Un'estate, quella del 2020, all'insegna dei giovani. Mai così numerosi all'Elba, se si considerano gli ultimi anni. Effetto, dicono alcuni operatori turistici, delle norme che hanno soppresso o contenuto viaggi all'estero. Ma dopo mesi di lockdown, in tanti (nella maggior parte ragazzi) non hanno saputo rinunciare alle vacanze in riva al mare elbano. Si è trattato, è vero, di soggiorni della porta accanto, su un'isola facile da raggiungere. Anche in scooter. «Abbiamo lavorato sodo - esordisce Adamo Spinetti, titolare del Convio di Cavoli, uno dei luoghi cult per i giovani che arrivano all'Elba - per raggiungere questi risultati. Non è stato facile. Ma ci siamo impegnati al massimo per garantire divertimento e una giusta atmosfera a tutti i nostri giovani, nel rispetto delle norme governative».«Non abbiamo fatto mancare la musica sulla spiaggia - continua - grazie alla collaborazione di diversi dj nostri amici che ci hanno fornito il materiale. Tutti i giorni e tutte le sere prepariamo con i nostri chef gli apericena che sono molto apprezzati. Continueremo a farlo per tutta la stagione e per la risposta che abbiamo la cosa è molto gradita. Spiaggia, mare e musica moderna sono questi i nostri principali ingredienti. Da quando è iniziata la fase 2 della pandemia mi sono arrovellato il cervello per offrire degli eventi che fossero all'altezza del nostro target del Convio. Non ci dormivo neppure la notte. Ma alla fine il nostro impegno è stato premiato e abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissi. Forse anche andando oltre. Adesso stiamo programmando la prossima stagione. Siamo in contatto con i dj nazionali, con i responsabili delle trasmissioni di musica di Rai2 e radio 105. Il fine è di programmare eventi futuri che siano di gradimento ai giovani che decideranno di ripetere il prossimo anno l'esperienza che hanno goduto quest'estate. Mi sia infine consentito di ringraziare pubblicamente l'amministrazione comunale e le forze dell'ordine sempre presenti e sensibili ai bisogni del territorio».Spinetti ha intuito che questa marea di ragazzi dovrà essere pilotata e incoraggiata a scendere sull'Isola anche per l'avvenire. «Mi pare chiaro - aggiunge Nadia Mazzei, assessora al turismo di Portoferraio - che bisogna creare eventi non solo per conoscere le nostre ricchezze naturalistiche, l'atmosfera unica di piazzette e vicoli pittoreschi, ma anche quelle culturali. Il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte giunge a proposito per la prossima stagione. Oltre allo sport che può costituire un'ottima attrattiva per i ragazzi». Anche Massimo De Ferrari, presidente degli albergatori, la pensa allo stesso modo. «Bisognerebbe prevedere - dice - strutture sportive sull'esempio di Forte dei Marmi, come palestre e campi da gioco. Poi bar dove si possa ascoltare della buona musica. Infine piste di go-kart, di pattinaggio e quant'altro. Tutti luoghi destinati a loro». I ragazzi, dunque. In giro per l'Italia viene scaricata su di loro la responsabilità dei nuovi contagi. All'Elba, invece, i giovani - che non si vedevano da tanto tempo - hanno vivacizzato inaspettatamente la stagione turistica nell'anno del Covid. «Ci auguriamo - conclude Gabriele Rotellini, titolare del campeggio 'Valle Santa Maria' di Lacona - che i ragazzi conservino un buon ricordo di quest'estate così travagliata passata da noi. E quando saranno più grandi, decidano di venire in campeggio a Lacona con la famiglia, visto che la nostra struttura lavora con nuclei familiari».
