La giunta Zini ha approvato il progetto definitivo che prevede interventi di contrasto dell'erosione costiera nel golfo di Portoferraio. Ultimo atto amministrativo, prima che sia indetto bando di gara per l'esecuzione degli interventi per la cui realizzazione occorre uno stanziamento di quasi un milione di euro (esattamente 927.626 euro). Un iter burocratico impegnativo, iniziato nel 2016, quando l'allora amministrazione incaricò Luciano Fantoni e Mauro Ceccherelli di effettuare su questo tratto di costa un'indagine preliminare. La giunta, allora presieduta dal sindaco Mario Ferrari, era preoccupata per le conseguenze del degrado della fascia costiera comunale causato da fenomeni di dissesto idrogeologico in progressione. I professionisti avevano concluso la relazione dello studio preliminare, suggerendo di impiegare inerti stondati per il ripascimento (ghiaietto di pezzatura variabile, proveniente da cava fluviale o frantumati in mulini a martelli), grossi massi e pennelli (opere di contenimento trasversali). Il tutto era stato riportato nel programma di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico ed erosivo, approvato dalla giunta nel 2016 e trasmesso alla Regione Toscana. Alla fine di dicembre fu approvato con osservazioni dalla conferenza dei servizi. Da questo momento in poi si sono dovuti attendere i pareri della Soprintendenza archeologica, della Regione (settore difesa del suolo e protezione civile, della direzione ambiente e tutela della natura e del mare, dell'Arpat e della Capitaneria). Oggi si può finalmente andare avanti. Ma vediamo come si opererà secondo il progetto definitivo. Esso interverrà sulla costa bassa del golfo di Portoferraio. La quale è a elevata valenza storica e ambientale, sede di spiagge con vocazione turistico-balneare. «È soggetta - si legge nella relazione - a un drammatico arretramento, con un impatto fortemente negativo sull'ambiente costiero e sulle infrastrutture ed insediamenti che su di essa hanno sede (con due episodi di crolli rovinosi di muri storici nel biennio 2017-19)». Il progetto riguarda «la ricostituzione, il riequilibrio e la stabilizzazione della parte meridionale della costa che si affaccia sulla rada di Portoferraio, in stato di forte degrado, dovuto principalmente all'arretramento della linea di riva a causa dell'erosione costiera e delle modificazioni». Come si interverrà? Ai Magazzini, fra la spiaggia e l'approdo nautico, saranno installati pennelli realizzati in massi naturali, radicati a terra nella parte alta della spiaggia ed estesi in mare non per tutta la larghezza della spiaggia. Alla foce del fosso di Val di Piano è previsto un pennello trasversale di contrasto delle correnti longitudinali. Il tratto di spiaggia che costeggia il muro compreso tra la tenuta La Chiusa e l'hotel Fabricia si parla di una barriera radente in massi naturali. All'approdo di San Giovanni è previsto il rinforzo del pennello/molo esistente, con rifioritura della scogliera che lo costituisce con massi naturali. Dal moletto di San Giovanni alla foce del fosso del Bucine sarà versato ghiaietto da frantumazione di sasso di cava. Come pure fra la foce del Bucine e il podere San Marco. Nel tratto di raccordo con la spiaggetta dove insiste un modesto pennello sarà consolidato e migliorato ai fini del diportismo e della stabilità della spiaggetta. Perché questo intervento? Per una serie di motivi, quali la valorizzazione paesaggistica, la valorizzazione culturale e la mobilità eco-sostenibile, come la ricostruzione del Cammino della Rada, il percorso pedonale che partendo dal porto mediceo raggiunge il Castello del Volterraio.
