’elevato rischio di trasmettere al mondo, un’immagine di Porto Azzurro che non intendiamo più consentire. Il servizio di 'Porta a porta’ per noi non va bene. Seguire il calendario è troppo vincolante per gli ospiti con il risultato di un territorio disseminato di abbandoni. Per questo - conclude Papi - vogliamo dotarci di attrezzature, strumenti, sistemi elettronici, software e quant’altro che permettano di rompere immediatamente ogni indugio e avviare un sistema di raccolta più moderno, più snello e più efficace".


venerdì 19 luglio 2019

Tre Comuni rinnovano i propri consigli


Tre paesi (sarebbero stati cinque, se non si fosse verificato il commissariamento del municipio di Marina di Campo e la riunificazione delle due municipalità di Rio, rispetto alle ultime amministrative del 2014, anche allora si votò per l’Europa). Tre paesi, dicevamo, su sette hanno rinnovato i propri consigli comunali, l’ultima domenica di maggio. Due invertendo la tendenza, Portoferraio e Marciana, rispetto alla precedente legislatura. Il terzo, Capoliveri, ha scelto la continuità, nel segno però del cambiamento, come gli stessi candidati (e oggi amministratori) hanno continuato a dire durante la campagna elettorale. Ma che sofferenza. C’è voluto il ballottaggio per definire la futura composizione dell’assemblea consiliare, dopo che le urne del 26 maggio avevano decretato perfetta parità fra le due compagini in lotta, quella capeggiata da Andrea Gelsi, “Capoliveri Bene Comune” e l’altra da Walter Montagna, “Competenze e Valori per Capoliveri”. Emergono alcuni dati oggettivi che ci aiutano a farci capire come si stia evolvendo la comunità isolana a livello politico. Innanzitutto la chiara affermazione delle liste civiche o trasversali che dir si voglia, dopo il tramonto dei partiti e delle classiche definizioni politiche rappresentate dalla nomenclatura “Sinistra”, “Centro” e “Destra”. Che ha valore unicamente in chiave ‘amarcord’, nel senso di riferirsi alla provenienza politica dei personaggi che si propongono alla guida del Comune. E, nel stesso tempo, suggeriscono facili indicazioni ai vetero elettori, abituati a imprimere il segno sui simboli di partito. Per cui, in virtù di questo, possiamo dire che a Portoferraio e a Marciana abbiamo assistito a un cambiamento di rotta, grazie alle proclamazioni di Angelo Zini nel capoluogo elbano e Simone Barbi in quel di Marciana, sia l’uno sia l’altro ascrivibili all’aria Pd, mentre a Capoliveri la lotta è divenuta più serrata, fino ad assistere alla fine del ballottaggio il 9 giugno con la proclamazione a sindaco di Gelsi, che ha prevalso su Montagna per un pugno di voti (21 schede a favore del primo). Bandiere di partito non esistono più. Ma uomini di varia provenienza ed estrazione politica che si riconoscono però in un determinato programma. Lo sottoscrivono. E sono decisi a realizzarlo con impegno per la loro comunità. E’ quanto ci sembra di notare da questa verdetto elettorale. Che ha delle similarità con quello del 2014. All’epoca, Matteo Renzi (Pd) stravinse alle Europee. Tutti si aspettavano che la tendenza si ripetesse anche alle Amministrative. Invece non fu così. In quattro comuni su cinque si affermarono sindaci di Destra. A ruoli invertiti, in queste elezioni 2019, la Lega ha fatto man bassa di voti nelle Europee. Si è affermata in ognuno dei tre paesi isolani in cui si votava (e spesso anche con percentuali altissime), facendo divenire l’Isola una roccaforte per Matteo Salvini. Tutti si attendevano una proclamazione di liste simpatizzanti con questo orientamento. Invece no. Ecco che invece spuntano dalle urne vincitori Zini e Barbi, premiati dall’elettore per la loro credibilità. Ma vediamo come e da chi sono composti i singoli consigli comunali. E le rispettive deleghe attribuite agli eletti. Portoferraio, gruppo di maggioranza "Cosmopoli Rinasce". Gli eletti: Massimo Scelza, Chiara Marotti, Nadia Mazzei, Delia Scotto, Alessia Bicecci, Andrea Fratti, Giuseppe Massimo Battaglini, Idilio Pisani, Luca Baldi, Carla Mibelli e Marino Garfagnoli. La minoranza è composta da Simone Meloni, Vincenzo Fornino e Federica Cetica per il gruppo "Meloni sindaco". Da Paolo Di Tursi per il gruppo "Forza del fare" e Luigi Lanera per il gruppo "Lanera