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venerdì 28 agosto 2020
venerdì 21 agosto 2020
Una balena azzurra in mostra alle Galeazze
venerdì 7 agosto 2020
Greenpeace Italia difende il Mediterraneo
Si è conclusa la spedizione "Difendiamo il mare" di Greenpeace Italia. La barca Bamboo della Fondazione Exodus di don Mazzi, partita il 16 luglio da Porto Santo Stefano, è rientrata all'isola dell'Elba con a bordo i ricercatori dell'Istituto Tethys impegnati con Greenpeace in attività di monitoraggio dei cetacei tra Mar Ligure, nord della Corsica e Isola d'Elba. L'area del Santuario dei Cetacei si conferma di valore unico per i cetacei del Mediterraneo. Durante i cinque giorni di monitoraggio con il supporto scientifico dell'Istituto Tethys, sono stati osservati 128 animali appartenenti a quattro specie diverse: balenottera comune, tursiope, stenella striata e grampo. L'impatto delle attività umane è però evidente: durante gli avvistamenti sia di tursiopi, sia di balenottere comuni sono stati studiati, tramite foto identificazione, individui con pinne dorsali amputate a causa dell'interazione con attività umane, probabilmente pesca o imbarcazioni. Nell'area è stato osservato un elevato traffico marittimo e la costante presenza di plastica in mare. Dieci gli avvistamenti di stenelle, piccoli delfini pelagici, osservati in gruppi con una media di circa dieci esemplari; tre gli avvistamenti di tursiopi, delfini con abitudine più costiere, osservati in gruppi fino a 25 individui; in entrambe le specie è stata osservata la presenza di piccoli tra cui due nati da poche settimane. Di particolare interesse scientifico l'avvistamento di grampi, specie stabilmente presente per 25 anni nella zona occidentale del Santuario e per la quale si è osservato un drammatico declino negli ultimi 6 anni, e di un gruppo di tre balenottere comuni, il secondo animale più grande al mondo, che qui migra in estate per alimentarsi. Si stima ne siano rimasti solo tremila esemplari in tutto il bacino del Mediterraneo. "Il nostro mare e i suoi abitanti - dice Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace - ci stanno chiaramente mandando una richiesta di aiuto. Per proteggerli vanno definite norme precise per fermare le attività umane più dannose, a cominciare dall'inquinamento da plastica, vanno aumentati i controlli e istituite nuove aree marine protette. Se l'Italia è seria rispetto all'impegno a livello internazionale di proteggere entro il 2030 il 30 per cento dei nostri mari inizi dal Santuario sviluppando precise misure di tutela e non lasci che questo parco esista solo sulla carta". “Il Santuario dei cetacei – conclude Marina Costa del Tethys - è un'area di cruciale importanza per la sopravvivenza di balene e delfini del Mediterraneo. Purtroppo, nonostante sia un'area protetta, la pressione dovuta alle attività umane è fortissima. In questo contesto, la ricerca a lungo termine è fondamentale per capire lo stato di conservazione dei cetacei e la risposta ai cambiamenti ambientali e antropici al fine di sviluppare misure di tutela che mitighino l'impatto delle attività che più minacciano questi animali, come il sovrasfruttamento della risorsa ittica, l'intenso traffico marittimo, le collisioni con le grandi imbarcazioni, le catture accidentali nelle reti, l'inquinamento".
venerdì 31 luglio 2020
Si gira in Città "Un'estate all'Elba"
Ciak, si gira in Darsena medicea. Il motore della cinepresa è cominciato a funzionare attorno alle 10,45 di ieri, esattamente al molo Elba, di fronte a Porta a Mare. Sono le prime riprese cinematografiche di "Un'estate all'Isola d'Elba", il telefilm per la televisione tedesca Zdf che saranno trasmesse in Germania nel gennaio/febbraio 2021. La troupe si è fermata al molo Elba, proprio nel punto in cui furono registrate, nel settembre 1997, alcune scene dello sceneggiato televisivo per Rai2 "Il primo cittadino" (settembre 1997) con Tullio Solenghi. E quando il regista diceva «action» la città si doveva fermare. Però contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si è verificato quel disagio che comporta l'interruzione della circolazione nell'unico accesso alla Città Loreno-medicea. La fila di macchine che si formava in Darsena durava non oltre uno minuto.Merito anche degli addetti della 'Viola film' di Roma presso la quale il cast tedesco si era appoggiato per scegliere le location e gestire le fasi preparatorie delle scene previste dal copione. E non sono mancati anche i curiosi che hanno voluto riprendere alcuni momenti di posa di attori e comparse. «È una festa di colori - ha commentato Edoardo Corsi, che gestisce con il padre il ristorante "Garibaldino" che si affaccia proprio in calata - Ma anche allo stesso tempo un movimento di persone che fa vivere il nostro centro storico». Anche Antonio Zurlo, barman dello storico bar Roma di piazza Cavour la pensa alla stessa maniera: «In fin dei conti - ha commentato - si tratta soltanto di alcuni giorni e poi tutto torna alla normalità. L'importante è farsi conoscere nel continente europeo nei paesi di lingua tedesca».Dopo una ventina di minuti durante i quali è stato occupato il molo Elba, lo staff si è spostato in piazza Cavour, all'inizio di via Cavalieri di Vittorio Veneto. Daniele Sandolo, titolare del negozio 'Punto e virgola' si è affacciato sulla soglia della bottega per assistere a questo spettacolo. «È un evento - ha ammesso - che depone a favore della nostra città, sperando in una sua rinascita. Ma poteva essere prevista una cosa del genere in bassa stagione e non ora».