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giovedì 28 gennaio 2021
sabato 23 gennaio 2021
Don Renzi è guarito e ritorna in parrocchia
Viaggio all'inferno con ritorno. «Ma non sono però completamente fuori. Mi trovo precisamente in mezzo al guado. Ma molto è stato fatto e superato con l'aiuto di Dio». Don Mauro Renzi, sacerdote nella parrocchia di San Gaetano a Marina di Campo, lo scorso dicembre è stato duramente colpito dal Covid-19. Non solo lui, in verità. Sono infatti risultati positivi tutti i componenti della sua famiglia, compreso anche il suo aiutante, Giovanni, che lo assiste nei servizi religiosi. Il parroco ha vissuto momenti drammatici, proprio nei giorni in cui Campo nell'Elba è stata alc centro di un focolaio. La madre del sacerdote, Maria, è morta nello stesso reparto di Cecina in cui era stato ricoverato lui. È andata meglio al padre, invalido al cento per cento, che è però ora è negativo ed è stato sistemato in una Rsa in provincia di Pisa. «Anche se lo volessi - dice ancora don Mauro - non ci riuscirei ad accudirlo. Sono ancora troppo debole». Da quando è risultato positivo al Covid ha perso più di 12 chili. A stento riesce a cavarsela nei bisogni personali. Però ogni pomeriggio, attorno alle 16,30, è nel suo studiolo da dove celebra messa e la trasmette dalla sua pagina Facebook. Recita le preghiere stando a sedere. La parrocchia è affidata alle cure di don Francesco Guarguaglini e padre Sabu Konath. «Non ce la farei a stare tutto il tempo in piedi», ammette don Mauro. Sono i postumi di questo virus così subdolo, così ambiguo che ti fa credere di poter fare le cose che facevi prima di averlo contratto e invece scava dentro il fisico, debilitandolo, deperendolo fino allo sfinimento. «La mia fortuna - continua il sacerdote - è stata nell'essermi imbattuto fin dai primi sintomi della malattia in persone molto esperte e competenti, a partire dal nostro medico di base per finire con i dottori dell'Usca». Ricoverato all'ospedale di Portoferraio, gli è stata praticata la Tac che purtroppo ha dato il responso di un'importante infezione ai polmoni. Trasferito a Cecina, è giunto nel reparto di notte. «Mi hanno cominciato a fare tutte le analisi del caso. Hanno visto quanto ossigeno avevo nel sangue e hanno deciso di iniziare le terapie previste». Nello stesso reparto però spostata in un'altra stanza era stata ricoverata la madre. «Ero immobilizzato al letto, con le bombole d'ossigeno attaccate alla mascherina. Ho chiesto al dottore di portare la benedizione a mia madre. E così è stato fatto». Pochi giorni dopo gli è stato comunicato che la donna non ce l'aveva fatta ed era volata in cielo. «Per Natale, gli stessi pazienti mi avevano chiesto se dicevo messa. Ma non riuscivo neanche a parlare, però ero perfettamente cosciente. Avevo sul mio cellulare un app del convento benedettino di Sainte-Marie de la Pierre in Borgogna: qui ci sono i canti gregoriani così abbiamo festeggiato la ricorrenza del Natale in questo modo. Il mio compagno di letto mi chiedeva di pregare con lui; il Padre Nostro lo conosceva, l'Ave Maria invece no». Dopo esattamente un mese don Mauro è stato dimesso. «I polmoni adesso funzionano benissimo. Il cuore invece ha cominciato a fare le bizze. Devo essere grato a tutto il personale medico. Facevano di tutto per non farci cadere nella depressione, dicendoci che presto saremo tornati a casa. Ho visto Dio nei loro volti, in quelli di medici e infermieri, nel viso di mia madre, di tutte le persone che si sono prodigate per me e per gli altri. Come ero trattato io allo stesso modo anche gli altri pazienti». Poi arriva finalmente il giorno. Lo annuncia lui stesso dalla pagina Fb. «Cari amici sto rientrando a casa a Marina di Campo. Grazie per le vostre preghiere, ma continuiamo questo virus è subdolo e con nulla ti colpisce, preghiamo per gli ammalati e invochiamo la grazia dello Spirito di Sapienza su tutto il personale sanitario e sui ricercatori».«Grazie di tutto cuore a tutti, dormire nel proprio letto avvolto di silenzio è meraviglioso. Ora inizia la convalescenza che non sarà breve». I volontari gli lasciano fuori della porta la spesa e tutto ciò di cui ha bisogno. «Non è finita - conclude - Ora devo tenere sotto controllo il cuore».