sindaco". Delia Scotto è stata eletta presidente del Consiglio comunale e vicepresidente, proposta unitariamente dalle minoranze, Federica Cetica. La nuova giunta comunale vede con la delega al Bilancio e le Politiche territoriali il sindaco Angelo Zini. Luca Baldi, vicesindaco e assessore a Sanità, Politiche sociali, Politiche dello Sport, Commercio e attività produttive e Sviluppo economico. Nadia Mazzei, assessore a Turismo, Cultura ed eventi, Politiche Giovanili. Idilio Pisani, assessore a Urbanistica, Ambiente e paesaggio, Ciclo dei rifiuti, Gestione risorsa idrica, Trasporti, Società partecipate. Chiara Marotti, assessore a Istruzione, Scuola, Formazione, Lavoro, Politiche scolastiche e dell'inclusione. Leo Lupi, assessore esterno a Lavori pubblici, Demanio e patrimonio, Piano del decoro, Piano del verde, Mobilità e traffico. Questa la giunta di Capoliveri. Ruggero Barbetti, vice sindaco e assessore ai Rapporti con le Istituzioni, Politiche del Turismo, Sanità Elba, Politiche della Protezione e Tutela dei Diritti degli animali, Realizzazione Canile e Gattile, Decoro del Territorio, Politiche di Sviluppo e messa in sicurezza della Baia di Mola e Margidore. Claudio Della Lucia, assessore: coordinatore Gestione Associata Turismo, Attività Culturali, Politiche Comprensoriali, Rapporti Istituzionali, Politiche di Pareti. Lorenzo Cuneo, assessore: Politiche dello Sviluppo edilizio sostenibile e ecocompatibile, Politiche del Centro storico, Politiche della Scuola, Politiche della Famiglia e del Sociale. Daniela Sapere, assessore: Pari Opportunità, Politiche degli Spettacoli e delle Manifestazioni, Politiche dell’Associazionismo, Politiche dello Sport, Politiche dell’Accoglienza dei Nuovi Residenti. Antonello Colombi, presidente del Consiglio: Politiche della Sicurezza, Politiche della Viabilità e del Sistema dei Parcheggi, Risorse Umane, Politiche di Madonna delle Grazie, Peducelli, Morcone e Naregno. La minoranza sarà composta da Walter Montagna, Leonardo Cardelli, Gianluca Carmani e Daniele Luperini. A Marciana è stato eletto sindaco Simone Barbi della lista "Per creare il futuro". Insieme con lui Michele Ciangherotti, Susanna Berti, Fortunato e Maurizio Mazzei, Giovanni Vai, Giada e Nives Anselmi. La minoranza è rappresentata invece da Anna Bulgaresi, Daniel Giacomelli e Cristiano Ricci (lista "Dal risanamento allo sviluppo"). Le deleghe sono state affidate a Susanna Berti (vicesindaco) che si occuperà anche di cultura, sociale, ambiente e territorio. All'assessore Giovanni Vai invece le competenze su urbanistica e lavori pubblici. Al consigliere Michele Ciangherotti sport e politiche giovanili, Nives Anselmi turismo. A Giada Anselmi competenze sulle manifestazioni e sui rapporti con le associazioni. A Maurizio Mazzei è andata la delega al commercio, mentre a Fortunato Mazzei la competenza su trasporti e mobilità. Ma è avvenuto nella prima convocazione del nuovo consiglio che è scoppiato il caso d’incandidabilità e incompatibilità di alcuni consiglieri. Interessati Fortunato Mazzei e Giovanni Vai. Il primo risulterebbe condannato (da consigliere) dalla Corte dei Conti per un danno erariale legato a una causa tra il Comune e la comandante della polizia municipale, nonché debitore nei confronti del Comune per dei tributi non versati. Il secondo perché, da presidente del consorzio degli Albergatori di Sant'Andrea, avrebbe ottenuto una concessione demaniale dal Comune. La maggioranza da parte sua ha accusato la minoranza al completo dall'ex sindaco Bulgaresi, all'ex vicesindaco Daniel Giacomelli fino a Cristiano Ricci. Tutti condannati dalla Corte dei Conti per la stessa vecchia causa con la comandante della polizia municipale. La sentenza non sarebbe però definitiva. Il quadro è destinato a chiarirsi nelle prossime settimane. Questi, comunque, saranno gli amministratori che governeranno Portoferraio, Capoliveri e Marcia per cinque anni. Sul tavolo i problemi di sempre: dalla sanità ai trasporti, dalla casa al lavoro, dall’approvvigionamento idrico allo sviluppo delle attività imprenditoriali e al potenziamento dell’economia locale. Su tutti però svetta il tema dei temi, la lotta alla plastica che si trascina dietro la cura dell’ambiente. Come sostengono le nuove generazioni.