«In verità - ha puntualizzato Claudio Della Lucia responsabile della Gat a cui la Viola film si era appoggiata - il periodo delle registrazione era previsto per aprile/maggio. Tutto sarebbe andato nel verso giusto se non ci fosse stato il Covid-19 che ha sconvolto i piani. Comunque sia, questa è la prima produzione cinematografica che riparte dopo le norme delle fine di giugno di quest'anno. E' circa un anno che lavoriamo al progetto. Abbiamo fornito le guide per accompagnare gli scenografi a scegliere le location. Ora stiamo supportando l'organizzazione e la logistica».«Questa poteva trasformarsi in un'occasione assai appetibile per la nostra amministrazione comunale - ha aggiunto Sandolo - per abbellire il nostro centro storico. Bisogna renderlo appetibile per richiamare turisti e trasformarlo in una chicca, sia dal punto di vista del decoro urbano, sia per le condizioni generali in cui versano alcune vie interne. Senza poi far riferimento al pendolino Chicchero da San Giovanni in Darsena, sempre sbandierato dagli amministratori e mai decollato come tutti si sarebbero aspettato. Se la Città medicea, nell'immaginario collettivo, rappresenta questo richiamo, abbelliamola ancora - conclude - e salviamola dal degrado».Oggi la troupe si sposterà al centro De Laugier e in Salita Napoleone; per passare poi alla villa de' Mulini -
lunedì 27 luglio 2020
Un impainto termale a Cavo
Da oggi gli uffici comunali potranno redigere il bando per la concessione dell'uso delle acque termali di Cavo, grazie all'adozione della variante urbanistica votata, ieri pomeriggio, dalla maggioranza e dal consigliere di ViviRio(i due consiglieri di Terra Nostra hanno votato contro). La localizzazione delle strutture è compresa tra Le Paffe e San Bennato, a Cavo. Lo ha annunciato lo stesso sindaco Marco Corsini durante i lavori della seduta, aggiungendo che la giunta è disponibile ad accogliere eventuali proposte alternative all'individuazione del sito dove dovrebbe andare a sorgere la struttura termale.«È da tanto tempo - ha aggiunto il primo cittadino - che si parla di terme a Cavo. L'attesa è diventata messianica per un territorio da una parte compresso dal Pit e dall'altra dal parco nazionale. In tutto questo periodo si sono avvicendate ipotesi le più fantasiose come quella di realizzare un centro termale a Cala Seregola, solo da poco tempo è passato al Comune. Noi invece siamo dell'opinione che il centro debba essere realizzato a Cavo, come abbiamo scritto nel nostro programma elettorale. E pensare invece per Cala Seregola un opportuno piano di sviluppo e riutilizzazione delle volumetrie esistenti».Corsini è passato poi a illustrare il piano strategico che riguarda questa importante frazione balneare del Comune di Rio. «Per la prima volta rispetto al passato - ha aggiunto - disponiamo di un disegno generale di previsione urbanistica sul nostro territorio. Per la prima volta c'è un investitore privato disposto a mettere in campo ingenti risorse (si parla di cifre superiori a dieci milioni di euro) che ci appare motivato e professionalmente competente per realizzare infrastrutture che l'ente pubblico non è in grado di portare a termine».Ci sarebbero anche ricadute in termini occupazionali. Corsini cita dati che prevederebbero una presenza annuale di ospiti a Cavo di 30mila unità e in termini occupazionali da 50 a 120 addetti fissi. «Il percorso amministrativo che sarà avviato dopo l'approvazione della variante semplificata al Piano Strutturale e al regolamento urbanistico - ha proseguito il sindaco - sarà lungo e impegnativo, con negoziazioni con la Regione. La presenza di una struttura termale in questo quadrante del territorio insulare - ha concluso Corsini - sarà vitale non solo per la frazione di Cavo che rappresenta il punto dell'isola più vicino al continente, ma anche per tutta l'Elba».Al momento della votazione dei consiglieri si è resa necessaria la sospensione della seduta per un chiarimento delle procedure da rispettare tra il presidente del consiglio comunale Mattia Gemelli e il segretario a scavalco Rossano Mancusi. Al rientro in aula il capogruppo di Terra Nostra Umberto Canovaro ha dichiarato di votare contro, pur giudicando valida la proposta di realizzare il centro termale a Cavo. «Dal nostro punto di vista - ha concluso - l'amministrazione è partita con il piede sbagliato. Il nostro parere negativo è solo nel merito, ritenendo che si poteva impostare il piano in maniera diversa».