sabato 16 gennaio 2021
E' morto Giancarlo Pacini, fu tra i primi albergatori elbani
È morto,
nella sua casa di piazza Cavour, Giancarlo Pacini (93 anni), confortato dai figli Filippo e Cecilia, insieme con altri più stretti familiari. Geometra e poi fra i primi albergatori è stato fra i fondatori della medesima associazione, quando il turismo sulla maggiore isola della Toscana era agli albori. Figura anche fra i costituenti dell’associazione Geometri Elbani. Si fondò nel 1978 con lo scopo di sopperire alla distanza oggettiva che c’è tra l’Isola d’Elba e la sede del Collegio provinciale dei Geometri avente sede a Livorno. Lo spirito, che da allora non è cambiato, era quello di tenere uniti i tecnici elbani in uno stabile gruppo di categoria, creando un momento di aggregazione che aiutasse a mettere insieme problemi e soluzioni comuni a tutti e, soprattutto, dando origine a una “grande famiglia” capace di collaborazione collettiva e aiuto reciproco. Ma è soprattutto nel settore del turismo che Pacini si è particolarmente distinto, avendo intuito, appena usciti dalla seconda guerra mondiale, le potenzialità da sviluppare all’Elba in merito all’industria vacanziera, dopo che l’esperienza siderurgica si era così drammaticamente conclusa e seguita anche dall’industria cementiera. “Dobbiamo tanto a Giancarlo Pacini – ha detto il presidente degli albergatori elbano Massimo De Ferrari – Fu lui, insieme con mio padre a fondare il sodalizio. Quando diresse lui la nostra associazione stavamo attraversando un momento molto delicato per problemi interni ed esterni. Lui ha avuto il grande merito di tenere unita l’associazione e portarla ai traguardi che oggi si possono ammirare”. Tutte le cariche all’interno dell’0rganizzazione di Calata Italia, Giancarlo Pacini le ha ricoperte, partendo da presidente degli albergatori per due lustri, poi da presidente del consorzio albergatori e quindi del consorzio garanzia Fidi. Ma è stato anche presidente nazionale dei Probiviri. Dal 2015, in coincidenza con una salute malferma, aveva declinato ogni incarico. I funerali – come annunciano i figli Filippo e Cecilia, presidente di Italia nostra arcipelago toscano – si svolgeranno stamani in forma strettamente familiare in rispetto alle norme anticovid19.