venerdì 24 luglio 2020
Lisa Paolini, un anno dopo l'esplosione della villa per fuga di gas
23 luglio 2019, ore 4,45. Una forte esplosione squarcia il silenzio della notte; più forte del boato che fanno gli aerei supersonici che passano sopra Sant'Ilario, abbattendo il muro del suono. Pochiistanti e una fiammata le avvolge il corpo. Lo spostamento d'aria la fa volare fuori. Per Lisa Paolini (47 anni) il tempo si è fermato a quei tragici momenti. Lo zio, Silvano Pescatori (68 anni) e sua moglie, Grazia Mariconda (76 anni) muoiono sul colpo. Il padre, Alberto Paolini (76 anni) è in gravissime condizioni. Morirà poco tempo dopo all'ospedale Cisanello di Pisa dove era stato trasferito con l'elisoccorso. Sarà la terza vittima dell'esplosione della palazzina di via De Nicola, in quella tragica alba di un anno fa. Siamo alla Consumella alta. Zona residenziale e particolarmente ambita. Abbastanza decentrata. Silenziosa, luogo ideale per trascorrervi le ferie. Come lo era per la coppia Pescatori, residente a Livorno. Ma che con l'Elba non aveva mai spezzato il cordone affettivo, scegliendo proprio questo luogo per trasformarlo in residenza estiva. Ai loro occhi rappresentava il buen retiro. Si è invece trasformato in trappola mortale. Non te lo aspetti proprio da questo mucchio di villette, così ben disposte su una collina da cui si gode lo splendido golfo di Portoferraio. Un piccolo paradiso squarciato dall'esplosione di quel 23 luglio. In una frazione di secondi trasformato in un inferno.Anche Lisa Paolini era rientrata dal continente (dove lavorava) a Portoferraio, (luogo di residenza dei genitori Alberto e Silvia Paolini), per un periodo di ferie. Voleva stare con la figlia Pamela (11 anni). «Per fortuna - ha raccontato al Tirreno - quella sera ha preferito restare in casa del babbo, visti che siamo separati. È stata la sua fortuna». E l'ex marito di Lisa, quella fatidica sera, era di servizio al Distretto dei vigili del fuoco. Sarà lui, insieme con la squadra elbana, a precipitarsi nel luogo appena successa la tragedia.«Di quella sera ho nella mente pochissime immagini - continua Lisa - ma indelebili. Io urlavo e penso che mio padre che era fino a quel momento cosciente abbia sentito la mia voce. Chiamava in continuazione la mamma, che invece non rispondeva» Poi il dolore su tutto il corpo (aveva bruciature di terzo/quattro grado). Infine il black out. Sprofonda in coma, e ci resterà per oltre 40 giorni. Al risveglio qualcuno le dà la notizia che suo padre non ce l'ha fatta. La madre invece sì, per fortuna. Si appoggia adesso a lei, in tutto e per tutto, essendo riconosciuta invalida al cento per cento. Che significa una invalidità permanente per il lavoro. Da quando si è svegliata in poi ha dovuto rimparare tutto. Dall'uso della parola, ai movimento di corpo, a camminare. Ha dovuto ricostruire le sue capacità cognitive. Ma rimane nella sua coscienza un buco nero.«Mi mancano due mesi di vita. E poi - continua Lisa - causa Covid non ho rimosso l'evento. Nella mia testa ci sono ancora quelle tragiche scene». Siamo ritornati alla Consumella. Tutto è rimasto come allora, considerando che la zona è rimasta sequestrata fino alla fine di giugno. C'è sempre una bicicletta abbandonata e un motorino che nessuno viene a ritirare. Per ora Lisa non parla di ristrutturare. Lo fa invece Anna Rosa Valencich, sua vicina di casa. Che intende ritornare lassù, fra i pini. «Vorrei rivolgere un invito all'amministrazione - dice - per continuare con gli aiuti per gli affitti e per avere tempi burocratici più brevi per le ristrutturazioni edilizie».«Da parte mia - conclude Lisa - vorrei rivolgere a tutta la comunità elbana la mia gratitudine. Ho avvertito l'affetto della gente e ho sentito il grande cuore degli Elbani. Grazie». -