lunedì 14 dicembre 2020
Terna Rete Italia raddoppia i cavi elettrici sottomarini con l'Elba
I termini, per presentare le osservazioni alla realizzazione del raddoppio del collegamento elettrico tramite cavo sottomarino tra continente e isola d’Elba di Terna Rete Italia spa, sono scaduti. Un passo in avanti, perché si dia inizio ai lavori dell’elettrodotto e migliorare di conseguenza il rifornimento dell’energia elettrica con la maggiore isola della Toscana. Non è esclusa l’ipotesi che si possa arrivare all’attribuzione dell’appalto fin dalle prime settimane del 2021, dopo che sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea è stato pubblicato, i primi di dicembre, l’avviso di gara. I cui termini di presentazione delle offerte è fissato al 7 gennaio 2021. Tutto si sta svolgendo nel pieno rispetto del cronoprogramma. Si sta parlando della messa in opera del collegamento in cavo sottomarino e terrestre di 132 chilovolt Hvac "Elba-Continente", secondo quanto prevede il Piano di Sviluppo connesso a un programma europeo che prende in considerazione il raddoppio delle linee elettriche di collegamento con l’isola d’Elba. Costo totale stimato dell'appalto (Iva esclusa) è pari a settantasette milioni e 52.621,05 euro, finanziato con fondi dell'Unione europea. A monte dell’intera operazione c’era stata l’autorizzazione unica rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico, insieme con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Naturalmente con il benestare della Regione Toscana. Da quale esigenza nasce il piano dell’opera? “Per garantire – si legge nella redazione tecnica inviata ai Ministeri - l’esercizio in sicurezza sia dell’isola d’Elba, sia dell’area di Piombino”. Il carico dell’Elba (prossimo ai 40 Mw nei mesi estivi) non è sempre alimentato in condizioni di piena affidabilità in quanto, in caso di indisponibilità dell’unico collegamento a 132 kv “Piombino, Tolla Alta, Cala Telegrafo, San Giuseppe”, gli esistenti cavi in Mt di collegamento con il continente e la centrale Turbogas di Portoferraio non riescono a far fronte all’intera potenza necessaria nelle condizioni di punta. Un esempio è stato di recente un blackout registrato in una delle estati scorse quando mezza Elba, d’estate, rimase per un guasto tecnico senza energia elettrica. “Da qui la necessità – si legge sempre nella relazione - di realizzare un secondo collegamento a 132 kv ‘Isola d’Elba–Continente’, anch’esso in gran parte in cavo sottomarino tripolare, che connetterà la stazione elettrica 132 kv “Colmata” con l’impianto di Portoferraio”. A titolo di cronaca l'elettrodotto che unisce le cabine primarie di Portoferraio sull’Elba e di “Colmata” sul continente, completamente in cavo, ha una lunghezza complessiva di circa 34,6 chilometri, di cui 3,3 chilometri in cavo interrato e 31,3 in cavo sottomarino. L'elettrodotto interrato che unisce le cabine primarie del Volterraio con quelle di Portoferraio, ricadente quasi completamente su strade comunali, “Per quanto attiene il tratto terrestre elbano – conclude la relazione - è lungo complessivamente circa 3,3 chilometri. Sono rispettate le distanze di sicurezza ai sensi delle norme vigenti”.
sabato 28 novembre 2020
Portoferraio, una sinergia fra Comune di Rio, parco nazionale e parco minerario
Una sinergia fra enti e istituzioni locali per tutelare e promuovere il patrimonio geologico e geominerario della maggiore isola della Toscana. La prossima sfida, post Covid19, degli anni Venti del Duemila si giocherà, dunque, sul terreno del geoturismo. Almeno sul versante orientale dell’Elba. Non è escluso che l’iniziativa si estenda anche ad altri Comuni, come Capoliveri. È sotto questa aspetto che va inquadrato il patto sottoscritto da Marco Corsini (Comune di Rio), Giampiero Sammuri (parco nazionale dell’arcipelago toscano) e Icilio Disperati (parco minerario) per tutelare il patrimonio geologico e geominerario e promuovere il geoturismo. Il primo passo è stato compiuto, grazie all’approvazione dell’accordo da parte del Consiglio dell'ente parco nell’ultima sezione dei lavori. “Si tratta di un'intesa – si legge nella nota diramata dal parco - che promuove attività coordinate in diversi campi di azione: dalla manutenzione e riqualificazione della rete sentieristica in termini di fruizione integrata con le diverse eccellenze presenti nel territorio riese all'allestimento e promozione di percorsi tematici finalizzati a promuovere il geoturismo e la fruizione del patrimonio geologico e geominerario nel comprensorio riese”. La collaborazione si allargherà anche a proposte di attività didattiche e divulgative presso il museo civico archeologico di Rio nell'Elba, all'implementazione degli allestimenti e delle attività divulgative offerte presso il museo minerario di Rio Marina, ma anche a nuove attività di fruizione dei siti di interesse geologico e geominerario all'interno del parco minerario a Rio Marina. L'obiettivo comune è quello di promuovere forme innovative di geoturismo che vadano a integrare la fruizione sostenibile e durevole del patrimonio naturalistico, geologico e geominerario con le diverse valenze storico-culturali presente nel territorio di Rio. Tali azioni verranno svolte anche attraverso la salvaguardia e la valorizzazione delle testimonianze materiali e immateriali direttamente o indirettamente collegate alle peculiarità geologiche e geominerarie del comprensorio. Il Comune e il parco minerario si impegnano, altresì, a supportare il Pnat nella fase di candidatura per il riconoscimento dell'arcipelago toscano nella prestigiosa lista degli Unesco Global Geoparks, eccellenze mondiali nel campo del geoturismo. Mentre il parco nazionale fornirà un sostegno ai progetti e alle azioni condotte dal Comune nel campo della riqualificazione di edifici storici connessi al patrimonio geominerario e nel campo della mobilità sostenibile, funzionale alla fruizione turistica del comprensorio. "Il parco nazionale – dice il presidente Giampiero Sammuri - considera la tutela, la valorizzazione e la promozione della geodiversità dell'arcipelago e lo sviluppo delle conoscenze del patrimonio geologico e del patrimonio geominerario una strategia primaria nell'ambito delle proprie finalità istituzionali”. "L'esistenza – continua Sammuri - di un vasto distretto minerario, oggi da considerarsi patrimonio di archeologia industriale, nella porzione nord-orientale fa dell'Elba un territorio privilegiato per la realizzazione di politiche di geoconservazione e di promozione del turismo outdoor con particolare riferimento al geoturismo, in connessione con gli aspetti storico-culturali di cui la stessa area è ricca, che, sono certo, favorirà lo sviluppo locale. Capoliveri – conclude - potrebbe essere il passo successivo con i suoi straordinari siti minerari del Ginevro e quella che è stata la galleria di magnetite più grande e produttiva d'Europa".
martedì 24 novembre 2020
Capoliveri, intervista a Roberto Bedini, dell'istituto di Biologia di Piombino riguardo al Lido
Sarà l'istituto di Biologia ed Ecologia marina di Piombino a redigere lo studio riguardo alle caratteristiche della biocenosi sul litorale della frazione del Lido. Lo ha stabilito il Comune di Capoliveri, prevedendo la spesa necessaria a finanziare il piano di dodicimila e 200 euro da ascrivere in bilancio dell'ente per il corrente anno. Di che cosa si dovrà, dunque, occupare l’istituto di Biologia marina di Piombino, il cui direttore è Roberto Bedini? Sarà incaricato di studiare la comunità delle specie dell’ecosistema che vivono in questo particolare tratto di costa. O meglio in questa particolare spiaggia tra le più conosciute e apprezzate dell’Isola d’Elba, grazie alla sua naturale bellezza con i suoi 460 metri lunghezza e larga dai 15 ai 30 metri, delimitata da due speroni rocciosi, composta da sabbia fine e circondata da una pineta e macchia mediterranea. Naturalmente fra le più frequentate nella bella stagione. Come mai su questo litorale si concentra tutto questo interesse sulla biocenosi, sulle sue caratteristiche? Perché studiare questa unità fondamentale della spiaggia, che bisogno c’è? Se non si dovesse collocare il tutto alla ventilata proposta di portare proprio qui gli scarichi in mare del dissalatore di Mola? E porsi, di conseguenza, la fatidica domanda se potranno esserci o no reagenti, una volta installato l’impianto di trattamento, all’ecosistema della spiaggia, il quale (come si sa) è formato da biocenosi e da biotopo? “Il nostro compito attuale – ci dice Roberto Bedini – è riscontrare ciò che si trova adesso sulla fascia costiera che insiste sul Lido. La quale è composta da tratti di roccia e scoglio e tratti invece sabbiosi. Faremo dei campionamenti, delle indagini di com’è attualmente la situazione, in pratica ciò che già abbiamo effettuato sull’Isola di Ventotene dove peraltro è già in funzione un dissalatore”. Ecco, quindi, un primo step di test. Un passaggio, per dire, dovuto da parte dell’amministrazione retta da Walter Montagna, al fine di conoscere dal punto di vista scientifico quale sia la situazione attuale della costa sud occidentale del proprio territorio e sapere che tipi di reazioni si potranno avere, se proprio qui saranno installate le tubazioni che scaricheranno a mare la cosiddetta salamoia proveniente dal trattamento delle acque del dissalatore di Mola. E intanto l’equipe di Bedini nei prossimi giorni inizierà a studiare la biocenosi, cioè l’insieme delle specie diverse che vivono nello stesso ambiente naturale e fra le quali si vengono quindi a creare dei rapporti di interrelazione e interdipendenza. Si sa che più le condizioni ambientali varieranno bruscamente, più netti saranno i confini tra le specie diverse. “Il nostro – conclude Roberto Bedini – sarà una studio di mappatura della situazione attuale. Un domani, eventualmente, bisognerà verificare se ci sono stati cambiamenti ambientali”.