giovedì 23 luglio 2020
L'ex sindaco Ferrari pronto a ritornare alla Biscotteria
Metti un ex sindaco che partecipa al concorso pubblico, a tempo determinato, all'ufficio di dirigenza dell'area 3 "Servizi al territorio" del Comune di Portoferraio e avrai un'idea in quale ambiente si troverà a operare la neo commissione esaminatrice delle domande pervenute all'ufficio protocollo di piazzetta Ageno. Essa sarà composta dal segretario comunale Rossano Mancusi (presidente) che sarà affiancato da Paolo Danti (dirigente del Comune di Cecina, essendo esperto in materia) e dal dirigente di Area Claudia Petti, responsabile del servizio personale, che fungerà anche da segretario verbalizzante. La giunta riconoscerà a Paolo Danti 250 euro per la sua missione; mentre per gli altri due funzionari non è previsto alcun trattamento economico, essendo dipendenti comunali. Ma parlavamo di un ex primo cittadino. Altri non è che Mario Ferrari. L'ex amministratore era uscito, portandosi dietro gli effetti personali, dalla stanza di sindaco del primo piano della Biscotteria appena conosciuto il responso delle urne delle amministrative di fine maggio dell'anno scorso. E oggi si dichiara pronto a rimettersi in gioco. Non si è ancora adattato alla vita di pensionato e l'aria di monte Orello, dove ha l'abitazione, non la reputa ancora consona alla sua situazione. Gli piace ancora la pianura, l'atmosfera degli uffici, degli scaffali pieni di pratiche e il telefono sulla scrivania che squilla in continuazione. Passata la fascia tricolore ad Angelo Zini, non se l'è sentita ancora di ritirarsi, da bravo Cincinnato, nella sua tenuta. Interpellato dal Tirreno se corrispondeva al vero la notizia che circolava nelle stanze dell'amministrazione in merito alla sua partecipazione al concorso pubblico, Ferrari ha confermato di aver spedito la richiesta reputandosi pronto per l'affidamento di un eventuale incarico di dirigenza dell'Area 3. «Mi sento nelle condizioni di ricoprire tale ruolo - spiega l'ex sindaco - E aggiungo, a titolo gratuito. Metto a disposizione dell'ente locale le mie competenze professionali, convinto come sono che si tratterebbe di un notevole risparmio per le casse del nostro municipio, in perfetta sintonia con quanto si legge nella legge Madia». Così Mario Ferrari, dismessi gli abiti dell'amministratore nel rispetto delle norme democratiche, si sente pronto a varcare la soglia della Biscotteria in qualità di dirigente dei servizi del territorio. «Non ho forse i titoli necessari per svolgere le funzioni previste dal bando pubblico - si chiede lo stesso interessato - Non ho forse firmato dal 1985/87 ben 18 varianti allo strumento urbanistico, sempre per il Comune di Portoferraio? » . L'unico scoglio da superare è rappresentato dalla sua condizione di pensionato dell'ente pubblico. «Nel bando - ricorda - non c'è alcun passaggio che faccia riferimento a questo. Per partecipare al concorso bisogna aver ricoperto per almeno cinque anni il ruolo di dirigente. Ne ho fatti ben 36 presso enti pubblici». E invita a controllare il suo "curriculum vitae".