mercoledì 18 novembre 2020
Portoferraio, incontro delle associazione di categoria
Rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio, Cna e associazione degli
albergatori hanno incontrato il coordinamento delle pro loco elbane per
condividere un piano di azione che veda le sinergie di soggetti
pubblici e privati puntando allo sviluppo sostenibile dell’Isola. Non
solo da un punto di vista ambientale. Ma anche culturale e sociale,
coinvolgendo tutta la cittadinanza. In questo periodo s’impone una
riflessione sull’Elba dei prossimi anni e sulle azioni da mettere in
campo per rendere l’Isola destinazione turistica in ogni stagione. Isola
non solo da abitare per ferie. Ma anche da frequentare per periodi che
vanno al di là della vacanza per chi volesse sperimentare una diversa
qualità della vita. Pensionati, smartworkers, artigiani, artisti,
agricoltori, giovani coppie potrebbero ripopolare i paesi, soprattutto
dove si registra un invecchiamento della popolazione residente,
favorendo un ricambio generazionale e nuove imprese. Da progetto Elba
Smart Working, lanciato da diversi portatori d’interesse elbani, si sta
affinando un programma di lavoro che veda le associazioni di categoria
al fianco dei loro associati per proporre nuove soluzioni e progetti a
sostegno delle professioni e delle attività, e le Pro Loco come
soggetti che dialogano con le proprie comunità per avviare un
cambiamento culturale che parta dal basso e veda coinvolta
nell’accoglienza tutta la popolazione dell’Elba. L’Idea “Elba d’inverno”
di cui Elba Smart Working è una declinazione, punta a far dialogare chi
offre alloggi, in appartamenti o in strutture recettive, con coloro che
garantiscono attività commerciali e servizi tutto l’anno, al fine di
migliorare anche i trasporti, la sanità e il mondo della scuola, con
importanti ricadute per i residenti, superando i gap che l’isola ha
sempre lamentato. Le Associazioni di categoria hanno presentato già un
primavera un documento propedeutico alla costituzione dell’Osservatorio
turistico di destinazione, dove individuavano le criticità dei loro
settori ma proponevano anche soluzioni per avviare un progetto di
rilancio dell’ economia elbana. Le pro loco da mesi sono impegnate in
una serie di incontri per fornire idee e contribuiti operativi al
costituendo Osservatorio, ma anche per raccogliere informazioni utili
alla creazione di una mappa dei servizi, delle attività culturali e
delle opportunità che il territorio offre, sia in estate che in altri
periodi dell’anno, stimolando la partecipazione attiva dei cittadini. Le
Pro Loco hanno iniziato un confronto anche con le amministrazioni
locali con le quali si interfacciano abitualmente per la gestione dei
punti informazione o per la programmazione di eventi e feste.
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